Indetta "una settimana di paralisi" tra scioperi e proteste

Israele: in 630.000 in piazza contro la riforma della giustizia. Dodicesimo sabato di manifestazioni

Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha chiesto pubblicamente di fermare la legislazione, primo membro del governo a farlo seguito poi dal collega dell'Agricoltura, Avi Dichter

Israele: in 630.000 in piazza contro la riforma della giustizia. Dodicesimo sabato di manifestazioni
Twitter/@ShehabAgency
Israele, proteste contro la riforma della giustizia

Un numero record di 630.000 persone è sceso in piazza nelle principali città israeliane per protestare contro la controversa riforma giudiziaria, nel dodicesimo sabato consecutivo di manifestazioni, nel giorno in cui il ministro della Difesa Yoav Gallant ha chiesto pubblicamente di fermare la legislazione, primo membro del governo a farlo. Poco dopo anche il ministro dell'Agricoltura, Avi Dichter, ha chiesto di “mettere in pausa” l'iter di riforma. La manifestazione centrale di Tel Aviv conta circa 300.000 persone; 65.000 persone hanno manifestato a Haifa, 22.000 a Gerusalemme e 20.000 a Beersheva. Proteste in oltre 120 diverse parti del Paese, secondo il “Movimento Ombrello di Resistenza contro la Dittatura in Israele”, un'organizzazione di diversi gruppi civili.    

Le forze dell'ordine israeliane hanno fermato 23 persone fra i manifestanti che bloccato per alcune ore l'autostrada Ayalon, una delle arterie principali della città di Tel Aviv e ha tirato fuori cannoni ad acqua per disperdere l'assembramento. Dopo dodici sabati consecutivi di manifestazioni di massa dall'annuncio della controversa riforma giudiziaria il movimento di protesta sta guadagnando slancio mentre la legislazione passa all'esame della Knesset. "Lo dico ad alta voce e pubblicamente: per il bene dello Stato di Israele e dei nostri figli, dobbiamo fermare questo processo legislativo", ha dichiarato Gallant, leader di uno dei ministeri chiave di Israele e veterano del partito conservatore Likud del primo ministro Benjamin Netanyahu, in un discorso televisivo.

“Non siamo nati ieri” hanno dichiarato gli organizzatori della protesta dopo il discorso di Gallant: "Non dormiremo. Chiediamo la piena abrogazione della legislazione e, fino ad allora, la lotta non potrà che intensificarsi".

Due parlamentari e influenti esponenti del Likud, Yuli Edelstein e David Bitan, hanno appoggiato la richiesta del ministro della Difesa di fermare la riforma giudiziaria. L'elezione dei giudici - che dà al governo un controllo quasi totale sul comitato di selezione dei giudici - dovrebbe essere approvata la prossima settimana. I gruppi civili che hanno promosso le proteste hanno infatti indetto una "settimana di paralisi" con scioperi e proteste quotidiane in diverse città, in particolare davanti alle case e agli uffici dei ministri e dei parlamentari della coalizione e alla Knesset, proprio mercoledì, giorno in cui è prevista l'approvazione della legge.

Il ministro della difesa israeliano Yoav Galant Ansa
Il ministro della difesa israeliano Yoav Galant