Alcune esplosioni e spari a raffica si sono uditi nel nord del Kosovo

Balcani senza pace: tra Serbia e Kosovo minacce e proteste

La tv pubblica serba Rts ha precisato che le nuove detonazioni si sono registrate nei pressi della località di Rudare, villagio a pochi kilometri da Mitrovica

Balcani senza pace: tra Serbia e Kosovo minacce e proteste
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I serbi del Kosovo bloccano la strada vicino ai principali valichi di frontiera nel nord

La premier serba Ana Brnabicha replicato con durezza alle dichiarazioni della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, che ha definito inaccettabile l'ipotesi di un invio di forze di sicurezza serbe in Kosovo. "Nel comunicato finale adottato al termine della riunione dei ministri degli Esteri del G7 il 14 maggio 2022 si dice che per la soluzione di tutti i problemi e delle varie crisi nel mondo(Libia, Siria, Yemen, Somalia, ecc)  è necessario applicare strettamente le relative risoluzioni del consiglio di sicurezza dell'Onu", ha detto Brnabic, come riferito dalla tv pubblic aserba Rts. Per questo, ha osservato, è sorprendente che ora il ministero degli Esteri tedesco dica esplicitamente che la risoluzione 1244 - che prevede che la Serbia ha il diritto di chiedere il ritorno in Kosovo di un determinato contingente delle sue forze di sicurezza - vada ignorata come 'inaccettabile'. "In fatto di diritto internazionale, sulla base di quali criteri decidete quali risoluzioni Onu vanno rispettate e quali invece no? Nel caso della Libia, ad esempio,  la risoluzione 2571 va rispettata, mentre nel caso della Serbia la risoluzione 1244 si può ignorare. Ciò è uno stupefacente livello di assurdo", ha affermato la premier serba

Ieri sera vari spari si sono uditi nel nord del Kossovo, nel darne notizia, la tv pubblica serba Rts ha precisato che le nuove detonazioni si sono registrate nei pressi della località di Rudare, villagio a pochi kilometri da Mitrovica, capoluogo del Kosovo del Nord area in cui, in una situazione di alta tensione interetnica, prosegue la protesta della locale popolazione serba, con barricate e blocchi stradali, decisa dopo l'arresto di un ex agente serbo della polizia kosovara. Nelle zone più sensibili sono presenti pattuglie della Forza Nato (Kfor) e della missione civile europea (Eulex). Le scuole che operano nel sistema di istruzione serbo resteranno chiuse a partire da oggi 12 dicembre.  La presidente del Kosovo Vjosa Osmani, alla luce della forte tensione che permane nel Paese, dopo consultazioni con le forze politiche aveva annunciato il rinvio al 23 aprile delle elezioni locali comuni del nord a maggioranza serba. Appelli alla rimozione delle barricate e dei blocchi stradali sono giunti da Ue, Nato e Usa.

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha convocato una riunione d'emergenza del Consiglio per la sicurezza nazionale. Nel darne notizia, la presidenza a Belgrado non ha precisato i temi al centro della riunione, che con tutta probabilità sarà dedicata agli ultimi preoccupanti sviluppi della situazione in Kosovo.

 

 

Il premier kosovaro Albin Kurti ha accusato la Serbia di minacciare una nuova guerra con l'invio di proprie truppe nel Kosovo, e di appoggiare l'attività di gruppi criminali le cui attività illegali destabilizzano continuamente la situazione nel nord. Parlando in una conferenza stampa a Pristina unitamente al ministro dell'interno Xhelal Svecla, al termine di una riunione del consiglio di sicurezza, Kurti ha detto che il suo governo vuole un futuro democratico e prospero per il Kosovo mentre la Serbia vuole tornate al passato segnato dalla guerra. "Il passato deve rimanere tale. Noi siamo un governo di pace che vuole garantire la sicurezza per tutti i cittadini senza distinzione di etnia, religione, sesso o età ", ha affermato Kurti, denunciando il forte riarmo di Belgrado. "La militarizzazione della Serbia nel corso degli anni ci ha portato a questa situazione", con la Serbia che minaccia la guerra e il ritorno delle sue truppe in Kosovo. "La dirigenza di Belgrado oggi parla e si comporta come 23 anni fa (nel 1999 si concluse la guerra con il ritiro delle truppe serbe e l'ingresso della Forza della Nato (Kfor), ndr), ed è guidata dagli stessi politici, come Vucic, ex ministro della propaganda di Slobodan Milosevic, e il ministro degli esteri Ivica Dacic, ex portavoce di Milosevic", ha detto il premier kosovaro.

Per Kurti, con il pacchetto proposto da Ahtisaari ai serbi locali sono stati offerti diritti senza precedenti. "Ma l'integrazione del nord, a maggioranza serba, non è avvenuta neanche dopo 14 anni dall'indipendenza e dieci anni di negoziati (fra Pristina e Belgrado con la mediazione Ue)".

"Il blocco delle strade pubbliche da parte di bande criminali che sparano contro la nostra polizia e quella di Eulex è inaccettabile", ha detto Kurti.

Parole che hanno fatto eco a quelle pronunciate da Josef Borrell, Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che h ribadito “ L'Europa non tollererà attacchi a EULEXKosovo o l'uso di atti violenti e criminali nel nord. Le barricate devono essere rimosse immediatamente da gruppi di serbi del Kosovo”