L'intervista a Repubblica

Giorgia Meloni: "Porto avanti gli obiettivi del Pnrr rimanendo me stessa"

L'eredità di Draghi con i 30 punti su 55 da portare a termine, le limitazioni al reddito di cittadinanza e il nodo migranti. "Lavoreremo senza sosta per approvare la manovra il prima possibile"

Giorgia Meloni: "Porto avanti gli obiettivi del Pnrr rimanendo me stessa"
LaPresse
Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Non è “stressata” e non è “nervosa”, Giorgia Meloni, nell’intervista che ha rilasciato oggi al quotidiano la Repubblica. 

La premier contesta la narrazione che fanno di lei molti giornalisti italiani e, mentre ribadisce di essere “soltanto una persona che fa il suo lavoro e che pretende rispetto. E se c'è qualcosa che non mi sta bene la dico, la dirò, come ho fatto sempre”, ricorda il lascito del governo precedente con i 30 obiettivi su 55 rimasti da portare a termine entro il 2022.

"Col mio predecessore ho dialogato con grande profitto nella fase di transizione, sono al servizio delle istituzioni e non criticherò mai chi ha ricoperto la carica fino a poche settimane fa - è la premessa - Ma è un dato incontrovertibile che dei 55 obiettivi da centrare entro fine anno a noi ne sono stati lasciati trenta. Sono fiduciosa che recupereremo, Raffaele Fitto (ministro per gli Affari europei, ndr) sta portando avanti un ottimo lavoro e bene ha fatto a suonare la sveglia a tutti i centri di spesa. Detto questo, se qualcosa mancasse all'appello non sarebbe colpa nostra. Sarà inevitabile piuttosto nel 2023 cambiare qualcosa per rendere più celere e più fluida la capacità di utilizzo dei fondi".


C’è poi la questione del reddito di cittadinanza e degli oltre seicentomila italiani che lo percepiscono quando potrebbero e dovrebbero lavorare e che dopo i primi otto mesi del 2023 non ne potranno più beneficiare: "Siamo arrivati al paradosso che multinazionali impegnate nella posa di fibre ottiche in Italia devono selezionare e assumere lavoratori immigrati perché pare non si trovi manodopera italiana. Ma come? Con le centinaia di migliaia di beneficiari del sussidio in cerca di un lavoro?". 

"Io penso che a queste persone vadano proposti lavori come questo, perché parliamo di assunzioni fatte sulla base di contratti collettivi nazionali, con stipendi dignitosi e tutte le tutele del caso – continua la Meloni -  E certo puoi anche rifiutare, ma in quel caso non puoi pretendere che a mantenerti sia lo Stato, quindi il beneficiario del reddito decade. È un problema culturale. Deve cambiare il modo di pensare di molti”
E aggiunge: “è una questione di principio: non si può dire se la Meloni ci toglie il reddito ci manda a rubare, perché tra le due opzioni c'è il lavoro ed è la mia opzione. Cosa diversa sono le persone che abili al lavoro invece non sono e tutte le categorie fragili che continueremo a tutelare".

La presidente del Consiglio ribadisce quindi anche i tempi di approvazione della manovra: nessun rischio slittamento o di esercizio provvisorio, anche con il natale alle porte: "Davvero siamo pronti a lavorare anche nei giorni di festa pur di approvarla, non ci trascineremo certo fino all'esercizio provvisorio. Non era scontato mettere su una manovra complessa come questa in poche settimane, sono orgogliosa del risultato raggiunto - continua - la gran parte delle risorse disponibili saranno destinate ad alleviare i contribuenti italiani alle prese col caro bollette".

C’è quindi la questione migranti e gli accordi in Ue, dove per Giorgia Meloni “il problema è semplice, l'Europa come andiamo dicendo da tempo, deve farsi carico del problema perché l'Italia non può più accettare che la selezione la facciano gli scafisti - insiste la premier - In Francia non è così. A Macron, col quale ci siamo scambiati dei messaggi dopo la tragedia di Ischia, l'ho anche detto. I 38 migranti accolti Oltralpe non risolvono il problema. Del resto loro, come i tedeschi e altri, possono davvero decidere alla frontiera chi ha requisiti e chi no all'ingresso, chi può essere utile come manodopera per le aziende e chi no. Da noi, ripeto, la selezione via mare la fanno i trafficanti che gestiscono i barconi. Non è più accettabile. Bisogna fermare questo mercato. L'Italia non può essere il solo Paese costretto a pagare il costo delle ondate di migrazione dall'Africa".

Dall’intervista a Repubblica esce chiara l’intenzione di rimanere fedele a se stessa: “Io sono orgogliosa di quel che ho fatto nella vita, di come ho costruito il mio percorso dal nulla e non sopporto coloro che ironizzano e pensano di avere a che fare con la ragazzina alla quale poter sempre insegnare qualcosa e da trascinare di tanto in tanto nel fango, basta tirarla giù ed è fatta. Io non mi faccio tirare giù, non lo permetterò a nessuno".