È l'unico trattato bilaterale rimasto su controllo degli armamenti nucleari

Che cos'è il trattato Start, l'accordo per limitare le armi nucleari sospeso oggi da Putin

L'attuale accordo, detto New Start, è il quinto di una serie di patti; il primo fu firmato nel 1991 da George H.W. Bush e Mikhail Gorbaciov. Stabilisce una riduzione del 60% delle testate nucleari di entrambe le parti rispetto al primo accordo

Che cos'è il trattato Start, l'accordo per limitare le armi nucleari sospeso oggi da Putin
Ansa
Armi nucleari russe. I nuovi limiti disposti dalla quinta versione del trattato Start prevedono un massimo di 1.550 tra testate e bombe nucleari, 800 vettori nucleari (ovvero missili ICBM, sottomarini lanciamissili e bombardieri pesanti), di cui un massimo di 700 operativi contemporaneamente.

Il trattato Start, oggi sospeso da Vladimir Putin nel suo discorso annuale alla camere riunite dell'Assemblea federale, è il quinto di una serie di accordi internazionali stipulati sin dal 1991 per diminuire o limitare gli arsenali di armi di distruzione di massa, come le armi nucleari. Allo stato attuale è l'unico importante trattato bilaterale rimasto sul controllo degli armamenti nucleari fra Washington e Mosca.

L'acronimo Start sta per Strategic Arms Reduction Treaty, e quest'ultima versione dell'accordo è stata siglata dagli allora presidenti statunitense e russo Barack Obama e Dmitry Medvedev nel 2010. I suoi termini, scaduti nel febbraio 2021, sono stati immediatamente rinnovati per altri cinque anni da Joe Biden e da Putin: prima dell'attuale stop la scadenza era quindi prevista nel 2026. Mentre il primo e originario Start è quello firmato il 31 luglio 1991 all'alba del collasso dell'Unione Sovietica (arrivò 5 mesi dopo) da George H.W. Bush e Mikhail Gorbaciov.

Missile nucleare russo, Mosca Mikhail Svetlov/Getty Images
Missile nucleare russo, Mosca

I limiti fissati alla proliferazione degli armamenti nucleari

L'accordo attuale sostituiva di fatto tutte le intese precedenti in materia nucleare, e fissava in particolare una riduzione del 60% nel numero di testate di entrambe le parti rispetto al primo trattato Start, motivo per cui venne salutato come un importante passo avanti verso il disarmo - dal momento che gli arsenali russi e statunitensi costituiscono il 90% del totale globale.

In particolare, i nuovi limiti prevedono un massimo di 1.550 tra testate e bombe nucleari, 800 vettori nucleari (ovvero missili ICBM, sottomarini lanciamissili e bombardieri pesanti), di cui un massimo di 700 operativi contemporaneamente (il che equivale a permettere una riserva di 100 vettori) - tutti limiti ampiamente raggiunti e in alcuni casi superati dall'entrata in vigore dell'accordo, nel 2011.

Il problema delle ispezioni e le accuse americane

Il trattato prevede anche un regime di ispezione con cui entrambe le parti possono vigilare sull'applicazione delle clausole: Russia e Stati Uniti sono tenuti ad autorizzare ogni anno fino a un massimo di 18 ispezioni, con un preavviso minimo di 32 ore.

Quest'ultimo punto in particolare è stato oggi oggetto delle rimostranze di Putin. Secondo il capo dello Stato, infatti, nelle attuali condizioni determinate dal conflitto in Ucraina e dal sostegno occidentale e statunitense, permettere che gli Stati Uniti "ispezionino le nostre strutture di difesa suona come una sorta di assurdità". 

Le ispezioni erano state inoltre sospese nel marzo 2020 a causa della pandemia. Un incontro per definirne la ripresa era in programma lo scorso novembre in Egitto ma è stato posticipato per via delle tensioni provocate dal conflitto in Ucraina e mai più organizzato.  

Washington su questo punto ha accusato la Russia di aver violato gli accordi, poiché avrebbe di fatto impedito le attività di ispezione sul proprio territorio. "La Russia non rispetta gli obblighi del New Start che prevedono le ispezioni nei suoi territori - ha denunciato a gennaio un portavoce del dipartimento di Stato - Il rifiuto della Russia impedisce agli Stati Uniti di esercitare importanti diritti stabiliti dal trattato e minaccia l'efficacia del controllo Usa-Russia sulle armi nucleari".

Il sottomarino a propulsione nucleare USS Indiana, Stati Uniti Paul Hennessy/NurPhoto via Getty Images
Il sottomarino a propulsione nucleare USS Indiana, Stati Uniti

Sospensione dell'accordo: non solo escalation ma possibile tentativo di Putin per estenderlo a Francia e Gran Bretagna

Putin oggi ha dunque chiesto la sospensione del Nuovo Start, ma non il ritiro di Mosca dall'accordo, nel tentativo - sembra emergere da fonti russe dei negoziati sul disarmo ma anche dal suo stesso discorso - di estendere l'accordo, quindi gli interlocutori, anche a Gran Bretagna e Francia.

Il presidente russo ha infatti accusato non solo gli Usa ma anche la Nato di non collaborare all'attuazione dell'accordo. "A questo punto, sono costretto ad annunciare che la Russia sospende la sua partecipazione al trattato per le armi offensive strategiche".

"Con le sue dichiarazioni collettive, la Nato ha de facto presentato domanda per diventare parte del Trattato sulle armi offensive strategiche. Siamo d'accordo con questo, prego venite. Inoltre, riteniamo che una tale formulazione della questione sia attesa da tempo", ha detto infatti Putin, introducendo il discorso che ha portato all'annuncio della sospensione del Trattato New Start. "Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia hanno a loro volta arsenali nucleari. Vengono migliorati, sviluppati. E sono anche diretti contro di noi, sono anche diretti contro la Russia", ha affermato il presidente russo, secondo cui in fin dei conti "gli Usa, tramite la Nato, lanciano alla Federazione russa un ultimatum sullo Start: osservate ogni regola e noi faremo quello che vogliamo".

Ican: decisione “pericolosa e sconsiderata, Mosca torni indietro”

Difficile prevedere cosa succederà adesso; la sospensione della partecipazione russa allo Start, che Putin ha ribadito essere solo "temporanea", non implica di per sé nulla rispetto all'impiego delle armi sul breve periodo. Appelli a Mosca affinché torni sui suoi passi sono già stati lanciati da diverse organizzazioni della società civile, come la Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari (Ican), premio Nobel per la pace nel 2017. La decisione della Russia "è pericolosa e sconsiderata" si legge sul profilo Twitter della Campagna. "Mosca torni immediatamente al pieno rispetto dell'accordo e continui a rispettare i limiti delle testate nucleari".

Gli ultimi dati sui reciproci arsenali strategici che i due Paesi si sono scambiati risale al primo settembre 2022, quindi mesi dopo l'inizio della guerra di Mosca contro l'Ucraina. Gli Stati Uniti avevano in quella data dispiegato un totale di 659 missili balistici intercontinentali (da terra, mare e aria) e la Russia 540. Le testate dispiegate sui vettori erano rispettivamente 1420 e 1549 e i lanciatori dispiegati e no, 800 e 759 (dati del dipartimento di Stato Usa).