Regno Unito

In Scozia finisce l'era di Nicola Sturgeon: "Nessuno dovrebbe governare per troppo tempo"

La Prima ministra, tre mesi dopo lo stop di Londra a un nuovo referendum sull'Indipendenza, ha annunciato le dimissioni adducendo motivi personali: "Sono un essere umano oltre che un politico"

In Scozia finisce l'era di Nicola Sturgeon: "Nessuno dovrebbe governare per troppo tempo"
(Jane Barlow/Pool photo via AP
Nicola Sturgeon annuncia le dimissioni

“Nella mia testa e nel mio cuore so che è arrivato il momento, che è il momento giusto per me, per il mio partito e per il paese, e annuncio quindi oggi la mia intenzione di dimettermi da Primo ministro e leader del mio partito". Lo ha detto la prima ministra della Scozia, Nicola Sturgeon, in una conferenza stampa a Edimburgo. Sturgeon ha parlato di una decisione molto combattuta e addotto motivi personali e familiari, tra cui la difficoltà di trovare momenti per sé stessa, "prendere un caffé o fare una passeggiata. Sono un essere umano oltre che un politico”. Ha sottolineato che è stato "il lavoro più bello del mondo" e di esserne stata "sostenuta e ispirata nei momenti belli e nelle ore più difficili dei miei giorni più difficili". Ha poi negato che la decisione sia dipesa da “questioni di breve termine", sarebbe al contrario una decisione maturata da tempo, e affermato che resterà a capo del governo finché il congresso del suo Scottish National Party, già previsto a marzo, individuerà un successore o una succeditrice, che si augura saprà “superare le divisioni” che affliggono la politica scozzese e a cui passerà il testimone per “condurre la Scozia all'Indipendenza”, che ritiene più vicina dopo il suo mandato. Si è rifiutata però di dare endorsement.

"Sono sempre stato convinta che nessun individuo dovrebbe essere dominante in un sistema per troppo tempo", ha detto inoltre Sturgeon. Divenne leader del Snp sulla scia del referendum sull'indipendenza del 2014, quando il 55% degli scozzesi votò per restare parte del Regno Unito. Portò il  partito a un clamoroso successo alle elezioni britanniche del 2015, conquistando 56 seggi su 59 in Scozia e posizionandolo come terza forza del Regno Unito. Vinse inoltre le successive elezioni per il parlamento scozzese, mantenendo il controllo del parlamento.

Lo scorso settembre la Corte suprema del Regno Unito decise che il governo scozzese non poteva indire un secondo referendum senza l'approvazione del parlamento britannico. Dopo la sentenza il sostegno all'indipendenza salì oltre il 50% nei sondaggi, per poi tornare a scendere negli ultimi mesi. Sturgeon oggi ha confermato di essere favorevole a provare a trasformare il risultato del voto in Scozia alle prossime elezioni politiche britanniche in un "referendum di fatto" sulla secessione.

La prima ministra dimissionaria ha infine difeso la linea del suo governo sulla liberalizzazione radicale del diritto di scelta dell'identità sessuale, estesa ai trans minorenni, dai 16 anni in su, da una recente legge scozzese poi bloccata dal governo centrale del conservatore Rishi Sunak  come incompatibile col quadro legislativo nazionale. Non ritiene che questo dossier possa avere  rappresentato una "distrazione" rispetto alle emergenze della gestione della sanità o della scuola scozzese, oltre che alla stessa battaglia indipendentista.