Il ministro dell'Istruzione e del Merito

Scuola, dopo le polemiche Valditara precisa: "Mai parlato di stipendi diversi fra Nord e Sud"

Il titolare di viale Trastevere: "Ho solo parlato di problematica che riguarda il costo della vita". Ma i sindacati e le opposizioni protestano. Secondo un sondaggio promosso da una rivista specializzata, il 55% a favore di stipendi differenziati

Scuola, dopo le polemiche Valditara precisa: "Mai parlato di stipendi diversi fra Nord e Sud"
LaPresse
Giuseppe Valditara

“Non è mai stato messo in discussione il contratto nazionale del mondo della scuola, non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud”. Getta acqua sul fuoco il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, dopo le polemiche e il gran parlare nato dalle parole con cui aveva aperto ad una differenziazione degli stipendi degli insegnanti in base al costo della vita nel luogo in cui vivono, dicendosi anche disposto ad aprire al finanziamento privato delle scuole pubbliche. Valditara sottolinea: “Ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane. Insieme con sindacati e regioni si ragionerà anche di questo aspetto, per cercare soluzioni adeguate in favore di docenti e personale scolastico”.

“Io credo che il contratto nazionale non verrà toccato, non ritengo nemmeno che sia una richiesta delle regioni, semmai la richiesta è consentire maggiore equità laddove il costo della vita sia molto più alto”, aveva detto il ministro dell’Istruzione e del merito, intervistato sull’autonomia nell’ambito di un webinar.

Tuttavia, la proposta di prevedere retribuzioni differenziate sembra raccogliere il consenso di quasi il 55% degli utenti che hanno partecipato al sondaggio della rivista on line Orizzonte Scuola. Il parere positivo conta infatti il 54,67% dei votanti, che in totale, in meno di 24 ore, sono stati oltre 1500. Emerge una percentuale del 10,10% che chiede un aumento solo per quanti sono costretti a viaggiare o ad affittare una casa perché provengono da fuori regione, la maggiore parte delle volte dal Sud verso il Nord.

 

Le proteste dei sindacati

“Ci auguriamo che le recenti dichiarazioni del ministro dell'Istruzione non corrispondano effettivamente ai programmi sulla scuola che vorrà attuare” commenta Giuseppe D'Aprile, segretario Uil Scuola. Che poi puntualizza: “Diversamente, significherebbe rimettere radicalmente in discussione l'assetto del contratto collettivo nazionale, accentuando la diseguaglianza sociale che, a parità di lavoro, porta a percepire stipendi diversi sulla base del luogo dove si svolge la propria attività. Per questo chiederemo al ministro chiarimenti formali in merito”.

Più duro il segretario della Cgil Maurizio Landini: “Credo che tornare a una differenziazione di gabbie salariali come c'era cinquant'anni fa sia una follia, il nostro Paese è già abbastanza diviso non ha bisogno di aumentare le divisioni” ha affermato da Perugia.

 

Lupi (Noi moderati): “Valorizzare ruolo degli insegnanti, aumentare gli stipendi”

“La scuola, insieme alla famiglia, è l'architrave del nostro sistema sociale ed educativo, ha un ruolo fondamentale nella costruzione del futuro e, per questo, il ruolo degli insegnanti dovrebbe essere valorizzato, anche dal punto di vista economico. E pensiamo che fosse proprio questo l'intento del ministro Valditara” dice Maurizio Lupi, capo politico di Noi Moderati.

 

Ricci (Pd): “Da Valditara idee geniali, nuovo tentativo di spaccare l'Italia”

“Da quando è ministro, Valditara ha avuto solo idee ‘geniali’. Oggi si è superato: vuole differenziare gli stipendi degli insegnanti di regione in regione. Nuovo tentativo di spaccare l'Italia, allargare il gap e creare studenti di serie A e di serie B. Ci provano in tutti i modi”. commenta invece Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e coordinatore dei sindaci del Partito democratico.