La Legge di bilancio

Manovra, testo in aula alla Camera domani. Seduta notturna riaggiornata oggi alle 13

Opzione donna, resta l'anticipo della pensione per chi ha figli. I mutui ipotecari potranno tornare dal tasso variabile al fisso. Nessun emendamento: si attendono quelli dei relatori

Manovra, testo in aula alla Camera domani. Seduta notturna riaggiornata oggi alle 13
Foto Repertorio /Ansa
Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato

Il testo della Manovra andrà in aula alla Camera domani 21 dicembre alle 13 con votazioni non prima delle 16. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Alle 16 dovrebbe essere posta la questione di fiducia che, trascorse le 24 ore previste dal regolamento, sarebbe votata a partire dalle 16 di giovedì.

Intanto è stata una lunga notte quella in commissione Bilancio della Camera. Nella seduta fiume iniziata alle 19.30 non è stata approvata alcuna modifica. 

Dopo undici ore la seduta è terminata senza approvare alcun emendamento. Nelle ultime quattro ore i lavori sono rimasti sospesi per le trattative fra il governo e i gruppi, di maggioranza e opposizione. Gli emendamenti dei relatori, spiegano fonti parlamentari, ancora non sono stati depositati. Il presidente della commissione, Giuseppe Mangialavori, verso le 6.20 ha riaperto la seduta per annunciarne la chiusura. Alle 13 è convocato l'ufficio di presidenza, poi la commissione tornerà a riunirsi alle 14. 

 

 

 

La discussione sugli emendamenti inclusi nel fascicolo dei segnalati è andata avanti cinque ore: ne sono stati bocciati un centinaio di Pd, M5s, Terzo polo e Avs, e ne sono stati accantonati più di 420. Non è mancata qualche scintilla fra opposizioni e maggioranza. Unico momento di condivisione bipartisan, l'applauso dei deputati all'unisono per gli auguri di buon compleanno al collega del Pd Toni Ricciardi.

Alle 2.30 i lavori nella Sala del Mappamondo di Montecitorio sono stati sospesi per oltre tre ore. Fra stanchezza e nervosismo, a quel punto il governo ha avviato delle trattative, proseguite a rilento, con i vari gruppi, di maggioranza e opposizione, sulle richieste da inserire negli emendamenti dei relatori e dell'esecutivo: un complicato gioco di incastri, con tanti desiderata e poche le risorse con cui garantire le coperture, poiché il fondo per le modifiche parlamentari si sarebbe ridotto a circa 200 milioni di euro.

I nuovi emendamenti a firma dell'esecutivo e i tempi stretti portano però le opposizioni a paventare l'esercizio provvisorio. Ma la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rassicura: "Noi andiamo avanti e mi sento di garantire che ci sarà una Legge di bilancio nei tempi in cui deve esserci".

Il governo ha presentato alla Commissione un quinto pacchetto di emendamenti alla manovra. Nel corso della giornata si sono avuti bilaterali tra i gruppi parlamentari e tecnici del Mef per capire quali emendamenti potranno trovare spazio o meno, visto che parte del 'fondino' da circa 400 milioni potrebbe essere già stato assorbito dai testi depositati dal governo. 

"Usano i tempi della commissione per farsi i fatti loro", attacca la dem Debora Serracchiani. "Il presidente non svolge un ruolo di garanzia", dice Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione. "La verità è che la manovra non è pronta", sottolinea Marco Grimaldi di Avs. Le opposizioni parlano, inoltre, della possibilità che "il testo non verrà approvato in Aula alla Camera prima di Natale".   

"Il governo sta facendo tutto il possibile con i tempi ristretti che ha. Se avessimo avuto 25 miliardi in meno da dare all'energia certamente avremmo fatto una manovra diversa e avremmo potuto dare molto spazio a tante istanze. Abbiamo avuto molto poco tempo e tanti problemi derivano anche dall'assenza di risorse", dice il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, al termine dell'Ufficio di presidenza. L'esponente di governo invita i partiti della minoranza alla calma e assicura che dal governo non arriveranno altri emendamenti. 

L' innalzamento a 600 euro delle pensioni minime per gli over 75, secondo le modifiche presentate in commissione, vale per il momento solo per il 2023. Cambia la norma della manovra che rivede per il 2023 e 2024 la rivalutazione automatica delle pensioni. Viene, infatti, portata dall'80 all'85% la rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (circa 2000-2500 euro). Mentre per le pensioni più alte gli scaglioni vengono rivisti con una riduzione della percentuale: dal 55% al 53% per quelle tra 5 a 6 volte il minimo; da 50% a 47% tra 6 e 8 volte il minimo da 40% a 37% da 8 a 10 volte il minimo e da 35% a 32% negli assegni oltre 10 volte il minimo.

Negli emendamenti è prevista l'istituzione della Segreteria tecnica della Cabina di regia per la determinazione dei LEP (Livelli essenziali delle prestazioni), si legge in una scheda del ministero dell'Economia che riassume le modifiche illustrate ieri sera dal ministro Giancarlo Giorgetti. Viene soppressa la norma che modifica la disciplina sanzionatoria sull'uso del Pos.

Opzione donna per ora non cambia. Negli emendamenti del governo non compare infatti alcuna modifica della misura che prevede per il 2023 la possibilità dell'anticipo pensionistico con un'età di 60 anni, che può essere ridotta di un anno per ogni figlio e nel limite massimo di 2 anni, ma limitatamente a tre categorie specifiche di lavoratrici: caregiver, invalide almeno al 74% licenziate o dipendenti da aziende con tavolo di crisi. Il Pd insiste però per tornare alla versione attualmente in vigore, senza vincoli legati ai figli e valida dunque per tutte le donne.

Sale da 20.000 a 25.000 euro il limite del reddito al quale potrà essere applicato il taglio del cuneo fiscale del 3%. Da 25.000 e fino a 35.000 euro il taglio del cuneo fiscale è confermato al 2%. Con lo stesso emendamento si dispone l'aumento da 500.000 a 800.000 dei redditi per i quali le imprese minori possono ricorrere alla contabilità semplificata.

Nel 2023 il Reddito di cittadinanza sarà versato ai percettori abili al lavoro per sette mesi anzichè per otto, come stabiliva il disegno di legge di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri. La novità, già informalmente annunciata, è contenuta nell'emendamento del governo alla manovra. L'ulteriore stretta comporta un aumento dei risparmi che salgono da 743 milioni di euro a quasi un miliardo, esattamente a 958 milioni di euro.

Prende forma il contenuto del nuovo bonus cultura, che potrebbe chiamarsi 'CartaG', in sostituzione di 18 App. La nuova formulazione prevista in un emendamento di maggioranza, a quanto si apprende da fonti parlamentari, prevederebbe un doppio binario per ricevere il fondo dedicato ai contenuti culturali destinato ai neo diciottenni: un Isee familiare fino a
35mila euro o il massimo voto, 100, all'esame di maturità. Il sistema di erogazione con card o app digitale rimarrebbe inalterato.Si starebbe lavorando, a quanto filtra, per capire se sussistano le coperture necessarie per un eventuale raddoppio del bonus da 500 euro per coloro che rientrano sia nella categoria del reddito sia in quella del merito scolastico. I settori culturali di applicazione, oltre a quello del libro, verranno definiti a gennaio con gli operatori economici interessati dalla misura. Allo studio anche possibili sanzioni per gli esercenti che si dovessero prestare ad eventuali truffe organizzate con i fondi destinati al contributo. 

In uno degli emendamenti del governo spuntano anche regole ad hoc per le intercettazioni preventive legate alle attività di intelligence. Si trasferiscono dal ministero della Giustizia al sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica le spese per le intercettazioni ai fini di intelligence. L'autorizzazione spetta al procuratore generale della procura di Roma, le intercettazioni possono durare "40 giorni" prorogabili "per periodi successivi di venti giorni". Va redatto un "verbale sintetico" da depositare entro 30 giorni dalla fine delle intercettazioni che vanno distrutte dopo le comunicazioni del premier a Copasir.

“Non interessano le scaramucce parlamentari, agli italiani importano le 'stoccate' che siamo riusciti a mettere a segno in questa legge di Stabilità” ha detto il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, intervenendo a Rai News 24. "Forza Italia al governo con il centrodestra ha dimostrato la sua capacità di essere dalla parte di chi ha bisogno e di chi vuol far crescere il proprio Paese scommettendo su se stesso come ci ha indicato Silvio Berlusconi". Lo ha detto il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, intervenendo a RaiNews24. "Tutto il resto - ha continuato - dalle polemiche sul Pos a quelle sul tetto al contante, appartiene al solito sterile teatrino di una sinistra e di un'opposizione allo sbando". Il parlamentare azzurro ha evidenziato che i risultati conseguiti vanno "dall'aumento delle pensioni minime con ulteriori 500 milioni per le famiglie in difficoltà alla decontribuzione per i nuovi assunti che procede di pari passo con la possibilità di usufruire dei 'buoni lavoro', dai correttivi al Superbonus - con il fondamentale intervento sullo sblocco dei crediti - fino alle misure per il Sud". Secondo Mulè ciò è stato fatto "senza dimenticare la flat tax per gli autonomi, la pace fiscale e la mole di aiuti per fronteggiare inflazione e caro energia". 

Le opposizioni però vanno all'attacco: "Come volevasi dimostrare, sui Pos (come sui rave) il governo Meloni si è schiantato da solo contro un muro", ha scritto sui social il senatore e responsabile economico del Pd Antonio Misiani. "Contrordine, camerati: la soglia a 60 euro salta, va bene il credito d'imposta. Come aveva già fatto Draghi. E come aveva proposto il Pd" ha aggiunto.

Dal Terzo Polo il commento di Matteo Renzi: "Per un mese hanno parlato solo del Pos e oggi fanno marcia indietro. Neppure sulle pensioni hanno mantenuto la parola: i soldi che avevano promesso ai pensionati finiranno ai presidenti di Serie A. Spero che i parlamentari di maggioranza abbiano un sussulto di dignità: questa legge di bilancio è davvero imbarazzante", ha scritto su twitter il leader di Italia Viva.