Le misure

Cina: "Inaccettabili i test sui viaggiatori cinesi. Possibili contromisure"

Pechino invoca il principio della reciprocità e critica le restrizioni anti Covid scattate dopo la riapertura dei confini. Il ministro Tajani replica: "Niente di offensivo, è tutela della salute". Quali sono i Paesi che impongono il tampone

Cina: "Inaccettabili i test sui viaggiatori cinesi. Possibili contromisure"
Ansa
Tamponi obbligatori per i viaggiatori provenienti dalla Cina in Corea del Sud

Pechino ha condannato l'obbligo di test Covid per i viaggiatori provenienti dalla Cina, deciso da diversi Paesi, e ha minacciato “contromisure”.

"Alcuni Paesi hanno messo in atto restrizioni all'ingresso rivolte solo ai viaggiatori cinesi. Questo è privo di basi scientifiche e alcune pratiche sono inaccettabili", ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, aggiungendo che la Cina potrebbe "prendere contromisure, secondo il principio di reciprocità".

Il riferimento è alle restrizioni applicate in diverse parti del mondo, come il tampone obbligatorio all'arrivo, dopo l'esplosione di contagi nel Paese asiatico. "Ci opponiamo fermamente alla pratica di manipolare le misure di prevenzione e controllo della pandemia per raggiungere obiettivi politici", ha avvertito il portavoce, dicendo che la Cina si dice disposta a rafforzare la comunicazione con la comunità internazionale e a collaborare per superare la pandemia di Covid-19, ma definisce "inaccettabile" il ricorso a "pratiche eccessive".

Test anti Covid a Fiumicino Ansa
Test anti Covid a Fiumicino

Tra i Paesi che impongono il tampone ai viaggiatori in arrivo dalla Cina, oltre a gran parte dell'Asia - dall'India al Giappone - anche diverse nazioni europee con l'Italia che ha fatto da apripista, reintroducendo l'obbligo di test dal 28 dicembre, seguita da Francia, Spagna e Gran Bretagna. 

Tajani: nulla di offensivo

E proprio dal nostro Paese si è levata la risposta alle autorità cinesi di Antonio Tajani, il ministro degli Esteri (responsabile, quindi, anche della tutela degli italiani che vivono in altri Stati): “Mi sembrano misure normalissime. Lo fanno tanti cinesi ma anche tanti italiani provenienti dalla Cina. È a tutela della salute fare un tampone, non ha nulla di offensivo. È un provvedimento normale” per “evitare che si diffonda” il Covid. Il titolare della Farnesina ha poi aggiunto: “Non c'è nessun intendimento offensivo né limitativo della libertà. Noi italiani siamo stati all'avanguardia. Siamo stati il primo Paese e poi altri hanno seguito”.

E, a proposito degli altri Paesi, la Germania per ora prende tempo nonostante l'appello dei medici tedeschi che chiedono un test per il Covid-19 obbligatorio e uniforme nell'Unione Europea per tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina. Lo ha reso noto Johannes Niessen, presidente dell'Associazione federale dei medici del servizio sanitario pubblico tedesco, come riportano i giornali del gruppo Funke.

Nel caso di una diffusione del Covid come quella che sta attualmente avvenendo in Cina, bisogna aspettarsi che il virus muti ed è per questo che è necessario farsi trovare preparati, ha spiegato Niessen. "Abbiamo bisogno di un concetto di protezione uniforme a livello europeo per viaggiatori d'affari, turisti e altri visitatori", ha affermato il medico, "se il risultato del tampone è positivo, deve seguire un test Pcr e il campione deve essere sequenziato. Chiunque sia stato infettato dovrebbe assolutamente andare in isolamento".

Intanto un commento alle affermazioni del portavoce del ministro degli esteri cinese arriva anche dalla Francia. Il primo ministro francese Elisabeth Borne ha dichiarato che i test anti Covid-19 per i viaggiatori in arrivo dalla Cina continueranno nonostante le proteste di Pechino. "Penso che stiamo compiendo il nostro dovere nel chiedere test", ha detto Borne alla radio France Info quando gli è stato chiesto della reazione della Cina, prima di aggiungere: "Continueremo a farlo".

I Paesi che chiedono il test obbligatorio per chi arriva dalla Cina

Al momento ad applicare la restrizione sono Stati Uniti, Canada, Italia, Francia, Spagna, Corea del Sud, Giappone, India, Israele, Regno Unito, Australia.

Negli Stati Uniti è richiesto che chi arriva nel Paese dalla Cina presenti un test negativo realizzato non prima delle 48 ore precedenti la partenza o un documento che provi la guarigione dal Covid nei 90 giorni precedenti. Sono accettati "un test PCR o un auto-test antigenico verificato da una struttura accreditata o di telemedicina", secondo i Centri americani di controllo delle malattie.  Le regole valgono anche per i viaggiatori in arrivo da Hong Kong e Macao.

Nell'Unione Europea, per ora, test PCR o antigenici negativi all'arrivo dalla Cina sono richiesti da Francia, che lo richiede effettuato nelle 48 ore precedenti la partenza, Italia, che è stato il primo Paese a renderlo obbligatorio, e Spagna.

In Australia, il test PCR negativo è richiesto anche prima dell'arrivo nel Paese, vista "l'assenza di informazioni complete" da parte di Pechino sull'ondata di contagi. L'obbligo riguarda anche Hong Kong e Macao. Anche il Regno Unito chiede un test negativo prima ancora di imbarcarsi in Cina ai viaggiatori diretti nel Paese. Il governo si riserva inoltre di effettuare ulteriori testi in arrivo per studiare le nuove varianti.

In Canada, il test negativo non può' essere anteriore alle 48 ore. 

Israele esige dalle compagnie aeree straniere di accettare i cittadini stranieri in volo dalla Cina solo se sono testati negativi al Covid, ha spiegato il  ministero della Salute. Inoltre, chi lo desidera potrà sottoporsi a un test al suo arrivo. 

Il Giappone è stato uno dei primi Paesi che ha deciso misure di controllo sui visitatori provenienti dalla Cina, che devono essere sottoposti a test obbligatorio all'arrivo. Le persone il cui test è negativo sono comunque sottoposte a quarantena di 7 giorni e il Giappone ha ridotto i voli verso la Cina. 

In Corea del Sud serve l'obbligo del doppio test - in partenza e all'arrivo dalla Cina, ma sono esclusi i viaggiatori da Hong Kong e Macao. 

Per entrare in India serve un test negativo realizzato 48 ore prima della partenza dalla Cina e da altri Paesi asiatici.

Il Marocco, infine, ha adottato una misura più drastica: divieto di ingresso a tutti i passeggeri provenienti dalla Cina, a prescindere dalla nazionalità, fino a nuovo ordine.

Test obbligatori per chi arriva dalla Cina Ansa
Test obbligatori per chi arriva dalla Cina

La situazione in Cina

Secondo un nuovo studio, l'ondata di Covid che ha attraversato la Cina potrebbe aver già raggiunto il picco in alcune delle più grandi città del Paese, tra cui Shanghai e Pechino. 

L'analisi, pubblicata il 29 dicembre sulla rivista peer-reviewed Frontiers of Medicine, afferma che i modelli matematici hanno previsto che l'ultima ondata di infezioni riguarda le principali città cinesi entro la fine del 2022, mentre le aree rurali saranno colpite dall'aumento dei contagi tra la metà e la fine di gennaio in vista del prossimo Festival di Primavera, il periodo di festa nazionale del capodanno lunare, che cade quest'anno il 22 gennaio.

L'Ue offre vaccini alla Cina, la replica di Pechino

Vista la situazione Covid in Cina, la commissaria alla Salute Kyriakides si è messa in contatto con la controparte cinese per offrire la solidarietà e il sostegno dell'Ue e ciò include la conoscenza degli esperti di salute pubblica ma anche donazioni di vaccini adattati alle varianti". 

Tim McPhie, portavoce della Commissione europea, nel briefing quotidiano con la stampa, ha confermato l'indiscrezione del Financial Times sull'offerta di vaccini gratuiti dell'Ue alla Cina.

Secondo quanto riportato dal giornale, l'Unione Europea avrebbe messo a disposizione vaccini Covid-19 gratuiti al colosso asiatico per aiutarlo a contenere un focolaio di massa della malattia a seguito della decisione di porre fine alle rigide restrizioni nazionali legate alla pandemia.

Pechino ha fatto finora affidamento sui propri vaccini Sinovac e Sinopharm, che richiedono tre dosi per prevenire malattie gravi nelle persone vulnerabili, e deve ancora distribuire su larga scala i vaccini a mRNA.    

Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, in Cina solo il 40% degli ultraottantenni ha ricevuto tre dosi, mentre nell'Unione Europea risulta completamente vaccinato l'83% della popolazione adulta e sono stati consegnati più di 1,7 miliardi di dosi.

"La Cina ha stabilito le più grandi linee di produzione al mondo di vaccini Covid con una capacità di produzione annuale di oltre 7 miliardi di dosi e una produzione annua di oltre 5,5 miliardi di dosi, che soddisfano le esigenze di garantire che tutte le persone idonee alla vaccinazione abbiano accesso ai vaccini Covid". Così la portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning ha risposto all'offerta dell'Ue di vaccini gratis. "La situazione Covid in Cina è prevedibile e sotto controllo.
Siamo pronti a lavorare con la comunità internazionale in solidarietà, affrontare la sfida in modo più efficace", ha aggiunto.