Bombardamenti su Kiev

Droni, raid e morti in Ucraina. Allarme a Zaporizhzhia, Mosca: "L'Occidente gioca col fuoco"

La furia di Putin si abbatte di nuovo sulle città ucraine, a due giorni dai colloqui con Xi dove si è discusso di un trattato di pace con Kiev. Zelensky: "ferocia bestiale" degli attacchi

Droni, esplosioni, morti, palazzi squarciati: la furia di Putin si abbatte di nuovo sull'Ucraina appena si conclude il viaggio a Mosca del leader cinese Xi lascia Mosca, dichiarando "Siglato l'asse per un nuovo ordine mondiale": i due giorni di colloqui ad altissimo livello, che rinsaldano il legame tra il gigante cinese e la Russia.
Tornano le macerie, ma anche gli stalli su un fronte dilaniato dagli attacchi dall'alto di missili e droni, e sul terreno, da continui rovesciamenti degli equilibri nei combattimenti tra le case di Bakhmut e su tutto il fronte dell'Est della guerra.

I raid su tutta l'Ucraina
"Ma quale pace?", è la domanda retorica del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo i nuovi raid russi che hanno bersagliato il suo Paese all'indomani dell'incontro al Cremlino tra Vladimir Putin e Xi Jinping in cui lo zar lodava il piano di pace cinese. Ieri a Zaporizhzhia un attacco in pieno giorno, con alcune vittime e 34 feriti, tra cui due bambini di sette e nove anni. Nella notte invece, altre nove persone erano rimaste uccise nell'attacco sulla regione di Kiev, a Rzhyschiv: che aveva colpito anche un dormitorio (una residenza studentesca). 

La "ferocia bestiale" degli attacchi
Gli ucraini invece, hanno fatto sapere di aver abbattuto 16 droni ma cinque sono sfuggiti dal mirino ed hanno portato morte e distruzione in un'altra giornata di guerra, "non soltanto un altro giorno", come aveva scritto Zelensky, scagliandosi contro quella che ha definito la "ferocia bestiale" degli attacchi russi: "Più di 20 droni iraniani assassini, oltre a missili e numerosi bombardamenti. E questo solo in una notte di terrore russo contro l'Ucraina".
 

Zelensky insieme ai miltari ucraini, Bakhmut gettyimages
Zelensky insieme ai miltari ucraini, Bakhmut

Il presidente ucraino in giornata era comparso al fronte, prima vicino alla città martoriata di Bakhmut, dove ha consegnato riconoscimenti ai soldati che da settimane difendono quella che Kiev ha deciso essere la sua "fortezza": il simbolo più forte della resistenza determinata a non cedere a Mosca nemmeno un centimetro di terra ma anche una scelta che ha suscitato non pochi dubbi tra osservatori e alleati, data l'entità delle perdite e il valore non proprio strategico della città dell'Est che prima di questa fase del conflitto contava 70 mila abitanti: ora ne sono rimasti meno di 4000.

Il video della visita lampo del presidente ucraino nelle città colpite dai bombardamenti russi.

Il "Blitz" di Zelensky al fronte
Poi Zelensky ha visto i vertici militari in Donbass, spostandosi infine a Kharkiv, l'altra città dilaniata sotto i colpi costanti dei russi, per consegnare un riconoscimento al suo sindaco, Igor Terekhov, e visitare i soldati feriti in ospedale. 
 

Colpita ancora Zaporizhizha
Sul terreno resta altissima la tensione a Zaporizhizha, nelle cui vicinanze c'è la centrale nucleare più grande d'Europa, ora sotto controllo russo: il direttore generale dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Rafael Grossi, ha di nuovo (l'ennesimo, negli ultimi mesi) lanciato l'allarme: una possibile disconnessione della centrale dalla linea elettrica esterna.

 

Mentre l'ultima linea di riserva da 330 kilovolt, danneggiata dal primo Marzo, rimane disconnessa e in riparazione.

Il direttore dell'agenzia ha evidenziato ancora una volta "La fragilità della sicurezza nucleare".