Bergamo

Inchiesta Covid: i pm indagano Conte, Speranza, Fontana, Gallera, Borrelli, Brusaferro, Locatelli

Chiusa dopo tre anni l'inchiesta sulla gestione del Covid nei primi mesi della pandemia nella Bergamasca. L'ex premier: “Tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini”. I familiari delle vittime: "Si riscrive la storia della strage"

Inchiesta Covid: i pm indagano Conte, Speranza, Fontana, Gallera, Borrelli, Brusaferro, Locatelli
ANSA/ Fabio Conti
La colonna di camion militari carichi di bare lascia Bergamo, 19 marzo 2020

Indagati eccellenti nell'inchiesta sulla gestione del Covid nei primi mesi della pandemia nella provincia di Bergamo, allora la più colpita.

A tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia di Covid che, tra febbraio e aprile 2020, ha straziato la Bergamasca con oltre 6 mila morti in più rispetto alla media dell'anno precedente, la Procura ha chiuso l''inchiesta per epidemia colposa e a notificare l'avviso di chiusura. Il procuratore aggiunto di Bergamo Cristina Rota con i pm Silvia Marchina e Paolo Mandurino, sotto la super visione del Procuratore Antonio Chiappani, hanno tirato le somme di una indagine con cui si è cercato di far luce e individuare le responsabilità, eventuali o meno, di quella tragedia che ha lasciato una profonda ferita. 

Tra gli indagati figurano l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l'ex assessore al Welfare Giulio Gallera

Nell'atto che chiude le indagini ci sono anche il presidente dell'Istituto Superiore della Sanità, Silvio Brusaferro, l'allora capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, e il presidente dell'Istituto Superiore della Sanità, Franco Locatelli. C'è anche Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico nella prima fase dell'emergenza, tra gli indagati nell'inchiesta sula gestione del Covid della Procura di Bergamo.

In tutto gli indagati sono 19. 

Gli avvisi di conclusione dell'indagine sono in via di notifica. La Guardia di finanza ha avviato le notifiche per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio. Per l'ex premier Conte e l'ex ministro Speranza si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri.

Tre, in sostanza, i filoni dell'indagine: la repentina chiusura e riapertura dell'ospedale di Alzano, la mancata “zona rossa” in Val Seriana e l'assenza di un piano pandemico aggiornato per contrastare il rischio pandemia lanciato dall'Oms. Tra fine febbraio e l'aprile 2020, nella Bergamasca l'eccesso di mortalità fu di 6.200 persone rispetto alla media dello stesso periodo degli anni precedenti, tanto che nella relazione per l'apertura dell'anno giudiziario il procuratore Chiappani disse che l'inchiesta aveva "accertato gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie, nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia".

La diffusione del Covid fu sottovalutata nonostante i dati a disposizione indicassero che la situazione a Bergamo stava precipitando, in particolare in Val Seriana. La mancata chiusura è uno dei fronti principali dell'inchiesta della procura di Bergamo per epidemia colposa.

Da quanto si apprende, Fontana e Gallera, anche attraverso i loro legali, non hanno al momento ricevuto alcun atto riguardante la chiusura dell'inchiesta della Procura di Bergamo anche a loro carico. Nessuna comunicazione formale, dunque, allo stato da parte dei pm sul fatto che siano indagati nell'inchiesta appena chiusa dopo tre anni. Entrambi erano stati sentiti come testimoni nell'indagine.

Da quanto si è appreso, gli avvisi di chiusura dell'inchiesta sono in via di notifica, ma agli indagati, quindi, potrebbero arrivare soltanto domani. 

Covid Bergamo, 2020 Ansa
Covid Bergamo, 2020

Pm di Bergamo: “Indagine chiusa non è un atto d'accusa”

La Procura di Bergamo comunica in una nota di avere chiuso le indagini sulla gestione del Covid sottolineando che "la conclusione delle indagini, com'è noto, non è un atto d'accusa". L'attività svolta, sottolineano i magistrati, è stata "oltremodo complessa sotto molteplici aspetti e ha comportato altresì valutazioni delicate in tema di configurabilità dei reati ipotizzati, di competenza territoriale, di sussistenza del nesso di causalità ai fini dell'attribuzione delle singole responsabilità e ha consentito di ricostruire i fatti così come si sono svolti a partire dal 5 gennaio 2020".

La procura di Bergamo ha chiuso le indagini nei confronti di 17 persone, mentre per le posizioni dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Salute Roberto Speranza si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri che dovrà valutare gli atti a loro carico. Le loro posizioni non figurano, dunque, nell'avviso di conclusione indagini, non ancora notificato agli altri 17 indagati, tra cui ci sono pure alcuni ex dirigenti del Comitato tecnico scientifico e Francesco Maraglino, ex direttore Ufficio 5 - Prevenzione delle Malattie trasmissibili e Profilassi internazionale.

Le indagini, condotte dalla Guardia di finanza, "sono state articolate, complesse e consistite nell'analisi di una rilevante mole di documenti acquisiti e sequestrati, sia in forma cartacea che informatica, presso il ministero della Salute, l'Istituto superiore di Sanità, il Dipartimento della Protezione civile, Regione Lombardia, Ats, Asst, l'ospedale Pesenti-Fenaroli di Alzano Lombardo, nonché di migliaia di mail e di chat telefoniche in uso ai soggetti interessati dall'attività investigativa, oltre che nell'audizione di centinaia di persone informate sui fatti" si legge nella nota del procuratore capo Antonio Chiappani.

Un'attività - nei confronti dei 19 indagati - che "è stata oltremodo complessa sotto molteplici aspetti e ha comportato altresì valutazioni delicate in tema configurabilità dei reati ipotizzati, di competenza territoriale, sussistenza del nesso causalità ai fini dell'attribuzione delle singole responsabilità, ha consentito innanzitutto di ricostruire i fatti così come si sono svolti a partire dal 5 gennaio 2020" conclude il procuratore.

Conte: “Tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini”

''Apprendo dalle agenzie di stampa notizie riguardanti l'inchiesta di Bergamo. Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica''. Così in una nota il presidente M5s, Giuseppe Conte.

Speranza: Sereno e sicuro di aver agito sempre nell'interesse del paese"

''Apprendo dalle agenzie di stampa notizie riguardanti l'inchiesta di Bergamo. Ho sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto. Io sono molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell'esclusivo interesse del Paese. Ho piena fiducia come sempre nella magistratura''. Così Roberto Speranza interpellato dall'Adnkronos sull'inchiesta a Bergamo.

Covid Bergamo, 2020 Ansa
Covid Bergamo, 2020

Familiari delle vittime: “Si riscrive la storia della strage”

"Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un'Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni". Lo scrive l'associazione dei familiari delle vittime Covid19 #Sereniesempreuniti', commentando la chiusura dell'inchiesta bergamasca.

"Da sempre ci siamo battuti per la verità per i nostri cari - spiega il direttivo dell'associazione - nonostante l'omertà che ha sempre contraddistinto questa storia. Siamo andati avanti senza mai scoraggiarci nel percorso di memoria e di giustizia, confidando nella magistratura, e oggi non possiamo fare altro che ringraziare la dottoressa Rota, il suo team, e il Procuratore di Bergamo, Antonio Chiappani".

"Questa decisione - spiegano ancora - non ci restituisce i nostri cari e non cancella le lacrime che abbiamo versato, ma onora la memoria di chi ha pagato in prima persona". E ringraziano i loro legali, gli avvocati "Consuelo Locati, Alessandro Pedone, Luca Berni, Giovanni Benedetto e Piero Pasini, vicini a noi in questa battaglia con professionalità e impegno costante".

Per il team di legali dell'associazione "ora si sa che quelle persone hanno pagato il prezzo della inefficienza e della incompetenza istituzionale, ad ogni livello, e oggi finalmente qualcuno sarà chiamato a rispondere delle sue responsabilità".

I familiari delle vittime del Covid, che fanno parte dell'associazione '#Sereniesempreuniti', si ritroveranno domani "dalle 11 alle 13 fuori dalla Procura di Bergamo per testimoniare la propria gratitudine per l'immane lavoro svolto in questi 3 anni", dopo la chiusura dell'inchiesta. Lo spiega la stessa associazione in una nota, chiarendo che "con loro ci saranno anche i legali che li assistono". 

Gallera: “Massima collaborazione con la magistratura”

"Non ho ancora ricevuto alcun atto ufficiale. Ma sono sereno e garantirò, come ho sempre fatto, la massima collaborazione alla Magistratura". Lo afferma l'ex assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, commentando l'inchiesta della procura di Bergamo.

"Abbiamo affrontato il Covid a mani nude e, sulla base delle pochissime informazioni delle quali potevamo disporre, abbiamo messo in campo le decisioni più opportune per affrontare l'emergenza", rivendica Gallera, che ribadisce: "Ho sempre garantito ogni forma di collaborazione con la Procura di Bergamo come persona informata sui fatti, e continuerò a farlo". "Un'indagine così lunga e complessa è composta da migliaia di pagine di atti processuali, molti dei quali di natura tecnica. Se le notizie fossero confermate, chiederemo tutto il tempo necessario per esaminare gli atti e predisporre il contraddittorio affinché possa essere accertata la correttezza delle azioni messe in campo durante l'emergenza".

Il legale di Fontana: “Indagati senza notifica”

"Non avevamo il minimo segnale di partecipare al banchetto degli indagati. Fontana era stato sentito come persona informata sui fatti e da allora silenzio assoluto". È il commento dell'avvocato Jacopo Pensa, legale di Attilio Fontana, alla chiusura dell'inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia di Covid, che vede tra gli indagati anche il presidente della Lombardia.

Oggi, aggiunge il legale, "apprendiamo prima dai media e senza alcuna notifica formale di essere tra gli indagati". E ancora: "Prendiamo atto che la Procura di Bergamo ha sottolineato che la conclusione delle indagini non è un atto di accusa. Vedremo, vedremo. Non è neanche un atto di difesa".