La decima giornata di azione contro la riforma delle pensioni

Francia: ancora proteste e scioperi. Saccheggiati i magazzini Leclerc. Chiusa anche la Tour Eiffel

Nonostante il calo di presenze, i sindacati hanno indetto una nuova giornata di azione, l'undicesima, il prossimo 6 aprile. Intanto si attende il verdetto del Consiglio costituzionale previsto per il 21 aprile

Francia: ancora proteste e scioperi. Saccheggiati i magazzini Leclerc. Chiusa anche la Tour Eiffel
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La polizia spara gas lacrimogeni contro i manifestanti per la riforma delle pensioni a Parigi

Passa in archivio anche la nuova giornata di mobilitazione in Francia, la decima, che ha coinvolto centinaia di migliaia di persone in tutto il Paese per protestare contro la riforma delle pensioni voluta dal governo. 

I numeri dell'adesione oscillano tra i 740mila manifestanti registrati dal ministero dell'Interno, e gli oltre 2 milioni riferiti dal sindacato Cgt. Dati comunque in calo rispetto alla mobilitazione di giovedì scorso in cui i sindacati avevano contato 3,5 milioni di partecipanti. Ma quella di oggi non sarà l'ultima giornata di proteste, una nuova mobilitazione è stata già annunciata per il 6 aprile

Già dal mattino le attese manifestazioni avevano riacceso i timori di nuove violenze, tanto da spingere il ministro degli Interni, Gérald Darmanin, a schierare 13mila agenti, di cui quasi la metà nella sola Parigi, un record dall'inizio delle mobilitazioni. 

Proprio nella capitale, dopo uno svolgimento pacifico del corteo che ha attraversato la città da place de la Republique a place de la Nation, alcuni cassonetti sono stati dati alla fiamme in boulevard Voltaire, mentre un gruppo di facinorosi ha assaltato e saccheggiato i magazzini Leclerc. La polizia è intervenuta e ha fermato almeno 27 persone. Risultano anche 2 feriti.

Tensioni si sono registrate anche a Nantes, dove i manifestanti hanno lanciato oggetti contro la polizia che ha risposto con gas lacrimogeni. La filiale di una banca e i cassonetti davanti al tribunale sono stati dati alle fiamme. A Rennes invece, dove si sono radunate circa 22mila persone, un'agenzia di assicurazioni è stata saccheggiata.

L'ondata di proteste è stata segnata anche da uno sciopero generale, che ha coinvolto i dipendenti pubblici. Decine di lavoratori delle ferrovie hanno invaso e bloccato a Parigi i binari dei treni di Gare de Lyon a Parigi. Mentre perfino l'attrazione più famosa del Paese, la Tour Eiffel, ha chiuso ai visitatori, come già aveva fatto il Museo del Louvre appena il giorno prima. Ma sono stati bloccati gli accessi anche all'Arco di Trionfo e alla Reggia di Versailles.

Parigi. Occupazione binari alla Gare de Lyon Reuters
Parigi. Occupazione binari alla Gare de Lyon

Torneranno invece da mercoledì al lavoro nella capitale i netturbini che dal 6 marzo non hanno più ripulito le strade della città e riprenderanno a funzionare gli inceneritori. Ma nonostante i nuovi appelli dei sindacati affinché il governo sospenda la sua riforma, fortemente contestata, che prevede l'innalzamento dell'età pensionabile da 62 a 64 anni, Macron non ha rilasciato nessun commento e sembra essere rimasto fedele alla sua decisione.

Si apre però un flebile spiraglio nella vicenda, al termine della decima giornata di mobilitazione. Il segretario generale del sindacato Cfdt, Laurent Berger, ha annunciato che la premier Elisabeth Borne ha invitato i sindacati "lunedì o martedì" prossimo.

E se la stessa premier sottolinea che l'invito ai sindacati non significa fare marcia indietro sulle pensioni, nonostante un calo di presenze in questa decima giornata di mobilitazione in Francia rispetto a giovedì 23 marzo, proprio i sindacati francesi hanno indetto una nuova giornata di azione il 6 aprile. Una risposta prevedibile visto che il conflitto sulla riforma delle pensioni sembra essere a un punto morto.

La prossima scadenza prevista è quella del Consiglio costituzionale, che dovrà emettere il proprio verdetto sulla nuova riforma entro il 21 aprile. Durante questo periodo, i sindacati hanno avvertito che non intendono allentare la pressione sull'esecutivo. Una posizione giustificata "dalle richieste degli stessi attivisti e dei francesi, che restano mobilitati e contrari alla riforma", ha sottolineato il Cfdt, uno dei principali sindacati del Paese.