Esclusi interventi sulle accise

Caro carburanti, il governo approva una norma sulla trasparenza dei prezzi ai distributori

Pichetto: "Si va verso stabilizzazione dei prezzi". Codacons: "Sulla A14 superati i 2,5 euro al litro". L'Antitrust chiede alla GdF i documenti dei controlli. Le imprese di raffinazione e distribuzione respingono le accuse di speculazione

Caro carburanti, il governo approva una norma sulla trasparenza dei prezzi ai distributori
LaPresse
Governo Meloni, riunione del Consiglio dei Ministri - immagine d'archivio

Il costo ormai alle stelle di benzina e gasolio è arrivato a Palazzo Chigi. Il consiglio dei ministri ha approvato un decreto che rinnova per il primo trimestre 2023 i buoni benzina per un valore massimo di 200 euro per lavoratore dipendente. A proporre la proroga, il ministro  dell'economia Giancarlo Giorgetti. Con la norma approvata dal Cdm che introduce un nuovo regime di trasparenza per la vendita dei carburanti attraverso l'individuazione di un prezzo medio nazionale da esporre ai distributori, viene definito anche un impianto sanzionatorio per i trasgressori. Nel Consiglio dei ministri svolto a Palazzo Chigi - riferiscono fonti presenti alla riunione - sono stati esclusi interventi sulle accise, al momento non ipotizzabili. 

Il decreto si chiama “norme sulla trasparenza dei prezzi sui carburanti e sul rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del garante dei prezzi”. Il testo prevede che esercenti e gestori siano obbligati ad esporre il prezzo medio nazionale dei carburanti accanto a quello di vendita, in ogni distributore di benzina. Il prezzo verrà calcolato giornalmente dal ministero dell'Ambiente e comunicato sul sito del dicastero. Non solo. Sulla rete autostradale i prezzi di vendita non potranno essere superiori a una percentuale - che il governo sta ancora definendo - del prezzo medio nazionale. Verrà inoltre irrobustita la collaborazione con la Guardia di Finanza per avere più controlli sulle condotte speculative. In caso di violazione, sono previste sanzioni per i recidivi, con possibilità di sospendere l'attività dei furbetti da 7 fino a 90 giorni. Inoltre verrà istituita una Commissione di allerta rapida sui prezzi, all'interno dell'Antitrust. 

“Non era questo il tipo di provvedimento che ci aspettavamo”, è il commento di Giuseppe Sperduto, presidente di Faib Confesercenti, al provvedimento varato dal consiglio dei ministri. "L'esecutivo smentisce se stesso - aggiunge -: i dati ufficiali del Ministero dell'Ambiente certificano che l'aumento dei prezzi alla pompa è stato in linea con il rialzo dovuto al ripristino delle accise, ma il Cdm sceglie di ignorarli e di considerare comunque i gestori come pericolosi speculatori. E per questo vara un provvedimento che scarica su di essi - che non stabiliscono i prezzi e sono evidentemente l'anello più debole della filiera dei carburanti - l'ennesimo assurdo adempimento. Inoltre, si esasperano ulteriormente i gestori, che già oggi espongono una decina di cartelli prezzi sulle aree di servizio. Si crea una vera e propria babele cartellonistica, utile solo ad esporre i gestori ad ulteriori sanzioni creando confusione nei consumatori. Si apre poi un vulnus nella regolamentazione europea in materia di concorrenza: siamo curiosi di sapere cosa ne pensa l'antitrust".

Prima del consiglio dei ministri si è svolto l'incontro tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale Giuseppe Zafarana. Al centro della riunione c'è stata la necessità di fare il punto e di valutare ogni possibile ulteriore azione di contrasto alla corsa verso l'alto dei prezzi dei carburanti. 

Sulla questione è intervenuto nel pomeriggio anche il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, durante la registrazione di "Porta a porta" in onda su Rai1: "Dai dati che abbiamo rilevato dovrebbe esserci una stabilizzazione su questi prezzi", facendo riferimento alla media dei prezzi sui carburanti rilevati dal 1 all'8 gennaio, 1,812 la benzina e 1,868 il gasolio.

Accise, sì o no? 

La domanda del giorno infiamma giornali e social, mentre aumenta la preoccupazione degli automobilisti italiani che hanno trovato, alla pompa, un prezzo medio della benzina servito a 1,965 euro/litro e quello del diesel arrivato a 2,023 euro/litro.

I dati, elaborati dal Quotidiano energia e basati sui prezzi i prezzi comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy, evidenziano una realtà in cui arrivare a fine mese diventa sempre più difficile. E il tema rischia di indebolire il consenso al governo Meloni.

Sulla scia di listini che, su strade come la A14, hanno sfondato la soglia psicologica dei 2,5 euro al litro (nello specifico: benzina a 2,444 euro e gasolio 2,531 euro) il Codacons, dopo la denuncia a 104 Procure e Guardia di Finanza, ha presentato anche l’esposto all’Antitrust.

La richiesta è di aprire un’istruttoria per accertare eventuali pratiche scorrette o cartelli anti-concorrenza. In particolare, l'associazione domanda di "verificare con sollecitudine l'esistenza di eventuali intese vietate e porre subito un freno a tali condotte che stanno arrecando dei gravi danni ai consumatori”. 

E l'Antitrust ha chiesto la documentazione alla Guardia di Finanza per valutare pratiche commerciali scorrette nei confronti dei consumatori e violazioni della concorrenza. Il presidente dell'Autorità, Roberto Rustichelli, ha scritto al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, chiedendo - si legge in una nota - la collaborazione del Corpo al fine di acquisire la documentazione inerente ai recenti controlli effettuati sui prezzi dei carburanti, con particolare riferimento alle violazioni accertate.

L’Unione Energie per la Mobilità, però, respinge fermamente le accuse di speculazione sui prezzi.

“È un'accusa senza fondamento, perché tra l'ultima settimana di dicembre e i primi giorni di gennaio il prezzo industriale dei carburanti, stante la sostanziale stabilità dei mercati internazionali, non è variato e la differenza che vediamo oggi è dovuta al solo aumento delle accise”.

Così Claudio Spinaci, presidente dell’Unem, che dalle pagine de La Stampa chiarisce: “Siamo in pratica tornati ai prezzi del 23 marzo dopo il taglio delle accise, ma senza il taglio. Il benchmark per i carburanti non sono le quotazioni del greggio ma le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati. Il problema resta l'elevata tassazione. In Germania il gasolio alla produzione costa oltre15 cent in più, ma al consumo ne costa 3 in meno. È un diritto-dovere del governo esercitare gli opportuni controlli ma i numeri non mentono”.  

Il gettito delle accise, secondo il capo dei petrolieri italiani “contribuisce al bilancio, sono soldi che andrebbero recuperati o con altre entrate o con tagli ai servizi. Occorre quindi un intervento strutturale del sistema fiscale che riavvicini le accise del nostro Paese a quelle europee”.

L’effetto dell’aumento dei prezzi diventa dirompente anche per chi fa uso dei mezzi pubblici: Agens, Anav e Asstra, che rappresentano l'intero settore, denunciano a loro volta come in assenza di contromisure l'impatto sui conti delle imprese di trasporto passeggeri con autobus rischia di diventare insostenibile. "La reazione del mercato alla mancata proroga al 2023 del taglio delle accise sul gasolio è andata ben oltre il mero recupero dei 15 centesimi a litro di risparmio fiscale sinora assicurato dagli interventi del Governo. Il prezzo è fuori controllo con picchi che superano i 2 euro per litro, insostenibili per un settore come quello del trasporto passeggeri che dispone di una flotta autobus alimentata per oltre il 90% dal gasolio che, non a caso, rappresenta la principale voce di costo dopo quella per il personale".  

Il tema delle accise è al centro anche della riflessione della Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori: "Il governo è chiamato ad affrontare con urgenza questo problema disponendo l'azzeramento totale delle accise e una forma di sgravio ulteriore, ad esempio sotto forma di credito di imposta, per i prossimi mesi, in particolare per le aziende di autotrasporto e i loro lavoratori". Per Domenico Marrella non dobbiamo dimenticare che "oltre l'86% dei beni nel nostro Paese è trasportato su gomma, per questo è fondamentale intervenire per scongiurare il blocco delle attività di fornitura di beni nei punti vendita, che comporterebbe difficoltà nel reperimento dei prodotti, la corsa all'accaparramento e possibili fenomeni speculativi". Le accise, che da tempo gravano sui carburanti, conclude, "sono aggravate dall'Iva, un meccanismo assurdo ed inspiegabile che denunciamo da tempo e che, oggi, appare ancor più inaccettabile".

Intanto sul tema dei controlli dai distributori, le Fiamme Gialle rendono noto che nel 2022 sono state quasi 3mila le violazioni sanzionate.