“La prima arbitra ai Mondiali è una porta che si apre per tutte le donne nel mondo”

Mahboobeh Razavi è una iraniana che fa l’arbitra in Qatar: “Mi sono sentita orgogliosa. Episodi che possono influenzare le culture"

“La prima arbitra ai Mondiali è una porta che si apre per tutte le donne nel mondo”
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L'arbitra Mahboobeh Razavi

In occasione della partita Costa Rica – Germania della Coppa del Mondo è accaduto un fatto storico: per la prima volta ad arbitrare è stata una donna, la francese Stéphanie Frappart. 

Tra gli spettatori di questo momento che resterà nella memoria di tutti c’è anche Mahboobeh Razavi. E’ iraniana, ha 36 anni e da 2 anni vive in Qatar. Dove – appunto – fa l’arbitra. Anzi, è una delle sole 4 arbitre che hanno l’abilitazione a dirigere una partita nel Paese mediorientale.

E’ una porta che si apre per le arbitre, e in generale per tutte le donne, per costruire la strada verso una maggiore inclusione nei più importanti eventi sportivi mondiali. Spalla a spalla con gli uomini. E’ la prova che possiamo pensare in grande”.

Ne parla commossa, ha gli occhi lucidi: “Quando ho visto Frappart entrare in campo mi sono sentita orgogliosa. Come donna, mi ha dato ancora più fiducia nella nostra forza”.

“Sono felice che questo sia accaduto in Qatar. Perché questi sono fatti che possono influenzare la cultura. Ancora oggi c’è chi non vuole che la propria figlia giochi a pallone, o che faccia sport in generale. Vedere in tv che a dirigere una partita della Coppa del Mondo c’era un’arbitra, fa capire che invece avere una donna allenatrice o arbitra ai più alti livelli del calcio mondiale è una cosa normale. Può aiutare le donne che ancora si scontrano con queste difficoltà. Può aprire la strada per una maggiore inclusione. Per le donne in Qatar, ma non solo. Perché è una questione che riguarda molti Paesi del Medio Oriente, dell’Africa”

Tutto questo “può essere di ispirazione per molte donne nel mondo, aumentare la fiducia in loro stesse. Con l’ingresso di Stéphanie Frappart il messaggio che è arrivato a tutte è: ‘Lo potete fare anche voi, è possibile’ ”.

“Io vengo dall’Iran, un Paese dove ho avuto molte difficoltà a diventare ciò che desideravo essere. Sin da quando ho iniziato a giocare, ho dovuto lottare per affermare i nostri diritti come donne: gli investimenti economici, le strutture, fino agli orari degli allenamenti”.

Mondiali Qatar 2022 - l'arbitra Mahboobeh Razavi rainews.it
Mondiali Qatar 2022 - l'arbitra Mahboobeh Razavi

Mahboobeh è arrivata in Qatar per completare gli studi in Scienze Motorie. Si è laureata pochi mesi fa. Poi ha deciso di approfittare della possibilità di rimanere per un anno dopo gli studi proprio per esserci durante i mondiali. 

Ama il calcio da sempre: “I primi ricordi che ho risalgono a quando avevo 5 anni. Mi esercitavo in casa fare i tiri con un pallone. E poi giocavo con i miei fratelli e i miei cugini. All’epoca in Iran non c’erano squadre femminili. E così giocavo con loro: appena trovavamo anche un piccolo pezzo di terra, cominciavamo a giocare a pallone”.

Poi il trasferimento con la famiglia nella città di Shiraz, e finalmente una squadra di calcio femminile: “Ala sinistra, ma calcio di destro. E di solito faccio gol”, dice con la risata di chi parla di una autentica passione.

“I soldi per il calcio femminile non c’erano: quindi c’erano pochi allenatori e pochi arbitri. E così io mi proposi per seguire entrambi i corsi. Poi però fui costretta a decidere: o l’uno o l’altro. Così proseguii come allenatrice, perché mi piace molto insegnare e vedere i miglioramenti dei miei allievi. Sono arrivata ad allenare nella massima serie femminile”.

“Ma dentro mi era rimasta la passione per l’arbitraggio. Per questo, quando sono venuta in Qatar, ho avuto la possibilità di essere coinvolta in un torneo internazionale di calcio femminile e ho ricominciato ad arbitrare.

Ho avuto la fortuna di poter riprendere a fare sia l’arbitra che l’allenatrice. Anzi, posso dire di essere la prima donna in Qatar ad allenare una squadra di maschi: bambini dai 5 agli 8 anni. Fino ad ora non era mai accaduto”

“Tutto quello che sto vivendo oggi, l’ho sognato anni fa quando ero ancora in Iran . Quindi io credo nei sogni, nel restare concentrati sui propri obiettivi, e andare sempre avanti”.

E allora qual è la parte del sogno che si deve ancora realizzare? 

“Partecipare ad un Mondiale di calcio femminile come arbitra o come allenatrice. Purtroppo i limiti di età imposti per gli arbitri sono molto stringenti. Ma come allenatrice ci proverò. Perché anche questo era nel mio sogno. E, se si resta seduti a guardare, nulla accade: quindi io ci proverò”.