Il Patriarca ortodosso di Costantinopoli (ecumenico) Bartolomeo ha affermato che la leadership della Chiesa ortodossa russa (Patriarcato di Mosca) condivide la responsabilità con le autorità russe per possibili crimini in Ucraina. Secondo il patriarca, le autorità russe “usano la chiesa come strumento per raggiungere i propri obiettivi politici”. Allo stesso tempo, Bartolomeo ha sottolineato di essere pronto a partecipare al risveglio spirituale della Russia nel dopoguerra.
Il Patriarca è intervenuto a una conferenza al Parlamento lituano. Ha affermato che la leadership della Russia e la Chiesa ortodossa russa hanno collaborato all'esecuzione di un'invasione militare dell'Ucraina e, in particolare, all'allontanamento forzato di bambini ucraini, di cui la Corte penale internazionale dell'Aia sospetta il presidente russo Vladimir Putin.
Bartolomeo ha invitato entità religiose e laiche a cooperare per "neutralizzare la capacità della leadership del Patriarcato di Mosca di minare l'unità e legittimare teologicamente atti criminali". Tuttavia, Bartolomeo considera la missione della Chiesa ortodossa di "far tornare fratelli e sorelle russi alla nostra comunità basata sui valori comuni".
Martedì scoro il governo lituano e il Patriarcato di Costantinopoli hanno firmato un accordo di cooperazione. Il patriarca Bartolomeo ha annunciato la possibilità di ampliare la presenza del patriarcato da lui presieduto in Lituania, fino alla creazione ivi di un esarcato e di accogliere sotto la propria protezione la Chiesa ortodossa russa di Lituania indipendente da Mosca.
Recentemente la Chiesa ortodossa russa di Lituania ha dichiarato di voler uscire dalla comunione ecclesiastica con il Patriarcato di Mosca, diventando difatti indipendente, una condizione posta dal governo lituano per evitarne lo scioglimento.