Teheran

Iran, messo a morte il primo manifestante da inizio proteste: "Guerra contro Dio"

Un tribunale rivoluzionario aveva giudicato Mohsen Shekari colpevole del reato di "guerra contro Dio" per aver bloccato una strada "con l'intento di creare terrore e uccidere"

Iran, messo a morte il primo manifestante da inizio proteste: "Guerra contro Dio"
AP Photo
Iran, proteste per la morte di Mahsa Amini

La magistratura della Repubblica islamica ha annunciato che Mohsen Shekari - arrestato nell'ambito delle manifestazioni che, da quasi tre mesi, chiedono maggiori libertà in Iran - è stato giustiziato. Si tratta della prima esecuzione di un manifestante dall'inizio delle proteste anti-governative nel Paese, scattate a metà settembre dopo la morte, in custodia della polizia morale, di Mahsa Amini.

Come ricorda la Bbc nella sua edizione in farsi, un tribunale rivoluzionario aveva giudicato Shekari colpevole del reato di "guerra contro Dio" per aver bloccato una strada "con l'intento di creare terrore e uccidere" e aver ferito "intenzionalmente", con un'arma da taglio, un membro della forza paramilitare dei Basij, mentre era in servizio. Secondo la magistratura, l'imputato avrebbe confessato. La sentenza era stata poi confermata dalla Corte Suprema.

La notizia dell'esecuzione di Mohsen Shekari è stata pubblicata su Twitter, questo è uno dei tanti post: “Aveva solo 23 anni, poco prima dell'alba il regime islamico ha messo a morte un manifestante arrestato a Teheran. Mohsen ha dato la sua vita per la libertà. Un'altra anima coraggiosa uccisa da un regime sanguinario”

Shekari era stato arrestato il 25 settembre, poi condannato il 20 novembre con l'accusa di "moharebeh", una parola farsi che significa appunto "guerra contro Dio", accusa che comporta la pena capitale. Le autorità iraniane stanno reprimendo con violenza il movimento di protesta, iniziato con le donne che manifestavano per maggiori libertà e il rispetto dei loro diritti umani e arrivato ormai a coinvolgere anche gli uomini e diverse classi sociali uniti dalla richiesta di mettere fine al sistema stesso della Repubblica islamica. Secondo le Ong per i diritti umani, le vittime della repressione da metà settembre sono oltre 400, di cui una sessantina minorenni.

Gli attivisti avvertono che anche altri manifestanti potrebbero essere presto giustiziati: sono almeno sette le persone arrestate nell'ambito delle manifestazioni e finora condannate alla pena capitale. "Bisogna rispondere in modo forte, con misure concrete a livello internazionale, all'esecuzione di Mohsen Shekari, altrimenti dovremo affrontare esecuzioni quotidiane di manifestanti", ha scritto Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore del gruppo di attivisti Iran Human Rights con sede a Oslo.