40esimo viaggio apostolico, il quinto in Africa

Il saluto di Francesco al Sud Sudan: "Mettete sulle ferite il sale del perdono: brucia ma guarisce"

Il giovane Stato subsahariano decide di dedicare una strada al primo Pontefice che visita il Paese. Più di 100 mila persone partecipano alla celebrazione eucaristica nel mausoleo "John Garang" di Juba

Il saluto di Francesco al Sud Sudan: "Mettete sulle ferite il sale del perdono: brucia ma guarisce"
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Papa Francesco nel mausoleo “John Garang” di Juba per celebrare la messa domenicale

Papa Francesco ha celebrato oggi la messa al mausoleo “John Garang” di Juba, ultimo appuntamento pubblico in Sud Sudan. Si è concluso il viaggio apostolico nella Repubblica Democratica del Congo ed in Sud Sudan, Papa Francesco è rientrato a Roma. Il volo della compagnia ItaAirways, con a bordo il pontefice, è atterrato all'aeroporto di Fiumicino alle 16:49. 

Francesco ha fatto un giro in papamobile tra i fedeli, accorsi in migliaia. La preghiera dei fedeli è stata recitata in arabo, dinka, bari, nuer e zande. Da quando Bergoglio è arrivato, non è cessato l'afflusso di persone dirette nell'area: oltre al mausoleo, i fedeli si sono collocati anche in tutta la zona limitrofa, come riferiscono le autorità locali. Si stima che alla celebrazione abbiano partecipato oltre 100mila persone.

Francesco arriva al mausoleo "John Garang" ap
Francesco arriva al mausoleo "John Garang"

“Vengo a voi a proclamarvi Lui, a confermarvi in Lui, perché l'annuncio di Cristo è annuncio di speranza: Egli, infatti, conosce le angosce e le attese che portate nel cuore, le gioie e le fatiche che segnano la vostra vita, le tenebre che vi opprimono e la fede che, come un canto nella notte, levate al Cielo” dice Papa Francesco nel corso della messa. “Gesù vi conosce e vi ama; se rimaniamo in Lui, non dobbiamo temere, perché anche per noi ogni croce si trasformerà in risurrezione, ogni tristezza in speranza, ogni lamento in danza” aggiunge il Pontefice, che poi invita a deporre “le armi dell'odio e della vendetta per imbracciare la preghiera e la carità”.

Poi il Papa invita a superare “quelle antipatie e avversioni che, nel tempo, sono diventate croniche e rischiano di contrapporre le tribù e le etnie; impariamo a mettere sulle ferite il sale del perdono, che brucia ma guarisce”. Bergoglio rivolge un pensiero speciale alle donne e dice: “La speranza, qui specialmente, è nel segno della donna e vorrei ringraziare e benedire tutte le donne del Paese”.

E, tra le donne, ce n'è una che il Papa cita con affetto e riconoscenza, la santa più venerata del Paese, una suora: “In Sud Sudan c'è una Chiesa coraggiosa, imparentata con quella del Sudan” sottolinea ricordando la figura della santa Giuseppina Bakhita, “una grande donna, che con la grazia di Dio ha trasformato in speranza la sofferenza patita”.

Un concetto, quello della speranza, associato al lascito della sua visita in terra africana: “Speranza è la parola che vorrei lasciare a ciascuno di voi, come un dono da condividere, come un seme che porti frutto”. Oltre alla speranza, il Papa dice di voler “associare un'altra parola, la parola di questi giorni: pace. Con i miei fratelli Justin e Iain - ha detto Bergoglio, riferendosi all'arcivescovo di Canterbury e al moderatore della Chiesa di Scozia -, che ringrazio di cuore, siamo venuti qui e continueremo ad accompagnare i vostri passi, noi tre insieme siamo venuti facendo tutto quello che possiamo perché siano passi di pace, passi verso la pace”. Il Pontefice ha quindi affidato “il cammino della riconciliazione e della pace” alla Madonna, “la Regina della pace”.

Infine, “anche se il cuore sanguina per i torti ricevuti, rinunciamo una volta per tutte a rispondere al male con il male, e staremo bene dentro; accogliamoci e amiamoci con sincerità e generosità, come fa Dio con noi. Custodiamo il bene che siamo, non lasciamoci corrompere dal male” ha concluso il Pontefice.

Papa Francesco celebra la messa ap
Papa Francesco celebra la messa

Intanto, tra i gesti di commiato più affettuosi, si registra anche la dedica di una strada a Bergoglio, primo Papa che giunge in questo “giovane” Paese (nato nel 2011): il governo sud-sudanese ha infatti deciso di intitolare una via in suo onore, d’ora in poi “Pope Francis Road”. Si tratta della principale strada asfaltata della capitale, una delle poche in uno Stato che ne conta solo duecento chilometri. L’arteria parte da piazza Kololo Junction e prosegue fino alla sede della Nunziatura apostolica (l'ambasciata del Vaticano) passando per le sedi diplomatiche dell'Unione europea e degli Stati Uniti. “La presenza del Papa rimarrà così per sempre nel Paese”, commentano dalla conferenza episcopale sud-sudanese, che ringrazia l’esecutivo per questo gesto.

A chiudere la visita del Papa in Sud Sudan, la messa domenicale in programma alle 8,45 (7,45 ora italiana). Il pontefice si sposterà poi all'aeroporto internazionale di Juba dove, insieme all'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e al moderatore della Chiesa di Scozia, Iain Greenshields, si congederà con il presidente del Paese, Salva Kiir. A bordo dell'aereo papale saranno ospiti anche i due leader cristiani, che hanno accompagnato Francesco in questa tappa della sua quinta visita apostolica africana.