Studio dell’Istituto Superiore di sanità

La violenza subita lascia “cicatrici” sul Dna delle donne

Coinvolti almeno tre geni legati al funzionamento della memoria, dell’apprendimento e della risposta allo stress

La violenza subita lascia “cicatrici” sul Dna delle donne
Pixabay
Insonnia

La violenza maschile sulle donne può incidere anche sul loro DNA, lasciando “cicatrici molecolari” e danni su almeno tre geni. Sono queste le principali indicazioni contenute nello studio pilota “Epigenetica per le donne”, condotto dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in collaborazione con l’Università di Milano e appena pubblicato su Healthcare. 

Confrontando un campione di 62 donne che avevano subito violenza con un altro campione di 50 donne che non l’avevano subita è emerso, spiegano le ricercatrici e i ricercatori, che la violenza provoca la modifica (ipermetilazione) di tre geni legati al funzionamento della memoria, dell’apprendimento e della risposta allo stress. La riduzione dell’espressione di questi geni è anche collegata alla manifestazione di almeno un sintomo di stress post traumatico.

Le cicatrici molecolari impresse sulle donne che hanno subito violenza, spiega l’Iss, possono aiutare a “identificare strategie per prevenire gli effetti degli abusi e contrastare l’eventuale insorgenza di malattie croniche nelle donne sopravvissute alla violenza” a causa dello stress indotto dal partner e dalla violenza sessuale

L’Istituto Superiore di Sanità ricorda che “il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale”. Le forme più gravi di violenza avvengono per lo più in famiglia, esercitate da partner, parenti o amici, come avvertono i dati Istat.

La pandemia da Covid ha fatto aumentare i casi di violenza, rendendo ancora più urgente un approccio multidisciplinare per contrastare questa emergenza cronica.

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La violenza contro le donne è un "rilevante problema sanitario e sociale con conseguenze negative sulla salute delle donne. L'interazione tra genoma e fattori ambientali, come la violenza, rappresenta una delle maggiori sfide della medicina molecolare” si legge sull’articolo che illustra lo studio pubblicato su Healthcare, dal titolo “Violenza sulle donne e disturbi legati allo stress: alla ricerca di tracce epigenetiche associate”. L’epigenetica è la branca della biologia molecolare che studia le mutazioni genetiche e la trasmissione di caratteri ereditari non attribuibili direttamente al del Dna.

Nelle conclusioni dell'articolo si legge che “l'associazione tra diagnosi precoce di malattie post-traumatiche e l’identificazione di marcatori epigenetici potrebbe rappresentare una nuova strada per approcciare alle donne sopravvissute. Questo approccio innovativo agli studi sulla violenza di genere potrebbe identificare nuovi percorsi molecolari associati agli effetti a lungo termine della violenza e implementare protocolli innovativi di medicina di precisione”.

Lo studio era stato anticipato lo scorso 25 novembre in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne, anche attraverso uno spot andato in onda sulle reti Rai.   

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