Asse Russia-Cina

Il viaggio di Wang Yi a Mosca: "La Cina auspica una soluzione politica alla crisi Ucraina"

Pechino, dice il capo Commissione Affari Esteri del Pcc, manterrà "come sempre" una posizione" obiettiva ed equa" rispetto alla crisi e auspica che tutte le parti interessate dal conflitto possano "creare le condizioni per il dialogo e il negoziato"

Il viaggio di Wang Yi a Mosca: "La Cina auspica una soluzione politica alla crisi Ucraina"
AP
Vladimir Putin e Wang Yi

È transitata su due binari paralleli la giornata odierna di Putin a Mosca. Da un lato la spinta sull'orgoglio russo a un anno dalla guerra di Ucraina e dall'altro la mano tesa alla Cina per cercare una via d'uscita.

Sul piano dell'orgoglio nazionale, la folla a Mosca ha invaso lo stadio Lushniki per il concerto a un anno dall'inizio della guerra in Ucraina. Presente anche il presidente russo, Vladimir Putin, per enfatizzare il momento patriottico in occasione della festa dei Difensori della patria. Un concerto-raduno che segna un anno di “operazione speciale” (ben presto diventata guerra anche nei discorsi dei russi) in Ucraina. Anche per questa manifestazione "patriottica", le persone del pubblico sono state portate da altre città in autobus con la promessa ai partecipanti di 500 rubli (6,69 dollari) ciascuno. Più complessa la questione Cina.

La soluzione politica

La Cina si dichiara pronta ad approfondire le relazioni con la Russia e auspica una "soluzione politica" della crisi ucraina. Con questo messaggio è arrivato a Mosca l'alto diplomatico del Partito Comunista Cinese, Wang Yi, al termine di un lungo tour che lo ha portato in Francia, Italia, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, e in Ungheria, prima dell'ultima tappa in Russia. Nella capitale russa, Wang ha ribadito la posizione cinese nei colloqui con il presidente Vladimir Putin, elogiando la volontà della Russia di risolvere la crisi con il negoziato.

Per Putin, le relazioni con Pechino sono importanti per "stabilizzare la situazione internazionale" e il leader del Cremlino ha accennato nuovamente alla prossima visita a Mosca del presidente cinese, Xi Jinping. Per il viaggio non c'è ancora una data confermata, ma sarà "nei prossimi mesi" e permetterà alla Cina di ribadire la propria contrarietà all'uso di armi nucleari. A ridosso dell'anniversario dell'invasione dell'Ucraina, a fare discutere è anche la proposta cinese di un piano per la pace, già accolto con un certo scetticismo in Occidente.

Pechino, ha ribadito oggi il capo della Commissione Affari Esteri del Pcc, manterrà "come sempre" una posizione" obiettiva ed equa" rispetto alla crisi e auspica che tutte le parti interessate dal conflitto possano "creare le condizioni per il dialogo e il negoziato". Allo stesso tempo, però, i colloqui dei giorni scorsi hanno messo in evidenza anche altri aspetti della posizione di Pechino: la Cina non vuole una guerra "prolungata", ha detto Wang durante l'incontro con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, a margine della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, e occorre realizzare "quanto prima" la pace in Europa, ha sottolineato l'alto diplomatico di Pechino nel colloquio a Budapest con il primo ministro ungherese, Viktor Orban.

Rimangono però tesi i rapporti con gli Stati Uniti e con l'Occidente, che registrano una "preoccupazione crescente" per la possibilità di un aiuto della Cina in termini di armi e munizioni alla Russia. Da Pechino, il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, ha pesantemente attaccato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo i dubbi riguardanti un sostegno militare della Cina alla Russia nella guerra in Ucraina. L'Alleanza Atlantica deve "smettere di diffamare la Cina" e di "soffiare sul fuoco", è stata la dura replica di Pechino, che auspica, invece, un ritorno al dialogo tra Russia e Stati Uniti "per realizzare l'obiettivo di un mondo senza armi nucleari", dopo l'annuncio di ieri di Putin della sospensione della Russia dal trattato New Start.

L'alto diplomatico del Partito Comunista Cinese, Wang Yi, con il ministro degli esteri russo Lavrov ap photo
L'alto diplomatico del Partito Comunista Cinese, Wang Yi, con il ministro degli esteri russo Lavrov

Wang a Lavrov: “Non possiamo rinunciare a sforzi per la pace”

Quanto più complicata è la situazione, "tanto più non possiamo rinunciare agli sforzi per la pace, sperando che tutte le parti superino le difficoltà". È quanto ha detto sulla questione dell'Ucraina il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Wang Yi, in occasione dell'incontro avuto oggi a Mosca con il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. L'auspicio, si legge in una nota serale della diplomazia di Pechino, è che le tutte le parti "continuino a creare le condizioni per il dialogo e il negoziato, trovando modalità efficaci di soluzione politica". 

Vladimir Putin e Wang Yi Ap
Vladimir Putin e Wang Yi

Cina e Russia più forti delle pressioni

Russia e Cina vogliono espandere i loro rapporti, che "resistono alle pressioni determinate da un contesto globale in mutamento e non sono soggetti alla influenze di Paesi terzi" e insieme sostengono il "multipolarismo e la democratizzazione delle relazioni internazionali". È quanto emerge dall'incontro che si è tenuto oggi a Mosca fra il presidente russo, Vladimir Putin, e il consigliere di Stato, Wang Yi. Lo riferisce l'agenzia russa Tass.

Nel corso del colloquio, il presidente e il consigliere hanno annunciato che "l'obiettivo di un interscambio commerciale da 200 miliardi di dollari sarà raggiunto prima del previsto". Secondo il capo dello Stato, "le relazioni russo-cinese si sviluppano progressivamente, raggiungendo nuove frontiere". Wang, riporta sempre Tass, ha ribadito che i rapporti fra i due Paesi "hanno resistito" ai cambiamenti e alle ingerenze internazionali e ha affermato che la Cina "è pronta ad approfondire la fiducia politica reciproca e la cooperazione strategica" con Mosca. I due Paesi sostengono relazioni internazionali "democratiche e multipolari". La comunità internazionale occidentale ha più volte chiesto al governo cinese di intervenire a favore della pace in Ucraina, dove da un anno prosegue un conflitto scatenato da un'offensiva militare russa.