Museo ebraico

Festa di Hanukkah, Giorgia Meloni commossa dice: "Le tenebre del mondo non spengono la luce"

In occasione della cerimonia di accensione della Chanukkià presso il Museo ebraico di Roma, la premier ribadisce che le leggi razziali furono un'ignominia e che gli ebrei "rappresentano l'identità, che non è escludente ma aggiunge e rafforza tutti"

Festa di Hanukkah, Giorgia Meloni commossa dice: "Le tenebre del mondo non spengono la luce"
ANSA
La premier Giorgia Meloni durante la cerimonia per la festa dell'Hannukkah a Roma

L'identità non è escludente. Voi siete una parte fondamentale dell'identità italiana. E questo significa che l'identità non è qualcosa che esclude ma che aggiunge e rafforza tutti quanti” dice la premier Giorgia Meloni al Museo ebraico di Roma, in occasione della cerimonia di accensione della Chanukkià, per la Festa ebraica delle luci dell’Hanukkah. Visibilmente commossa, la premier dice che “le tenebre del mondo non spengono la luce”, poiché è la luce il simbolo principale di questa festività che anticipa di poco il Natale cristiano e con esso ha una strettissima convergenza ideale e spirituale.

Quella che brilla sul candelabro a nove bracci è la “fiamma di una speranza, la nostra capacità di credere che ciascuno di noi, nel gesto più piccolo o grande, può fare la differenza. È un insegnamento straordinario, oggi abbiamo bisogno di quella piccola luce e speranza. Io provo così ogni giorno a vivere il mio incarico. Bisogna continuare a credere che si possa riuscire”.

La presidente del Consiglio, che spera di recarsi in Israele nei primi mesi del prossimo anno, si dice “molto contenta di essere qui per questa cerimonia, perchè ho riflettuto sui tanti significati che sono raccolti in queste celebrazioni e penso che occorra dare a questi insegnamenti la massima divulgazione” prosegue Meloni, aggiungendo che “la storia di questa festa è una festa di coraggio, di un popolo che difende la sua identità, le sue tradizioni, la fede”; cose che al momento “vengono considerate troppe spesso un ostacolo o un nemico. Io penso che senza quello che ci portiamo dietro, noi non possiamo avere né la forza né la consapevolezza per affrontare le sfide che abbiamo di fronte”.

Ribadendo che le leggi razziali del 1938 “furono un’ignominia”, Giorgia Meloni parla alla comunità ebraica romana (e italiana), indicando negli ebrei coloro che “più di altri rappresentano l’identità”, perché “senza fede non siamo altro che numeri”. Ma l'identità è un concetto che resta astratto senza la libertà, che “non è scontata ma si può perdere ogni giorno se non si difende. Lo vediamo in Ucraina e nessuno avrebbe immaginato che sarebbe riuscita a resistere. È la volontà che fa la differenza, volontà che viene dall'amore per ciò che sei”.