Dopo le sanzioni europee

Sanzioni europee all'Iran, la risposta dura di Teheran e gli incontri con "gli alleati"

Raisi incontra il russo Volodin e il ministro della difesa siriano: "L'asse della resistenza giocherà un ruolo importante nella formazione del nuovo mondo". E i Pasdaran promettono assistenza a Damasco

Sanzioni europee all'Iran, la risposta dura di Teheran e gli incontri con "gli alleati"
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Teheran. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi con il Presidente della Duma di Stato dell'Assemblea federale della Federazione RussaVyacheslav Volodin

"Le sanzioni contro l'Iran indicano la loro incapacità mentale a comprendere in modo corretto la nostra realtà come anche la loro perplessità di fronte al potere dell'Iran". E' la risposta del ministero degli esteri di Teheran alle sanzioni imposte ieri da Unione Europea e Gran Bretagna contro alcuni iraniani, e militari, che hanno avuto un ruolo nella repressione delle proteste anti governative iniziate oltre quattro mesi fa nel grande Paese del Medioriente, ma anche per l'aiuto militare a Mosca nella guerra in Ucraina. 

Il pugno duro della Repubblica islamica sui manifestanti è stato regolarmente criticato dal mondo occidentale scatenando l'ira degli ayatollah che si sono scagliati contro Europa e gli Usa accusandoli di interferire negli affari interni dell'Iran.

Hossein Amirabdollahian ha definito la decisione europea "emotiva" parlando ancora una volta di "interferenza non convenzionale". Voler inserire i Pasdaran, Corpo militare a difesa della Repubblica sciita, nella lista delle organizzazioni considerate terroristiche è vista come una linea rossa da non varcare, aveva detto anche il nuovo ambasciatore iraniano a Roma. “Le conseguenze saranno pesanti” ha minacciato il ministro.

Teheran ha duramente contestato l'emendamento recentemente approvato dal Parlamento europeo che chiede l'inserimento delle Guardie nella lista nera dei gruppi armati pericolosi per il mondo, tanto da formulare "un piano urgente" e chiudere lo stretto di Hormuz alle navi commerciali europee come ritorsione per la decisione approvata da Strasburgo. Lo ha confermato il vice presidente della Commissione parlamentare per gli Affari Interni Mohammad Hassan Asfari.

Proteste per i diritti delle donne in Iran Getty
Proteste per i diritti delle donne in Iran

Tuttavia, rincarando la dose anche il dipartimento di Stato del tesoro americano ha annunciato nuove sanzioni contro i Pasdaran, nello specifico un ente finanziario considerato "pilastro economico" a loro collegato e alti funzionari, tra i quali il vice ministro dell'intelligence e della sicurezza Naser Rashedi, che "coordina la repressione di Teheran a livello nazionale e provinciale", riferisce il dipartimento.

Intanto Teheran muove le pedine delle antiche alleanze con i vecchi amici di sempre: il presidente Ebrahim Raisi ha incontrato Vyacheslav Volodin, presidente della Duma di stato della Federazione russa marcando l'antica cooperazione tra Teheran e Mosca, soprattutto nel settore dell'energia e dei trasporti, e il ministro della difesa siriano Ali MahmudAbbas in visita a Teheran. Agli incontri anche i vertici delle forze armate iraniane: il Capo di Stato Maggiore, generale Bagheri e il comandante delle Guardie della rivoluzione Hossein Salami.

"L'Iran è pronto a cooperare per la ricostruzione della Siria attraverso il rafforzamento delle relazioni economiche", ha detto Raisi al ministro siriano aggiungendo che il suo paese giocherà un ruolo più forte nella resistenza e che "l'asse della resistenza giocherà un ruolo importante nella formazione del nuovo mondo". La Repubblica islamica è pronta ad assistere le forze armate della Siria in vari settori, tra cui la guerra cibernetica, elettronica e a livello di intelligence, avrebbe assicurato Salami.

Nei giorni scorsi lo stesso Abdollahian si era recato a Damasco, in Siria, dove è stato ricevuto dal presidente Bashar al Assad, e poi nel vicino Libano, dove ha incontrato il leader degli Hezbollah filo-iraniani, Hasan Nasrallah.

Il leader supremo iraniano Ayatollah Ali Khamenei saluta Vladimir Putin insieme al presidente iraniano Ebrahim Raisi, Teheran Epa via Ansa
Il leader supremo iraniano Ayatollah Ali Khamenei saluta Vladimir Putin insieme al presidente iraniano Ebrahim Raisi, Teheran

Gli alleati hanno un nemico comune che si chiama Stati Uniti. La collaborazione inter-parlamentare Russia-Iran è "un'importante opportunità per contrastare le sanzioni statunitensi", ha sottolineato lo speaker del Parlamento iraniano, Mohammad Bagher Ghalibaf. Mentre per i russi "Il 2023 è un anno molto impegnativo, ricco di eventi nella nostra agenda comune, quindi spero che percorreremo questa strada incontrandoci più frequentemente, discutendo questioni e, soprattutto, prendendo decisioni nell'interesse dei nostri cittadini e dei nostri Paesi", ha affermato Volodin.

Lontanissimi i tempi e i modi per riallacciare i rapporti sul fronte anche del Jcpoa, il piano sul nucleare iraniano fallito nel 2018 dopo l'uscita unilaterale da parte Usa voluta dall'ex presidente Trump. "Il Jcpoa, l'accordo con l'Iran sull'energia nucleare, “per ora è in stand-by. Non è morto, ma non si muove”, ha detto ieri a Bruxelles l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, al termine del Consiglio Affari Esteri.