Palazzo Chigi

Autonomia, il governo approva il ddl all'unanimità. Meloni: "Coerenti con mandato dei cittadini"

Calderoli: “Giorno storico, al lavoro con le Regioni”. Il provvedimento suscita perplessità tra i governatori delle regioni del Sud

Autonomia, il governo approva il ddl all'unanimità. Meloni: "Coerenti con mandato dei cittadini"
LaPresse
Governo Meloni, riunione del Consiglio dei Ministri - immagine d'archivio

Il ddl sull'autonomia differenziata, più precisamente “Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”, è stato approvato dal Cdm all'unanimità, accompagnato da un applauso dei presenti, riferiscono alcuni presenti alla riunione.

Applausi a Palazzo Chigi, fuori dall'aula in cui il governo si è riunito, però, è in corso una “guerra di posizione” che rischia di fare emergere un quadro dell'Italia in cui si evidenzino più spaccature e divergenze che punti d'incontro sulla direttrice Nord-Sud. 

In una conferenza stampa, i ministri Roberto Calderoli, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Raffaele Fitto hanno illustrato i dettagli del ddl.

Meloni in Cdm: “Coerenti con il mandato dei cittadini”

Questo provvedimento dimostra ancora una volta che questo governo manterrà gli impegni presi, la coerenza con il mandato avuto dai cittadini, per noi, è una bussola. Lo ha detto, a quanto si apprende, la premier Giorgia Meloni dopo il varo del ddl sull'autonomia da parte del Cdm.

Calderoli: “Giorno storico, al lavoro con le Regioni”

"Con il via libera in Cdm inizia ufficialmente il percorso del disegno di legge per l'attuazione dell'autonomia differenziata, è un giorno storico! Una riforma necessaria per rinnovare e modernizzare l'Italia, nel segno dell'efficienza, dello sviluppo e della responsabilità. L'Italia è un treno che può correre se ci sono Regioni che fanno da traino e altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. Dopo l'ok compatto del Governo, lavoriamo insieme a Regioni ed enti locali con l'obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali". Così il ministro per le Autonomie, Roberto Calderoli. 

De Luca: “Proposta inaccettabile e propagandistica”

Il primo a prendere posizione è il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. "Non si si sfugge alla sensazione che questo rilancio dell'autonomia differenziata in modo così affrettato e ideologizzato risponda a esigenze politiche di partito e a scadenze elettorali a breve. La bozza di riforma circolata in queste ore è tale da rafforzare tutte le preoccupazioni già avanzate, rispetto a una riforma istituzionale tanto inefficace quanto foriera di pericoli gravi per l'unità del Paese". È la premessa di una lunga dichiarazione, messa nero su bianco, del presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che torna a ribadire il suo no al progetto di riforma curato dal ministro Roberto Calderoli. "È un vero peccato. L'esigenza di modernizzare l'Italia e il suo sistema economico, amministrativo e istituzionale è una necessità urgente - aggiunge - per questo, sarebbe necessaria la massima unità e condivisione come precondizione per produrre risultati concreti, senza spaccare l'Italia". 

Le ragioni che rendono "inaccettabile" l'ipotesi di autonomia per De Luca sono diverse. Innanzitutto "chi definisce i Lep (livelli essenziali delle prestazioni - ndr). Occorre un organismo tecnico non politico". Poi, "è insostenibile una riforma a costo zero. Come si recuperano i divari regionali nella spesa pubblica?". Pure "inaccettabile l'ipotesi di residuo fiscale trattenuto dalla regioni a maggiore capacità fiscale; così come "inaccettabili i contratti integrativi regionali per la Sanità. Questo renderebbe impossibili servizi uniformi per i cittadini, e spaccherebbe il sistema sanitario nazionale; Inaccettabile il ridimensionamento scolastico a danno essenzialmente del Sud". 

"I segnali che arrivano non sono rassicuranti. Valuteremo nel merito. Non consentiremo lo smantellamento della sanità pubblica e della scuola pubblica statale. Non consentiremo, in nessuna forma, la spaccatura dell'Italia", ribadisce De Luca.

Vincenzo De Luca Ipa
Vincenzo De Luca

Zaia: “Oggi è una giornata storica”

"È una bellissima notizia che fa di oggi una giornata storica. Oggi diamo corso alla volontà dei Padri costituenti che scrissero la Carta costituzionale in vigore dal '48 e ai dettami della modifica del titolo quinto. Ma non è il traguardo di un percorso; è l'inizio. Si apre una grande sfida per questo Paese perché stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia". Lo afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia, dopo il voto in Consiglio dei ministri sul ddl attuativo dell'automia. 

 

La ministra delle Riforme: "Il testo Calderoli è molto buono"

Il testo sull'autonomia differenziata presentato in Consiglio dei Ministri "è molto buono" e le critiche che vengono da governatori regionali del Pd, come quello della Campania, Vincenzo De Luca, sono pregiudiziali". Lo ha detto la ministra Fi per le riforme istituzionali Elisabetta Casellati arrivando a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri. "C'è da parte del partito democratico - ha spiegato Casellati - un disegno di legge di pochi anni fa, quindi non parliamo di troppo tempo fa, che disegna esattamente i livelli essenziali di assistenza sulla falsariga di come li definiamo noi, quindi mi pare che sia una posizione molto pregiudiziale".

Maria Elisabetta Alberti Casellati, ex presidente del Senato, è ministra delle Riforme istituzionali Ansa
Maria Elisabetta Alberti Casellati, ex presidente del Senato, è ministra delle Riforme istituzionali

Emiliano: “Prima di tutto serve riequilibrio Nord-Sud”

"Possiamo accettare" un progetto di autonomia differenziata "se le Regioni sono messe tutte più o meno sullo stesso livello di partenza, se facciamo un lavoro preliminare di riequilibrio. Se il governo dice che per questo riequilibrio, che costa almeno 50-60 miliardi, non c'è una lira di questa questione dell'autonomia differenziata non se ne può nemmeno parlare". Lo ha detto il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, a Sky. 

"Su cosa noi potremmo essere d'accordo? Sul fatto che lo Stato fa un progetto decennale di riequilibrio tra Nord e Sud basato su diritti uguali per tutti, che si stabilisce che da una certa data, non immediata, le Regioni una volta equiparate possono chiedere materie supplementari. Nulla, a quel punto, vieta di dare più poteri alle Regioni".

"Oggi però parliamo di intese uniche tra regioni e governo per dare solo ad alcune di esse più poteri. Un'impresa con più sedi, avrebbe in alcune regioni come interlocutore la Regione, in altri lo Stato: sarebbe una follia".

Emiliano poi ha usato la metafora del canottaggio per spiegare quello che, a suo dire, è il piano del ministro Calderoli: "La teoria Calderoli è: abbiamo 20 vogatori, per far diventare più forti i vogatori meno efficienti diamo remi più lunghi a quelli più forti. Questa teoria non regge".

Michele Emiliano (Ansa)
Michele Emiliano

Schifani: “No a un'Italia a due velocità”

Non tutte le riflessioni, a volte anche critiche, sul disegno di legge arrivano dai governatori di centrosinistra. Il Governatore della Sicilia, Renato Schifani, commenta così il provvedimento sull'autonomia regionale differenziata portato dal ministro Calderoli in Consiglio dei Ministri. "Come è ormai noto sono contrario all'idea di una Italia a due velocità. Pur nel rispetto della Costituzione che prevede la possibilità per le regioni di avere una maggiore autonomia, sono convinto che prima di tutto sia necessaria una omogeneizzazione degli aspetti  infrastrutturali ed economici del nostro Paese.  I miei colleghi governatori del Nord conducono battaglie a difesa dei loro territori sostenendo anche una maggiore capacità nel versamento dei tributi, ma su servizi essenziali come sanità e scuola resto convinto che non possono esserci medici o professori più pagati al Nord e meno al Sud". 

"Cittadini e professionisti, a vario titolo, del Mezzogiorno - osserva Schifani - hanno gli stessi diritti di quelli del Nord. Esiste ancora oggi una sperequazione infrastrutturale nel Paese. Poi c'è il tema della insularità, riconosciuta ormai in Costituzione, che è un tema fondamentale nell'ambito della riforma dell'autonomia. È giusto che alle regioni insulari siano date misure compensative per la marginalità geografica in cui sono costretti a vivere milioni di italiani. Bisogna dare concretezza alla norma, ne ho parlato anche col ministro Calderoli che ha annunciato l'approvazione di un'apposita legge di attuazione che consenta di dare corso a quanto previsto dalla norma costituzionale". Per Schifani "il nuovo testo del governo risolve molte delle perplessità poste da alcuni di noi governatori, quali l'abbandono del concetto della spesa storica e fissa modalità e procedure più garantiste per la elaborazione dei Lep. Coinvolge di più il Parlamento nell'iter della sua approvazione, e non più soltanto le commissioni parlamentari per un semplice parere. Seguiremo da vicino questo percorso in tutte le sue articolazioni - conclude il Governatore - , non mancando eventualmente di segnalare criticità e punti di vista diversi. La riforma è epocale e merita da parte nostra massima attenzione rigorosa".

Renato Schifani oggi in conferenza stampa Alberto Lo Bianco/LaPresse
Renato Schifani oggi in conferenza stampa

Toti: "Così forse riusciremo ad appianare le differenze"

"Se diamo maggiore autonomia ai governi locali rispetto al governo nazionale, forse riusciremo ad appianare le differenze: ogni Regione valorizzerà le chiavi di volta dei propri territori per crescere ed essere più competitiva". Lo a detto a Sky il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, commentando l'atteso via libera del Cdm al Ddl Calderoli sull'autonomia differenziata.

"Io non sono leghista, non lo sono mai stato e probabilmente non lo sarò mai, eppure avrei fatto una cosa assai più rivoluzionaria: le materie che alcune Regioni possono chiedere le avrei attribuite a tutte alle Regioni. Non credo che si possano dare risposte efficaci sul riequilibrio Nord-Sud". 

"Vorrei che fossero i governatori a decidere alcune cose - prosegue Toti - la competitività di un territorio dipende anche dalla competizione che può avere con altri territori: responsabilità chiare, decisioni chiare e le regioni provano a competere sul libero mercato delle idee e dello sviluppo. Il fatto che ogni territorio abbia la liberà di puntare sul proprio modello di sviluppo, valorizzando le proprie peculiarità, credo sia la parte buona di tutto questo".

Il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti Ansa
Il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti

Fedriga: “Recepiti i punti della Conferenza delle Regioni”

"Oggi è un inizio ufficiale del percorso ma devo dire che, anche superando le prassi, il ministro Calderoli ha mandato la prima bozza alla Conferenza delle Regioni, sulla quale ci siamo confrontati, e abbiamo proposto gli otto punti fondamentali per tutte le regioni italiane, che sono state recepite nel ddl". Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. "Mi auguro - ha aggiunto - che questo iter possa trovare la massima condivisione, ma rispettare anche i tempi, rapidi, perché è fondamentale per ammodernare il Paese e per dare la migliore risposta ai cittadini. Da nord a sud", ha concluso.

Il presidente della regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga Ansa
Il presidente della regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga

Fugatti: “Favorevoli alle richieste delle regioni”

"Siamo favorevoli alle richieste delle regioni che chiedono maggiori livelli di autonomia. Non credo che queste richieste rappresentino in alcun modo un ostacolo alla nostra autonomia, che ha solide basi statutarie e ancoraggi internazionali". Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. "La crescita dell'autonomia in altri territori può rappresentare un'occasione importante di buon autogoverno, di cui noi siamo un modello. Inoltre, ciò legittima anche la nostra autonomia di fronte alle spinte centraliste", ha aggiunto Fugatti.

 

Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti Ansa
Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti

Bonaccini: “Irricevibile, pronti a mobilitazione”

"La bozza Calderoli sull'autonomia differenziata approvata in Consiglio dei ministri è irricevibile e noi siamo pronti alla mobilitazione perché non è stata condivisa con la Conferenza delle Regioni, cosa clamorosa e incredibile, e perché è un'autonomia differenziata che non tiene conto delle nostre proposte e va nella direzione di spaccare il Paese". Lo ha detto Stefano Bonaccini, candidato segretario del Pd, ai microfoni del Tg3. 

 

Stefano Bonaccini Ansa
Stefano Bonaccini

"Con l'approvazione del testo sull’Autonomia in Consiglio dei ministri, questo governo passa dalle parole ai fatti. Grazie al decisivo contributo di Forza Italia, non ci saranno cittadini di serie A e di serie B. Anche questo impegno è stato mantenuto. Questo è l’avvio di un percorso che dovrà essere condiviso in Parlamento, dove il testo potrà essere ulteriormente migliorato, e che potrà ritenersi concluso soltanto dopo la definizione dei Lep e del loro effettivo finanziamento". Così su Instagram il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, commenta il via libera del Cdm al ddl sull'autonomia differenziata.

Un parere contrario all'autonomia, così come immaginata da Calderoli, arriva anche dagli ordini dei medici. “Rivedere il disegno di legge sull'autonomia differenziata che, presentato dal ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli, è arrivato oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri”. È l'appello che Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) rivolge alla politica. ''Il testo che è stato presentato sull'autonomia differenziata, che esalta ovviamente il ruolo delle Regioni, rischia di non essere un testo che aiuta a colmare le differenze che, purtroppo, esistono sul territorio nazionale, le disuguaglianze in tema di salute''. 

Il progetto sull'Autonomia differenziata "è sbagliato e va contro il Paese", che "è già diviso, ha già troppe disuguaglianze. Non è quello di cui ha bisogno". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sottolineando che tale "logica indebolisce il Paese, anche nel rapporto con gli altri Stati, rischia di mettere in discussione il rapporto con le parti sociali, perché non è stato discusso con nessuno, e svilisce il ruolo del Parlamento".

Per Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd, "Il titolo non può che essere che Giorgia Meloni dà una sberla al Sud di questo Paese. Quello di Calderoli è un progetto che è stato portato in Cdm attraverso delle forzature. Non è stato fatto il confronto che serviva nelle sedi opportune con le regioni. E io spero che le regioni del Sud si ribelleranno e anzi che anche le regioni guidate da presidenti del Pd vorranno chiedere la convocazione urgente della conferenza Stato-regioni per esprimersi su quello che sta accadendo. Questo confronto andava fatto prima di portare quel disegno di legge in Cdm. Non è stato fatto perché ci sono le elezioni in Lombardia tra una settimana". "Noi a questo disegno dobbiamo opporci con tutta la forza".

E Filiberto Zaratti, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Affari costituzionali, aggiunge: "Cresce il dissenso contro il progetto 'Spacca Italia' di Calderoli anche all'interno della compagine politica e culturale della destra. Il testo leghista arriva persino ad affidare ad un Dpcm la definizione dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni, materia delicatissima perché riguarda i diritti delle persone. Il metodo è contestato anche dal professor Celotto fino a pochi giorni fa consulente della ministra Casellati". "Il Governo, come è evidente dalle dichiarazioni del sottosegretario Mantovano, sta tentando di blindare il testo per evidenti motivi di equilibri politici ma ci pare una operazione destinata a fallire, di fronte alla evidente incostituzionalità di norme che romperanno la continuità territoriale e sociale del nostro Paese". 

"Il problema aperto di questo disegno di legge è stabilire con quale fonte vadano definiti i Lep. Attualmente si prevederebbe che spetta al governo con un Dpcm. Tuttavia è più conforme al disegno costituzionale pensare che sia la legge a individuare e stabilire i Lep, perché i diritti delle persone possono e devono essere disciplinati con atto del Parlamento. È opportuno modificare questo punto". Così il costituzionalista Alfonso Celotto, fino a qualche giorno fa capo di gabinetto del ministro delle Riforme, Elisabetta Casellati.