Contro le ritorsioni

Lavoro, whistleblowing: il governo rafforza le tutele per chi denuncia gli illeciti

Venerdì il provvedimento arriva in Consiglio dei ministri

Lavoro, whistleblowing: il governo rafforza le tutele per chi denuncia gli illeciti
Foto di form PxHere
Lavoro

Il governo accelera sul whistleblowing, la norma che protegge i lavoratori che segnalano illeciti rilevati sul luogo di impiego. Sul tavolo del prossimo Cdm di venerdì, dovrebbe arrivare, secondo quanto riferito, anche uno schema di decreto legislativo che recepisce una direttiva Ue che allarga la platea dei beneficiari delle protezioni previste ed estende le tutele anche ai privati. L'Anac sanziona le eventuali ritorsioni che si allargano: non solo il licenziamento ma anche vari tipi di discriminazioni o danni alla reputazione sui social. Confermate le multe fino a 50 mila euro. 

La direttiva europea va recepita entro sabato 10 dicembre ed estende la platea di chi è tutelato nella denuncia. Nella bozza di decreto legislativo che dovrebbe approdare sul tavolo del Cdm sono previsti, tra gli altri, anche collaboratori, consulenti, volontari o tirocinanti, ma anche colleghi di lavoro della persona segnalante che lavorano nel medesimo contesto lavorativo e che hanno con la persona un rapporto abituale. Tra le ritorsioni sanzionabili viene inserito anche il cambiamento del luogo di lavoro, la modifica dell'orario di lavoro; la sospensione della formazione; le note di merito negative o le referenze negative; la coercizione, l'intimidazione, le molestie o l'ostracismo; la discriminazione o comunque il trattamento sfavorevole e ancora i danni, anche alla reputazione della persona, in particolare sui social media, ma anche l'inserimento in elenchi impropri sulla base di un accordo settoriale o industriale formale o informale, che può comportare l'impossibilità per la persona di trovare un'occupazione nel settore o nell'industria in futuro; l'annullamento di una licenza o di un permesso; la richiesta di sottoposizione ad accertamenti psichiatrici o medici. 

Tra le novità anche il rafforzamento dell'Anac. "Al fine di avviare un'azione di rafforzamento delle strutture coinvolte e di assicurare un presidio costante delle procedure e delle attività delineate dal presente decreto - si legge nella bozza dello schema di decreto legislativo - la dotazione organica dell'Anac è integrata di ventidue unità di personale". 

La soddisfazione del presidente dell'Anac, Giuseppe Busia

"La tutela del whistleblower è un diritto fondamentale, riconosciuto a livello internazionale, estensione del diritto di libertà di espressione. Preservare i whistleblower da comportamenti ritorsivi è l'imperativo dell'Autorità: chi responsabilmente denuncia qualche irregolarità sa di poter trovare tutela, senza temere le ritorsioni dei suoi superiori. Bene quindi il rafforzamento da parte del governo di questi poteri dell'Autorità, e bene l'allargamento del campo di applicazione, come richiesto dall'Unione europea". Lo dichiara il presidente dell'Anac, Giuseppe Busia, che aggiunge: "Nel dibattito di queste settimane c'è chi ha sollevato il dubbio che l'istituto del whistleblowing possa essere usato male, magari come elemento di pressione o di ricatto sui propri superiori. Proprio l'attento esame dei casi costituisce una delle funzioni più delicate affidate ad Anac".

L'Autorità anticorruzione, prosegue il presidente dell'Anac, "offre protezione solo a chi realmente la merita (perché è stato sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito, o sottoposto ad altre misure punitive solo perché ha segnalato un illecito commesso da un suo dirigente), e non a chi viene giustamente sanzionato dal proprio datore di lavoro o, addirittura, effettua una segnalazione come whistleblower al solo scopo di crearsi una sorta di alibi o scudo rispetto a sanzioni che sa essere imminenti".

Di recente, l'Anac "è intervenuta - ricorda Busia - comminando una sanzione di 5mila euro ad un alto dirigente medico di una Asl della Puglia per comportamento grave e ritorsivo nei confronti di un collega medico che aveva denunciato comportamenti illeciti e irregolari da parte del superiore. Il dirigente medico sottoposto era stato oggetto di tre procedimenti disciplinari nel giro di poco tempo fra il 2020 e il 2021, con trasferimento ad altra sede operativa, per aver fatto presente presunti illeciti all'interno dell'Asl stessa. Anac è intervenuta e ha dichiarato la nullità del provvedimento di trasferimento, oltre ad infliggere la sanzione".