L'incontro in Vaticano

Padre Georg in udienza dal Papa. L'incontro dopo le accuse del segretario di Ratzinger a Francesco

Monsignor Gaenswein ha anticipato, in un'intervista, alcuni contenuti del suo libro "Nient'altro che la verità", proprio nel giorno dei funerali del Papa emerito. "Il chiacchiericcio è un'arma letale", aveva ribadito Francesco durante l'Angelus

Padre Georg in udienza dal Papa. L'incontro dopo le accuse del segretario di Ratzinger a Francesco
Ansa
Papa Francesco e George Gaenswein

A pochi giorni dalla celebrazione dei funerali del Papa emerito Benedetto XVI, il clima che si respira in Vaticano è di forte preoccupazione.

Si attende di saperne di più su come sia andato l’incontro avvenuto tra Papa Francesco e monsignor Georg Gaenswein, segretario particolare di Ratzinger e prefetto della Casa Pontificia. Un colloquio che fa seguito a giorni di crescente tensione tra i due, dopo alcune anticipazioni del segretario del Papa emerito sul suo libro "Nient'altro che la verità" (Piemme), di imminente uscita, rilasciate in un’intervista.

Le affermazioni di monsignor Gaenswein

Ad accendere la tensione è stato in particolare il commento che padre Georg, nel libro, riserva alla Lettera apostolica in forma di Motu Proprio “Traditiones custodes” con cui Papa Francesco limitava la celebrazione della Messa in latino, liberalizzata da Benedetto XVI nel 2007.

“Quello è stato un punto di svolta. Credo che Papa Benedetto abbia letto questo Motu Proprio con il dolore nel cuore”, afferma Gaenswein che, prima della morte di Ratzinger, non si era mai pronunciato in merito. 

Ancora. Il 5 gennaio scorso, proprio nel giorno dei funerali del Papa emerito, con un tempismo che non è piaciuto negli ambienti vaticani, sono emerse altre affermazioni contenute nel libro di Gaenswein. Padre Georg racconta il momento in cui, nel 2020, Francesco gli chiese di non partecipare più alle udienze pubbliche in sua presenza. Secondo quanto riferisce, Bergoglio gli avrebbe detto: “Lei rimane prefetto, ma da domani non torna al lavoro”, ragione per cui Gaenswein si definisce “un prefetto dimezzato”. Il segretario fa poi riferimento alla volontà di Benedetto XVI di distruggere "tutte le sue carte private, tutti i documenti”.

Le parole di padre Georg hanno suscitato sorpresa e subbuglio in Vaticano, soprattutto alla luce dello stretto rapporto di stima e amicizia che esisteva tra Papa Francesco e Ratzinger.

L'omaggio dei fedeli a Papa Benedetto XVI nella Basilica di San Pietro LaPresse
L'omaggio dei fedeli a Papa Benedetto XVI nella Basilica di San Pietro

Bergoglio ribadisce: “Il chiacchiericcio è un'arma letale”

La risposta di Francesco al clima pesante creato in Vaticano con le rivelazioni del segretario di Ratzinger è arrivata durante l’Angelus. Un discorso indiretto, certo, commentando le scritture e le stesse parole di Ratzinger che Bergoglio ha voluto citare, ma inequivocabile. La sostanza è che un cristiano non può dividere la Chiesa.

Il chiacchiericcio è un'arma letale - ha detto il Pontefice - uccide, uccide l'amore, uccide la società, uccide la fratellanza. Chiediamoci: io sono una persona che divide o una persona che condivide?"

"Noi pure, discepoli di Gesù, siamo chiamati a esercitare in questo modo la giustizia, nei rapporti con gli altri, nella Chiesa, nella società: non con la durezza di chi giudica e condanna dividendo le persone in buone e cattive, ma con la misericordia di chi accoglie condividendo le ferite e le fragilità delle sorelle e dei fratelli, per rialzarli. Non dividere - ha ribadito Bergoglio più volte -, ma condividere. Facciamo come Gesù: condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri, invece di chiacchierare e distruggere, guardiamoci con compassione, aiutiamoci a vicenda".

L'Angelus di Papa Francesco ANSA/ VATICAN MEDIA
L'Angelus di Papa Francesco

Le prese di posizione di sostenitori e oppositori e l'appello per fermare l'uscita del libro

In attesa di vedere se questo appello alla concordia di Papa Francesco sarà accolto, il botta e risposta tra sostenitori e detrattori di Georg è iniziato.

A dare il via a un tam-tam sui social diventato virale è stata una lettera aperta per invitare il segretario di Benedetto XVI a fermare la pubblicazione del libro, di cui sono state diffuse le anticipazioni che hanno fatto scaturire la polemica.  A scriverla è un sacerdote della diocesi di Bergamo, don Alberto Varinelli, il cui appello è stato ripreso da blog e testate giornalistiche, condiviso sui social da diversi sacerdoti e corre sulle chat di parrocchie e movimenti.

"So che tra pochi giorni - scrive don Varinelli - verrà pubblicato un testo con le sue memorie, di cui le interviste da lei rilasciate costituiscono un'anticipazione: come ben sa, quel testo è molto atteso dalle frange ostili al Papa regnante e se vi saranno attacchi a Francesco quel testo farà molto male all'unità della Chiesa”. 

“Eccellenza - si legge ancora nella lettera aperta del sacerdote del Bergamasco -, come fece Papa Benedetto, dichiarandolo in sede di rinuncia, esamini attentamente e ripetutamente anche lei la sua coscienza dinanzi a Dio e se emergerà che quel testo è una raccolta di risentimenti e attacchi, pur con tutte le conseguenze che vi faranno seguito, ne blocchi immediatamente la stampa e il commercio. Sarà un atto nobile di un vescovo che sta dalla parte della verità, senza cedere a simpatie o alla tentazione del risentimento".

La lettera ha collezionato condivisioni, commenti positivi e negativi. 

Numerosi quelli favorevoli alle affermazioni di Gaenswein e diversi i blog che invitano a comprare il libro nel quale, d'altronde, lo stesso segretario di Ratzinger afferma che non c'era tanto un problema legato alla coesistenza di due papi, Bergoglio e il Papa emerito (quando era in vita), ma quello dell'esistenza di "due tifoserie" che sono proprio "due diverse visioni della Chiesa". 

A riportare la palla al centro nella diatriba, arrivano le parole del cardinale Sandri, sino a novembre scorso prefetto del dicastero vaticano per le Chiese orientali, ora vice decano del collegio cardinalizio: “Joseph Ratzinger rimane nella memoria come una presenza umile, discreta e marcata dalla gentilezza e dal sorriso". Quanto alle esternazioni del suo segretario, monsignor Georg Gaenswein, esse "ricadono sotto la sua responsabilità" e "nessuno può dire" se siano fondate le affermazioni che attribuisce a Benedetto.

Benedetto XVI, spiega Sandri, "lascia una eredità soprattutto dottrinale e magisteriale, l’invito al mondo e a ciascuno di noi a ritornare a mettere Dio al centro della nostra vita e, partendo da Lui, a servire i nostri fratelli. Credo che l’immagine più bella sia quella di un Papa sorridente e dolce, che trattava tutti bene e nonostante l’altezza della sua figura è rimasto una presenza umile, discreta e marcata dalla gentilezza e dal sorriso".

Con la morte di Ratzinger, Francesco è ora più solo? "No - replica Sandri - queste sono le cose che si dicono nei giornali. Benedetto era Papa emerito, ma l’unico Papa era e continua ad essere Francesco. La solitudine e anche l’abbandono da parte di alcuni lo aveva prima e lo ha adesso, ma non a causa della morte di Benedetto, bensì perché è così la figura del buon pastore, che riceve sofferenze ed è unito a Gesù nella croce. Vedo in Francesco una grande forza e un grande entusiasmo: lo vediamo tutti i giorni nella sua parola e nelle sue decisioni".

D'altra parte, sottolinea Sandri, le divisioni tra conservatori e progressisti "non sono nuove, vengono da dopo il Concilio: adesso venire a trovare la grande divisione è da ridere, sono cose che esistono da tempo". 

Insomma, sarà compito di Papa Bergoglio cercare di mettere insieme queste due 'anime' della gerarchia cattolica prima che le divisioni producano altri danni in termini non solo di immagine della Chiesa ma di credibilità per i fedeli.