Il rapporto

Polizia: più violenze sessuali e reati di minori, ma l'Italia è tra i Paesi più sicuri d'Europa

Il consuntivo della Direzione centrale della polizia criminale diffuso oggi

Polizia: più violenze sessuali e reati di minori, ma l'Italia è tra i Paesi più sicuri d'Europa
Interpol
Rizzi il vice capo della Polizia

Il crimine e le sue diramazioni internazionali. I dati italiani ma anche la sinergia con gli altri paesi e i risultati ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata. Sono i temi al centro del consuntivo della Direzione centrale della polizia criminale diffuso oggi.

La dimensione globale delle emergenze che caratterizza la contemporaneità (dalla pandemia agli effetti del conflitto russo-ucraino) ha dato un impulso senza precedenti alla cooperazione internazionale di polizia, con fenomeni criminali che si manifestano sempre di più sulle piattaforme digitali, che per definizione non hanno confini, e che proliferano nei Paesi con minori barriere difensive.

L’Italia è nel Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) il single point of contact, hub per le forze di polizia italiane e straniere relativamente a qualsiasi richiesta di natura operativa, che può contare all’estero su di una rete di Esperti per la sicurezza e personale di supporto che copre 84 Paesi e lavora grazie ad una sala operativa internazionale (SOI) che gestisce oltre 420 messaggi in ingresso al giorno. I dati sono stati presentati oggi al Viminale dal Prefetto Vittorio Rizzi, vice capo della polizia di Stato e Direttore Centrale della Polizia Criminale e del Servizio per la Cooperazione internazionale

Criminalità in Italia: 100 le donne uccise in ambito affettivo/familiare ma è il Paese più sicuro in Europa

Analizzando la delittuosità in Italia nel periodo gennaio – novembre 2022, raffrontata con quella dell’analogo periodo del 2021, si osserva un lieve incremento (3%) del dato complessivo dei reati. Incremento che non è, comunque, tale da raggiungere i livelli pre-pandemici: i dati relativi ai primi 11 mesi del 2022 si sono, infatti, attestati su valori inferiori a quelli del 2019.

Lo spostamento sulle piattaforme digitali che ha riguardato ogni aspetto della quotidianità (dallo stile di vita, al lavoro, allo studio, al divertimento) ha evidentemente interessato anche il modus operandi criminale.

Dopo l’impennata dei reati informatici (come il phishing, gli spyware, i ransomware e il social engineering) registrata nel 2021, si assiste nel 2022 ad una loro prima lieve flessione (-15%), che dovrà essere confermata con il consolidamento dei dati, ma che potrebbe indicare il rafforzamento delle strutture informatiche e dell’attività di contrasto delle forze di polizia nel segno di quella che viene definita come resilienza cibernetica. 

Per quanto riguarda il più grave dei reati, vale a dire l’omicidio, dall’inizio dell’anno al 28 dicembre 2022 sono stati registrati 309 omicidi, con 122 vittime donne, di cui 100 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 59 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.

Analizzando gli omicidi del periodo sopra indicato rispetto a quello analogo dello scorso anno, si nota un aumento del 3% con 11 persone morte in più (si passa da 299 a 309), così come nel numero delle vittime di genere femminile, che da 118 diventano 122 (+3%). 

Una diminuzione si rileva, invece, per i delitti commessi in ambito familiare/affettivo, che da 146 scendono a 137 (-6%), flessione che, in tale ambito, attiene anche al numero delle vittime di genere femminile, che passano da 102 a 100 (-2%).

Rispetto allo stesso periodo del 2021 risulta in flessione sia il numero di omicidi commessi dal partner o ex partner, che da 77 scendono a 65 (-16%), sia le relative vittime donne, che passano da 69 a 59 (-14%). 

Confrontando il numero degli omicidi per 100.000 abitanti, su 32 Paesi presi in esame, l’Italia con un tasso dello 0, 6% risulta il paese più sicuro, seconda solo a Norvegia e Svizzera. La Germania ha un tasso dello 0,9%, il Regno Unito (Inghilterra e Galles) il doppio dell’Italia (1,2%) e la Francia più del doppio (1,4%).

La tendenza è confermata anche dai dati 2021,resi disponibili dagli Esperti italiani per la sicurezza, raffrontando gli omicidi volontari su 100.000 abitanti nelle città europee più rappresentative con l’aggiunta di realtà metropolitane degli Stati Uniti e del Canada: statistiche in cui Milano e Roma sono tra le realtà più sicure con un tasso dello 0.6% (seconde solo a Madrid e Oporto). A parte il dato impressionante delle città americane, con un tasso di 32,7% per Washington e di 29,1% per Chicago, Bruxelles è al vertice delle città europee per incidenza di reati sanguinari con un tasso del 14,8% (Birmingham 13%, Parigi 4,6% in base al dato 2020). 

Se il tasso di incidenza degli omicidi rispetto alla popolazione è un dato di per sé già molto eloquente, anche i valori assoluti possono aiutare a fornire un quadro più comprensibile del fenomeno. A fronte dei 26 omicidi a Roma (su di una popolazione di oltre 4, 2 milioni di abitanti) e di 19 a Milano (su oltre 3,2 milioni di abitanti), Bruxelles ha 179 omicidi (su di una popolazione di 1,2 milioni di abitanti), Parigi ne registra 100 (su 2,1 milioni di abitanti). 

Dei 26 omicidi in provincia di Roma, 16 si sono verificati nell’area comunale con un’incidenza che rimane dello 0,6% rispetto alla popolazione.

Nel 1990 gli omicidi in Italia erano 3.012 e negli ultimi 15 la curva è in costante calo (erano 632 nel 2007).

Risultati operativi: ben 22 milioni di euro sequestrati e confiscati

Da gennaio a fine novembre 2022 sono stati catturati 1.369 latitanti in 64 Paesi, 26 in più del 2021. Di questi, 654 erano latitanti attivi, vale a dire ricercati dalle autorità giudiziarie italiane in 40 Paesi: in ambito europeo, il 22% dei soggetti è stato arrestato in Romania, il 18 % in Spagna, il 14% in Germania, il 12 % in Francia e a seguire negli altri Paesi, mentre a livello extraeuropeo spicca l’Albania per numero di arresti (36 persone complessivamente).

L’Ufficio nazionale per il recupero dei beni (Asset Recovery Office – A.R.O.) costituito presso lo SCIP ha consentito il sequestro e la confisca di beni per un valore di oltre 22 milioni di euro in 8 Paesi, soprattutto in Slovenia, Regno Unito e Romania.

Duplice omicidio a Roma Ansa
Duplice omicidio a Roma

Il progetto Ican per la lotta internazionale alla ‘ndrangheta

Il progetto I CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) promosso dall’Italia insieme ad Interpol e avviato nel 2020, ha fatto registrare importanti risultati operativi: 37 latitanti catturati complessivamente, di cui 11 nel 2022 in 6 Paesi del mondo con figure criminali di estrema pericolosità, come Vittorio Raso, Mario Palamara (il cosiddetto broker delle ‘ndrine) e Luciano Camporesi. Risultati resi possibili dalla cooperazione internazionale di polizia e dalla rete promossa da I CAN con 13 Paesi aderenti oltre all’Italia (Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay). 

Una materia particolarmente delicata riguarda le 100 indagini in corso sulle sottrazioni di minori, portati all’estero da uno dei due genitori (+29% rispetto al 2021) con 15 bambini riconsegnati all’avente diritto (12 in più rispetto all’anno scorso). 

La criminalità organizzata oggi, più che in passato, ha l’obiettivo primario di massimizzare il profitto e accumulare l’ingente quantità di denaro proveniente dal traffico di droga, corruzione, immigrazione clandestina, tratta di esseri umani: il crimine finanziario diventa, dunque, la minaccia più grave a livello globale, anche se nella percezione comune, più impaurita da atti sanguinari, sembra relegato al mondo elitario dell’alta finanza. 

In realtà oggi la criminalità organizzata, agli omicidi e alla violenza che provocano una reazione immediata da parte degli Stati, preferisce agire in modo silente nel mondo della speculazione finanziaria e della corruzione degli apparati governativi. 

In tale prospettiva l’Italia si è resa promotrice di due iniziative a livello dell’Unione Europea insieme a Europol, con il Law Enforcement Forum ed extraeuropeo, insieme ad Interpol, con la risoluzione sulla Silver notice.

Nell’ambito del Progetto I Can e nella prospettiva di anticipare la minaccia della ‘ndrangheta a livello globale, su input della Direzione centrale della polizia criminale, il Centro di Ricerca e Analisi Informazioni Multimediali (CRAIM) del Dipartimento di P.S., insieme a Leonardo Spa sta lavorando ad un software, in avanzato stato di realizzazione, che consentirà un’analisi documentale capace di correlare anche in modo automatico le informazioni di polizia con quelle raccolte sul web da fonti aperte. L’obiettivo è quello di arrivare, come ultimo stadio di evoluzione, a un software dotato di capacità predittive. 

La lotta all’immigrazione clandestina e alla tratta attraverso il Progetto Identy con Interpol

Nel 2023 partirà il progetto Identity, realizzato insieme ad Interpol che si propone di aumentare la capacità di raccolta e condivisione dei dati biometrici - riferiti a profili criminali conosciuti - con i Paesi dell’Africa occidentale maggiormente interessati dai flussi migratori diretti ai Paesi europei, al fine di una loro tempestiva identificazione nel corso delle procedure di controllo messe in atto negli hot spot. In prospettiva futura, le forze di polizia, potranno controllare, in tempo quasi reale, le informazioni biometriche presenti nelle banche dati INTERPOL direttamente tramite infrastrutture nazionali a tutto vantaggio del contrasto all’immigrazione clandestina e alla tratta di essere umani.

Unità crimini internazionali: per la cooperazione sui crimini di guerra

La Direzione centrale della polizia criminale sta costituendo un’unità che assicurerà la conoscenza degli sviluppi della cooperazione internazionale di polizia (collegata a quella giudiziaria), nel settore dei crimini di guerra e in via prioritaria riferita al conflitto russo-ucraino in corso, ricevendo report predisposti dagli attori istituzionali coinvolti. Garantirà la partecipazione del Dipartimento della P.S. alle riunioni del Genocide Network e agli altri eventi in materia organizzati in ambito nazionale e internazionale. Avvierà i necessari contatti con le Unità specializzate già attive in altri Paesi per l’acquisizione di buone pratiche e lo scambio di esperienze.

I fenomeni criminali che destano più allarme sociale: gli atti intimidatori contro amministrazioni e giornalisti

Nel corso dell’anno il Servizio Analisi Criminale della Direzione centrale della polizia criminale ha prodotto una serie di Report sui fenomeni criminali che destano maggiore allarme sociale, tutti pubblicati sul sito del Ministero dell’Interno, come quelli sulla violenza contro le donne, sugli abusi sui minori, sulle gang giovanili, sui reati corruttivi e sulla criminalità predatoria, come furti e rapine.

L’attività si è sviluppata anche attraverso la partecipazione ad osservatori e gruppi di lavoro, che hanno coinvolto le istituzioni e i soggetti privati di riferimento, per monitorare i diversi fenomeni criminali ed elaborare delle strategie di prevenzione mirate alle realtà economiche e sociali in così rapida evoluzione:

  • Organismo tecnico di supporto all’Osservatorio nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali

Nei primi nove mesi del 2021, sono stati registrati 460 atti intimidatori (-16% rispetto allo stesso periodo del 2021). 

245 casi (53%) sono stati censiti nei confronti di sindaci anche metropolitani e 77 casi (17%) consumati attraverso le piattaforme social. 

  • Organismo permanente di supporto al Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti

Nei primi 9 mesi del 2021 sono stati registrati 84 atti intimidatori (-48% rispetto allo stesso periodo del 2021). 24 casi (29%) sono stati consumati tramite social network.

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