L'ambasciatore iraniano a Roma incontra la stampa italiana

Iran, Sabouri: "Pene capitali dopo processi equi, altri Paesi non possono imporci la loro cultura"

Le proteste, le violenze ("nessuno stupro"), la messa a morte di manifestanti ("non pacifici"), ma anche l'accordo sul nucleare ("a portata di mano") e la guerra in Ucraina nell'incontro con la stampa. Tajani: "Una repressione che lascia sgomenti"

Iran, Sabouri: "Pene capitali dopo processi equi, altri Paesi non possono imporci la loro cultura"
Islamic Republic of Iran Ministry of Foreign Affairs
Mohammad Reza Sabouri, il nuovo ambasciatore iraniano a Roma

I giornalisti delle principali testate nazionali hanno partecipato oggi a Roma alla prima conferenza stampa del nuovo ambasciatore iraniano in Italia, Mohammad Reza Sabouri.

Sabouri incontra la stampa italiana mentre in Iran continua la massiccia protesta in nome di Mahsa Amini. “La Repubblica islamica dell'Iran accetta e condivide il diritto internazionale e rispetta i diritti delle donne", dice il diplomatico.  "Anche noi commettiamo errori ma non accettiamo letture politiche e ingerenze. Rispettiamo i valori umani, ma non accettiamo la pretesa di alcuni Paesi di imporre la loro cultura e il loro stile di vita ad altre società”. L'Iran "non scambierà la sua indipendenza e sicurezza con niente. Né con l'Est né con l'Ovest continua a essere il concetto che guida la nostra politica e non diventeremo satellite di alcun Paese", ha detto alla stampa italiana l'emissario degli ayatollah a Roma. Eppure "La libertà, di pensiero e di scelta, è uno dei valori dell'Islam", ha tenuto a sottolineare il diplomatico.

Ieri il neo-ambasciatore è stato ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che per l'occasione ha espresso "la ferma condanna della Repubblica italiana e la sua personale indignazione per la brutale repressione delle manifestazioni e per le condanne a morte e l'esecuzione di molti dimostranti", come recita la nota del Quirinale in merito all'incontro.

Mattarella ha sollecitato l'Ambasciatore sull'urgenza di porre immediatamente fine alle violenze. La Dichiarazione sui Diritti dell'Uomo è un "limite invalicabile".

Oltre alle parole del presidente Mattarella, molti sono stati gli appelli a fermare la repressione da parte della comunità istituzionale internazionale che per lo più si è detta indignata davanti alle condanne a morte e ai processi sommari accaduti in questi ultimi quattro mesi.  

I rapporti tra Italia e Iran sembrano essersi incrinati nonostante la scarcerazione di Alessia Piperno dalla prigione di Evin a Teheran. Ma, rileva il diplomatico, "Non c'è nessuna questione di tradimento" da parte del governo di Roma verso Teheran: "ci aspettiamo però un atteggiamento più costruttivo da parte delle autorità italiane. "L'Iran è pronto ad accogliere il know how e la tecnologia italiana e siamo pronti a portare i rapporti al glorioso passato. L'Italia è per noi la porta d'accesso all'Europa in tuti i campi". "Mi auguro che col nuovo anno ci sia una ulteriore progressione dei rapporti bilaterali", ha aggiunto. Per poi rispondere a diverse domande della stampa.

Le manifestazioni sono ammesse?

"Le proteste e le manifestazioni in Iran sono ammesse solo se pacifiche, la pena capitale è autorizzata per reati più gravi", ha risposto il diplomatico circa la richiesta rivolta dall'Italia a Teheran di sospendere le sentenze capitali contro i manifestanti arrestati e aprire un dialogo con la piazza. Le autorità iraniane guidate dal clero non hanno arretrato di un centimetro davanti alle richieste del popolo che manifesta. A sfidare gli ayatollah in oltre 150 città del paese sono donne, uomini, adolescenti, e perfino anziani come Gohar Eshghi, “Questa rabbia rovescerà il regime” ha detto in un nuovo video inviato in Italia l'ottantenne iraniana che - non senza coraggio - si tolse il velo a sostegno della protesta, premiata oggi in Campidoglio. 

I processi sono equi?

Secondo stime delle ong per i diritti umani sarebbero 19000 i manifestanti arrestati e un centinaio quelli condannati a morte che non hanno avuto possibilità di essere difesi da avvocati di fiducia in processi definiti "lampo" dagli attivisti. Coloro a cui è stata applicata la pena capitale, dice Sabouri, hanno avuto un processo equo: "a chi non può permettersi un legale di fiducia ne viene assegnato uno di ufficio e questo è fatto che dipende dagli imputati".

Il bilancio delle vittime 

Sempre secondo le ong sarebbero oltre 500 le vittime della repressione ordinata dalle autorità sui manifestanti. "Sono non più di 300 le persone che hanno perso la vita nei disordini. Anche se fossero oltre 500 (come dicono le Ong, ndr), abbiamo riscontrato che sono state uccise con armi non in dotazione delle nostre forze dell'ordine e si apre così un grande punto interrogativo su chi abbia utilizzato queste armi". 

Violenza sulle donne

Il procuratore generale in Iran ha disposto indagini per "approfondire e verificare la veridicità" delle denunce di violenze sessuali sulle manifestanti arrestate e in carcere, "anche l'Organizzazione per la difesa dei diritti umani sta svolgendo delle indagini. In base ai dati ufficiali, nelle prigioni dove sono rinchiuse le detenute non hanno accesso gli uomini". 

I Pasdaran nella lista dei terroristi?


"Il corpo delle Guardie della Rivoluzione iraniana è un corpo ufficiale della Repubblica islamica che ha relazioni anche strette con forze militari di diversi Paesi e ha avuto successi straordinari negli ultimi 40 anni, come la lotta vittoriosa contro al Qaeda e l'Isis. Abbiamo chiesto a tutti i Paesi, tra cui Italia, di non entrare in ambiti come questo, che costituiscono una linea rossa per la Repubblica islamica dell'Iran", ha detto Sabouri, commentando le iniziative politiche che a Roma e Bruxelles chiedono l'inserimento dei Pasdaran nella lista delle organizzazioni terroristiche.

L'Ucraina e i droni venduti a Mosca

"L'Iran non è né con l'Est né con l'Ovest - e non è uno slogan". "Per quanto riguarda la guerra in Ucraina ribadisco che siamo contrari alla guerra. Ci siamo resi disponibili per mediare tra le due parti". Sulla collaborazione militare con Mosca ha poi affermato: "la collaborazione con Mosca nel campo della difesa non è nuova, prima dell'inizio della guerra Teheran ha fornito alla Russia un numero esiguo di droni ma non c'entrano niente con i droni di cui si parla tutti i giorni in Ucraina. Abbiamo protestato con Mosca sull'uso dei nostri droni in Ucraina e loro hanno smentito l'utilizzo". 

L'accordo sul nucleare (Jcpoe)

La crisi in corso nel paese del Medioriente viene da lontano, anche dalle sanzioni imposte all'Iran dopo il fallimento del patto sul nucleare iraniano da cui gli Stati Uniti sono usciti unilateralmente nel 2018 per volere dell'allora presidente Trump. Ora la diplomazia cerca di metterci riparo: "Se ci fosse una reale volontà, un accordo sul nucleare sarebbe alla portata di mano", ha detto Sabouri.

 

La foto simbolo scattata nel Kurdistan iraniano durante la manifestazione per i 40 giorni dalla morte di Mahsa Amini social media
La foto simbolo scattata nel Kurdistan iraniano durante la manifestazione per i 40 giorni dalla morte di Mahsa Amini

L'audizione del Ministro degli Esteri Antonio Tajani

Oggi alle 13.30 il Ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato ascoltato dalle Commissioni congiunte di Esteri e Difesa del Senato su Iran e sui disordini in Brasile. Dopo le parole di Sabouri, il capo della Farnesina ha espresso forte preoccupazione per i metodi usati in Iran e ferma determinazione a voler chiedere il rispetto dei diritti umani violati.

"La repressione in Iran ci lascia sgomenti", ha detto Tajani, in accordo con quanto affermato ieri da Mattarella. "Chiediamo l'immediata cessazione della repressione, in linea con il Parlamento e con quanto detto dal Capo dello Stato e dal presidente del Consiglio". Tajani ha anche chiesto una moratoria sulla pena di morte: in Iran le autorità applicano una "cieca repressione", con "ricorso arbitrario alla pena capitale" che rende "sempre più difficile un dialogo costruttivo".

"Speravamo ci fosse un cambiamento" nell'atteggiamento dell'Iran "dopo la liberazione di Alessia Piperno", ma "quel segnale si è dimostrato senza seguito".

"L'attuale situazione interna iraniana, la complessa interazione con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica", insieme all'arricchimento dell'uranio", "rendono molto complicato il rilancio" dell'accordo internazionale sul nucleare, anche se si continua a "coltivare la speranza del ripristino" dell'intesa firmata nel 2015. "All'ambasciatore iraniano, in merito al dossier nucleare, ho detto: lasciamo aperto lo spiraglio diplomatico", ha aggiunto il titolare della Farnesina - "non bisogna mai arrendersi".