La fuga dal carcere minorile nel giorno di Natale

Gli evasi dal "Beccaria": rintracciato il quarto ragazzo

Evasi in sette, due erano stati subito rintracciati, il terzo si era consegnato. Quello di oggi è uno dei due minorenni ancora in fuga

Gli evasi dal "Beccaria": rintracciato il quarto ragazzo
(Ansa)
Milano, disordini e incendi appiccati al interno del carcere minorile Cesare Beccaria dopo la fuga di alcuni detenuti

Il quarto dei sette evasi il giorno di Natale dall'Istituto minorile Beccaria di Milano (cinque italiani, un ecuadoriano e un marocchino) è stato rintracciato e riportato in istituto. La conferma da fonti del Ministero della Giustizia. Sono stati i Carabinieri di Sesto San Giovanni a fermare il minorenne marocchino. I militari sarebbero intervenuti a seguito di una segnalazione da parte di un cittadino per la presenza in strada di un gruppo di ragazzi che si intrattenevano con musica ad alto volume. Alla vista dei Carabinieri, alcuni giovani hanno tentato di fuggire, ma sono subito stati fermati. Identificati, si è scoperto che uno dei ragazzi era appunto uno degli evasi dall'Istituto penitenziario minorile.

Due degli evasi erano stati velocemente rintracciati. Secondo quanto riferito da fonti di polizia penitenziaria uno di loro si trovava a casa della suocera, l’altro sarebbe stato riaccompagnato in carcere da un familiare. Un terzo si era consegnato spontaneamente.

Quanto alla dinamica dei fatti, avrebbero rotto una protezione in legno del cantiere in piedi da anni; a quel punto sei ragazzi sono saliti sulle impalcature per poi calarsi da un muro più basso rispetto a quello che circonda l'istituto. Uno di loro, invece, per calarsi avrebbe utilizzato un lenzuolo, secondo il più classico dei copioni cinematografici.   

Dopo la fuga del gruppo, composto da 4 maggiorenni e 3 minorenni, nella struttura è montata una protesta. In un reparto i giovani detenuti hanno anche appiccato il fuoco ad alcuni materassi. Quattro agenti della Polizia Penitenziaria sono stati curati in ospedale per delle lievi intossicazioni dovute al fumo levatosi dagli incendi. La situazione è tornata sotto controllo nella tarda serata.

Don Gino Rigoldi, ex cappellano dell'Istituto minorile Beccaria,  si è detto convinto del ritorno degli altri che ancora mancano all'appello: "Mi telefoneranno, li riporterò indietro". Il religioso si è anche augurato che questa vicenda "dia uno scossone" al Ministero per un carcere in cui "manca un direttore da 20 anni e ci sono lavori da 16".

Ma il caso sta inevitabilmente sollevando diverse riflessioni e polemiche sulla realtà delle carceri, minorili e non solo, e sulla tutela del personale della polizia penitenziaria.

“Non c'è proprio più spazio per chiacchiere o affermazioni generiche di sconcerto. Il Beccaria era un carcere modello. Lo era nel passato, in un passato ormai remoto. Da quasi vent'anni non c'è un Direttore, e ce la si è cavata con dei ”facente funzione". Da una quindicina d'anni ci sono lavori in corso, che non finiscono mai". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha ricordato di aver fatto insieme a don Gino Rigoldi "continui richiami ai Governi che si sono succeduti per mettere mano a questo problema ormai fin troppo evidente".

Con l'obiettivo di fare il punto della situazione sono arrivati al Beccaria Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia con delega al trattamento detenuti e agli istituti minorili, e Giuseppe Cacciapuoti, direttore generale del personale del Dipartimento per la Giustizia Minorile. 

Dopo la visita Ostellari ha confermato il trasferimento degli altri otto detenuti che hanno partecipato alla rivolta nel carcere: “Non sono solo minorenni. Credo si debba aprire una riflessione su questo tema. Il carcere dei minori non deve essere dedicato a soggetti di 24 e 25 anni. Sotto questo profilo ci impegneremo affinché ci sia una risposta”.

"Certamente il cantiere e i lavori che si protraggono da diversi anni e altre varie problematiche hanno inciso e agevolato il disegno dei ragazzi finalizzato ad allontanarsi dell'istituto". Lo ha affermato Giuseppe Cacciapuoti, dopo il sopralluogo all'istituto. Il dirigente del Dap, tra le concause della evasione dei sette giovani detenuti ha evidenziato anche criticità legate alla "carenza" e alla "formazione" del personale della Polizia penitenziaria.
Cacciapuoti ha anticipato anche che l'amministrazione è pronta all'assunzione di nuovi educatori. A settembre hanno cominciato la loro formazione, dopo venticinque anni, 57 nuovi direttori per gli istituti penitenziari (sia minorili che per adulti) e 37 dirigenti dell'esecuzione penale minorile e di comunità.    
“Io credo sia un problema di visione” - ha continuato il sottosegretario - “La giustizia minorile non è minore ad altre giustizie. Lo vediamo non solo oggi, lo abbiamo visto in altri episodi come quello di Bologna e purtroppo in altre strutture. E lo abbiamo visto purtroppo recentemente aumentato anche attraverso i fenomeni di baby gang. Io penso che sulla giustizia minorile dobbiamo accendere un faro importante non solo come giustizia, ma anche come governo e come Parlamento”.

Per il garante dei detenuti del Comune di Milano, Francesco Maisto, l'evasione è stata "una spacconata di carattere impulsivo". "I problemi del Beccaria - ha sottolineato - sono due, amaramente cristallizzati nel tempo" ovvero la mancanza di un direttore e i lavori che proseguono da anni. "Da 15 anni - ha evidenziato - non c'è un direttore stabile e la mancanza di una guida sicura ha degli effetti. Pur nella professionalità, c'è stato un turn over di reggenti" che hanno già altri incarichi di cui occuparsi e che in più "sono direttori di istituti penali per adulti, mentre - ha rimarcato Maisto - il direttore di un istituto minorile deve avere una formazione diversa".

Don Rigoldi dopo l'incontro ha a sua volta aggiunto: "Intanto era Natale e il Natale mobilita la voglia di essere da qualche altra parte. Volevano spaccare tutto, sono andato su di corsa e dopo un po' hanno anche smesso di fare. Vuol dire che tutto sommato con gli adulti che stanno con loro questi ragazzi riescono anche a intendersi. Il clima adesso? I ragazzi sono tutti blindati, sono super controllati e sono anche tranquilli. La vivono come un'avventura, a questa età non sono mica consapevoli. Hanno vissuto la splendida avventura della fuga, gli altri erano erano invidiosi di non averla potuta fare. Il fatto che questi sette la pagheranno cara e anche più in generale ci sarà un restringimento della disciplina non ce l'hanno mica in mente, non è roba da 16-17enni. Non torneranno da eroi perché andranno a finire in altre carceri in giro per l'Italia". 

 

La protesta dei sindacati

“Sette detenuti evasi, un incendio appiccato e un’intera sezione di quattro stanze, con dodici detenuti, inagibile. Non stiamo leggendo un bollettino di guerra, ma la cronaca di un "ordinario2 pomeriggio di Natale presso l’istituto penale per minorenni Cesare Beccaria di Milano, destinato a contenere ragazzi - che poi tanto ragazzi non sono visto che la loro età può spingersi fino a 25 anni - evidentemente non di minore spessore delinquenziale rispetto agli adulti”.

Queste le parole di Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria che ha commentato quanto accaduto: “Nel momento in cui la maggioranza di governo si appresta, con la manovra economica, ad abbattere la scure di ulteriori tagli sul mondo penitenziario, peraltro riducendo anche le risorse economiche destinate al salario accessorio della Polizia penitenziaria e alimentate con i fondi dei rinnovi contrattuali, viene acclarato il fallimento della gestione complessiva dell’esecuzione penale detentiva, sia che si guardi agli adulti sia che si volga l’attenzione verso i cosiddetti minori”, ha concluso il leader sindacale.

La richiesta di poter fare un sopralluogo arriva anche da Daniele Nahum e Alessandro Giungi, presidente e vicepresidente della Sottocommissione Carceri del Comune di Milano: "L'evasione è stata determinata da una cronica carenza di personale, acuita dalle giornate di festa e anche agevolata dall'infinita ristrutturazione della struttura penale minorile, sia negli spazi relativi al cortile che in quello delle sezioni detentive". In una nota i due consiglieri comunali hanno rimarcato anche il tema della “fatiscenza dei luoghi di detenzione, in cronica assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria e comunque con lavori di rifacimento dai tempi infiniti come quelli che da almeno 18 anni interessano proprio l'IPM Beccaria e che già hanno imposto la chiusura della sezione femminile”.