Polizia postale: "Vertiginoso aumento uso social per propaganda"

Cyberterrorismo, guerra in Ucraina: in Italia 13mila attacchi informatici: "platea illimitata"

Dalle tensioni geopolitiche connesse al conflitto "significativi riverberi" sulla sicurezza cibernetica, con "campagne massive contro infrastrutture critiche". Il boom di "suprematisti, neonazisti, movimenti di lotta armata, anarco-insurrezionalisti"

Il terrorismo corre sul web, e a gambe levate, contando su una "platea praticamente illimitata": come un mare dove le forze dell'ordine faticano nel risalire la rete fino ai criminali: nell'anno del conflitto russo-ucraino - così nel report della polizia postale - un vertiginoso aumento di cyber attacchi a livello internazionale contro "infrastrutture critiche, sistemi finanziari e aziende", in primo piano pishing, malware e disinformazione: ormai un'arma da guerra vera e propria che ha investito anche il nostro paese con "13mila attacchi informatici". 
Ma sono i social ad essere divenuti strumento principe della propaganda, e qui nel rapporto si cita il Cyberterrorismo in tutte le sue diramazioni: matrice islamista (jihadista, Isis, Al Qaeda ed altre), "formazioni suprematiste di estrema destra (neonazismo, neofascismo, tifoserie strutturate), nonché di estrema sinistra" (movimenti di lotta armata, anarco-insurrezionalisti, antagonisti): in comune, la matrice eversiva, volta a sovvertire l'ordine costituito con un'attività di proselitismo intensa, che si svolge prevalentemente sul web e sui social.

Nel 2022 il Cnaipic - struttura specializzata in cybersicurezza della Polizia postale e delle comunicazioni - ha rilevato 12.947 attacchi: erano stati "solo" 5.434 nell'anno precedente. Un aumento del +138% dei blitz in rete. 332 le persone indagate (+78% rispetto al 2021), diramati 113.226 alert (in leggero aumento, del 12%, rispetto all'anno scorso). 

Campagne cyber "legate alla guerra"
In Italia i pirati informativi hanno condotto in tutto 13mila attacchi: si tratta di "campagne massive" a livello internazionale dirette verso infrastrutture critiche, sistemi finanziari e soprattutto "aziende operanti in settori strategici quali comunicazione e difesa". 

Chi sono gli hacker criminali
Alcuni tra i più pericolosi gruppi di hacker criminali - spiega la Polizia postale e delle comunicazioni - hanno deciso di schierarsi a favore della Russia, altri con l'Ucraina, prendendo di fatto parte al "conflitto nel cosiddetto dominio cibernetico".
La guerra, ha comportato una recrudescenza "nell'attività di attori ostili, con attacchi ransomware (che paralizzano servizi e sistemi critici attraverso una cifratura dei dati contenuti), campagne DdoS (sabotaggio delle risorse online) e soprattutto attacchi di tipo Atp ("Advanced Persistent Threat"): minacce, letteralmente in grado di "bucare" i sistemi strategici con tecniche di social engineering o sfruttamento delle vulnerabilità (le fragilità connesse ad ogni sistema informatico, con diversi livelli, anche quelli istituzionali), con lo scopo di "spionaggio o danneggiamento".   

FBI - Federal Bureau of Investigation, Cincinnati, Ohio (GoogleMaps)
FBI - Federal Bureau of Investigation, Cincinnati, Ohio

La collaborazione con l'Fbi, Interpol ed Europol
Il Servizio polizia postale ha implementato l'attività informativa e di monitoraggio, anche nel dark web "attivando canali di diretta interlocuzione sullo scenario in atto con Europol, Interpol e Fbi". 
 

Suprematisti, neonazisti ed estrema sinistra
Secondo il rapporto della Polizia, stiamo assistendo ad un "vertiginoso incremento dell'utilizzo delle piattaforme di comunicazione online, social network e di applicazioni di messaggistica istantanea, con una allarmante diffusione di contenuti propagandistici riconducibili al terrorismo". E si tratta - continua il report - di una "platea pressoché illimitata", che può veicolare contenuti sovversivi o pericolosi per le istituzioni di diverse matrici: quella islamista - jihadista, Isis, Al Qaeda, Al Shabaab ed altre articolazioni locali - la matrice suprematista di estrema destra (neonazismo, neofascismo, tifoserie strutturate) nonché quella di estrema sinistra (movimenti di lotta armata, anarco-insurrezionalisti e antagonisti). 
 

In calo i casi trattati e gli indagati
Complessivamente 1.193 casi trattati nel 2022 - rispetto ai 1.321 dell'anno precedente - 66 persone indagate (nel 2021 sono state di più: 80), con 173.306 "spazi virtuali" monitorati: in notevole aumento rispetto ai 126.998 del 2021.  
 

La sinergia con i colleghi europei ed americani
Trattandosi di un fenomeno di carattere transnazionale, "sia per la natura internazionale del fenomeno che per la stessa connaturata struttura della rete" - conclude il rapporto - è "imprescindibile l'attivazione efficiente degli strumenti della cooperazione sovranazionale, soprattutto per la condivisione di informazioni che, collegate a situazioni peculiari interne, riescono ad apportare un indiscusso valore aggiunto alle attività di prevenzione messe in atto dalle diverse forze di polizia nazionali".  
In ambito europeo il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni è il punto di contatto nazionale dell'Internet Referral Unit (IRU) di Europol (Una unità della polizia europea che probabilmente è destinata ad espandere sempre più l'ambito delle sua attività): la "Iru" riceve infatti dai Paesi Membri, le segnalazioni sui contenuti terroristici diffusi in rete, orientando l'attività di indagine. 

Il "Mujahdin" di Perugia
Tra le attività effettuate nel 2022 la Postale segnala quella effettuata dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica e dalla Digos di Perugia: quando fu espulso dal territorio nazionale un cittadino marocchino di 54 anni, autore di una "prolifica attività propagandistica su Facebook, con numerosi post e commenti a sostegno dei "fratelli musulmani" e del Jihad" (specificamente della Palestina contro Israele), dove si era definito un "mujahidin" pronto ad aiutare la causa.   

Hacker russi Killnet ANSA
Hacker russi Killnet

Il web strumento principe e "strategico di propaganda", anche per i fenomeni di radicalizzazione online legati all'ideologia neofascista e xenofo-razziale, nonché per il reclutamento di nuovi combattenti, "il finanziamento, lo scambio di comunicazioni riservate nella pianificazione degli attentati e di rivendicazione degli stessi". La polizia sottolinea come il movimento "suprematista" si basa su una importante attività di propaganda di dottrine ideologiche (neonazismo, razzismo, identitarismo e l'etnocentrismo) che avviene soprattutto all'interno di piattaforme di comunicazione online "riservate", diverse dai principali social network: dai monitoraggi delle forze dell'ordine, nel corso degli ultimi mesi c'e' stato un "notevole incremento dei trend e delle discussioni all'interno di chat in diverse piattaforme".