I Mondiali di Calcio 2022

T-shirt a favore delle donne e mascherina anti- ritorsioni: incontro con due coppie iraniane a Doha

Siamo alla fermata “Sport City” della metro, quella che ci porta allo stadio Khalifa, dove oggi l’Iran gioca contro l’Inghilterra. Mentre parliamo, passa un altro gruppo di tifosi: insieme intonano un canto di liberazione. Dal regime di Teheran

T-shirt a favore delle donne e mascherina anti- ritorsioni: incontro con due coppie iraniane a Doha
rainews
Tifose Iraniane

La mascherina sul volto della donna che vedete nella foto non è per proteggersi dal covid. Ma per proteggersi dalle possibili ritorsioni del regime di Teheran.

Quando ho chiesto loro di poter scattare la foto mi hanno detto subito si, ma hanno posto come condizioni quella di non essere riconoscibili. Per lo stesso motivo non pubblichiamo i loro nomi. Il regime fa paura. Anche a centinaia di chilometri di distanza.

Sono arrivati ieri dall’Iran. E resteranno in Qatar per 10 giorni. Ma poi nel loro Paese dovranno far ritorno. E temono di essere riconosciuti.

Sono due coppie. Indossano tutti la stessa maglietta: davanti lo slogan della protesta ("Donne Vita Libertà") e una delle immagini simbolo delle manifestazioni. Dietro invece c’è il numero 8 e il nome di Ali Karimi: ex calciatore, da più parti considerato il “Maradona d’Asia”, e oggi - a 43 anni - diventato uno dei rappresentanti della lotta per la libertà e i diritti. Secondo il Times, avrebbe addirittura subito un tentativo di rapimento da parte del regime iraniano.

“Siamo arrivati ieri dall’Iran e siamo qui per la Coppa del Mondo”, ci raccontano.
Perché indossate questa maglietta?
“Perché in Iran è in atto una rivoluzione. E noi la sosteniamo”

Siamo nella metro “linea oro” alla fermata che “Sport City”, quella che ci porta allo stadio Khalifa, dove oggi l’Iran scenderà in campo contro l’Inghilterra. Mentre parliamo con loro, passa un altro gruppo di tifosi e insieme iniziano a intonare un coro dedicato ad Ali Karimi. Lo cantano fieri. Come un canto di liberazione. Di poter urlare in pubblico quello che nel loro Paese non è permesso. Di liberazione. Dal regime di Teheran.

Ieri il capitano Ehsan Hajsafi ha reso pubblico il proprio sostegno alla protesta. Cosa ne pensate?
“Ha fatto bene. E noi ci auguriamo che questo sostegno pubblico si estenda sempre di più tra tutti i calciatori della Nazionale. E speriamo che oggi non cantino l’inno” (e questo è accaduto: la squadra iraniana, in campo contro l'Inghilterra, non ha intonato l'inno nazionale, ndr).
Quanto è importante il sostegno pubblico degli sportivi?
“Molto. Perché ci permette di far sapere a tutto il mondo che in Iran è in atto una rivoluzione. E che abbiamo bisogno del supporto di tutti”.