Propaganda o reale cambiamento?

Teheran scioglie la polizia morale? Non ci sono conferme. Sabahi: la protesta continuerà

L'annuncio del procuratore generale Montazeri: "Ma l'hijab resta importante". Al Jazeera: "Non ci sono conferme". Gli oppositori della diaspora: "Solo propaganda". L'intervista alla storica Farian Sabahi

Teheran scioglie la polizia morale? Non ci sono conferme. Sabahi: la protesta continuerà
(Ansa)
Un controllo da parte della polizia della morale in Iran

La polizia della morale iraniana, l'organo incaricato di controllare il rispetto dei precetti imposti dal regime della Repubblica islamica, sarebbe stata sciolta. Al momento, però, mancano conferme ufficiali. 

L’annuncio è stato dato dal procuratore generale Mohammad Jafar Montazeri a Qom città santa dell'Iran, a margine di un incontro con il clero del Paese.

Per alcuni, la dichiarazione arriva come una presa d’atto e di resa rispetto all’ondata delle proteste popolari pacifiche che da settembre dilagano in Iran, innescate dalla morte di Mahsa Amini, avvenuta mentre era in custodia proprio della polizia religiosa nel centro di detenzione di Vozara a Teheran. Molte le poliziotte velate incaricate di redarguire e all'occorrenza convocare nei centri di detenzione le iraniane riluttanti al velo, che continuano a riversarsi per le strade anche a costo della vita chiedendo l'abolizione del velo o la libera scelta. Per gli scettici bisogna essere cauti e verificare se l'abolizione del controllo sulle ferree regole religiose, di cui l'hijab alle donne è simbolo, sia reale.

"Non ci sono conferme sul fatto che il lavoro delle unità di pattugliamento, ufficialmente incaricate di garantire la 'sicurezza morale' nella società sia effettivamente terminato", scrive Al Jazeera commentando la notizia. "Nessun funzionario della Repubblica islamica dell'Iran ha detto che la Guidance patrol è stata chiusa", precisa poi la tv di stato iraniana in lingua araba Al-alam, citata da Cnn che ha chiesto un commento ufficiale al ministero dell'interno di Teheran. 

Nell'annuncio Montazeri ha inoltre specificato che “la magistratura continuerà a vigilare sui comportamenti e ha sottolineato che l'abbigliamento femminile continua ad essere molto importante, soprattutto nella città santa di Qom”. Dunque, “la caduta” dell'hijab in vigore dal lontano 1983 dopo la Rivoluzione e divenuto in queste ultime 12 settimane di proteste simbolo di volontà di riforme radicali nella società iraniana, non sarebbe in discussione, anche se il procuratore ha annunciato che tra due settimane il parlamento iraniano discuterà una modifica della legge sull'uso obbligatorio del velo islamico. È tutto da vedersi. In fondo l'hijab è come il muro di Berlino, se cade il velo cade tutto" dice Masih Alinejad, giornalista dissidente esule in Usa. 

Tuttavia la giustizia iraniana continuerà ad essere ufficialmente incaricata di controllare che la lettura sciita della legge coranica (Sharia) sia rispettata: “La polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura”, ha detto ancora Montazeri che, secondo Radio Farda, ha riconosciuto i recenti “incidenti,” che hanno portato l'apparato della sicurezza a cercare "una soluzione prudente a questo problema".

Una poliziotta velata della polizia religiosa iraniana (Ansa)
Una poliziotta velata della polizia religiosa iraniana

La notizia dell'abolizione della polizia morale sembra musica per le orecchie dei sostenitori di Donna Vita Libertà! anche se la comunità internazionale di iraniani della diaspora crede che l'annuncio sia “solo propaganda” e che "essendo il personale del Corpo militare parte del sistema "pubblico" e quindi non licenziabile, lo stesso verrà al momento redistribuito fra i ranghi delle Forze di sicurezza interne".  Per Farian Sabahi storica dell'Iran e docente alla John cabot University la notiza "arriva troppo tardi, le proteste non si fermeranno". L'intervista a Rainews.it:

Quella che per alcuni esperti è divenuta una proto-rivoluzione in Iran muove i primi passi da un tentativo da parte del governo attuale guidato dal presidente ultraconservatore Ebrhaim Raisi di un progetto sociale di rafforzamento delle regole di condotta e sociali sulla popolazione già stremata dall'aumento dei prezzi dovuto alle sanzioni internazionali in vigore per il Paese a causa del fallimento del patto sul nucleare iraniano (Jcpoe). 

Era già da Luglio che, a causa di quella che Raisi ha considerato una perdita di valori progressiva, era in atto il "Progetto castità e hijab", con cui la polizia ha incrementato ispezioni nelle metro e sugli autobus, e molte donne prima di Mahsa Amini sono state arrestate perchè non indossavano o indossavano male il velo. Creò rabbia e sgomento l'arresto della giovane scrittrice Sepideh Rashno da parte della polizia, apparsa in seguito in televisione per esprimere pubbliche scuse, evidentemente in stato di shock, dopo botte e torture. Ad oggi sono quasi 500 le vittime delle proteste di piazza, di cui 63 minori e 18000 gli arresti di manifestanti, 4 dei quali sarebbero già morti per impiccagione. Alcuni dei ribelli sono considerati “nemici di Dio” dalla magistatura iraniana, reato che in Iran porta fino alla pena di morte.

Donne si tolgono il velo al funerale di Mahsa Amini @tweeter
Donne si tolgono il velo al funerale di Mahsa Amini