La decisione presa a maggioranza

La Bce ha alzato i tassi di interesse di mezzo punto. Lagarde: "Troppa inflazione troppo a lungo"

Tasso sui rifinanziamenti principali al 3,50%, ai massimi dal 2007. Francoforte stima inoltre un aumento dei prezzi al 5,3% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. Crisi delle banche? "Quelle europee sono poco esposte", rassicura l'istituto

La Bce ha alzato i tassi di interesse di mezzo punto. Lagarde: "Troppa inflazione troppo a lungo"
Daniel ROLAND / AFP
Christine Lagarde

La Banca centrale europea ha comunicato ieri la decisione di alzare i tassi d'interesse di mezzo punto percentuale, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3,50% (il livello più elevato che si registri dall'ottobre del 2007), quello sui depositi al 3%, e quello sui prestiti marginali al 3,75%.  La Bce stima inoltre che l'inflazione si collocherà in media al 5,3% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025.

"L'inflazione si prevede troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Pertanto, il Consiglio direttivo ha deciso oggi di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento, in linea con la sua determinazione ad assicurare il ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% a medio termine", ha spiegato Christine Lagarde, presidente della Banca centrale, in conferenza stampa a Francoforte, mettendo in chiaro che “non è stata messa sul tavolo nessuna altra opzione” diversa dal rialzo intrapreso, e "la decisione è stata presa a larga maggioranza e molto rapidamente".

"Il Consiglio direttivo segue con attenzione le tensioni in atto sui mercati ed è pronto a intervenire ove necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell'area dell'euro", ha proseguito, specificando che il settore bancario dell'area dell'euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità. "In ogni caso - ha aggiunto - la Bce dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell'area dell'euro, qualora ve ne sia l'esigenza, e per preservare l'ordinata trasmissione della politica monetaria. Le nuove proiezioni macroeconomiche degli esperti della Bce sono state ultimate agli inizi di marzo, prima delle recenti tensioni emerse nei mercati finanziari. Tali tensioni comportano pertanto ulteriore incertezza riguardo alle valutazioni dello scenario di base per l'inflazione e la crescita".

“In base alle ultime proiezioni - ha proseguito Lagarde - l'economia dovrebbe riprendersi nel corso dei prossimi trimestri. Gli interventi pubblici volti a proteggere l'economia dall'impatto degli elevati prezzi energetici dovrebbero essere temporanei, mirati e modulati al fine di preservare gli incentivi a un minore consumo di energia. Qualsiasi misura che disattenda questi criteri probabilmente sospingerà al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, rendendo necessaria una risposta più forte di politica monetaria". In generale, prosegue la presidente, "le politiche di bilancio dovrebbero essere orientate a rendere la nostra economia più produttiva e ad abbassare gradualmente l'elevato livello del debito pubblico". Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa a Francoforte.

"Il Consiglio direttivo - sottolinea poi Lagarde -  è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell'ambito del proprio mandato per assicurare che l'inflazione torni all'obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l'ordinata trasmissione della politica monetaria. Anche se la situazione di incertezza dovesse diminuire, sappiamo che abbiamo ancora molta strada da fare nella lotta all'inflazione". Quanto al settore bancario, “è in una situazione molto migliore rispetto al 2008”, rileva, e "non vediamo attualmente una crisi di liquidità", ma al contrario “cominciamo a vedere la trasmissione della nostra politica monetaria attraverso il canale del credito”, cioè un  rallentamento dei finanziamenti a imprese e famiglie, "ed è esattamente quello che vogliamo vedere". 

La crisi che ha colpito Credit Suisse è "limitata e non c'è concentrazione", ha spiegato nel corso della conferenza il vicepresidente della banca centrale Luis De Guindos. In ogni caso, "abbiamo gli strumenti per fornire liquidità nel caso servissero".

L'inflazione core, al netto cioè dei beni energetici e alimentari, ha continuato ad aumentare a febbraio e gli esperti della Bce si attendono una media del 4,6% nel 2023, livello più elevato di quello anticipato nelle proiezioni di dicembre. In seguito dovrebbe ridursi al 2,5% nel 2024 e al 2,2% nel 2025, via via che le spinte al rialzo derivanti dai passati shock dell'offerta e dalla riapertura delle attività economiche verranno meno e che la politica monetaria più restrittiva frenerà in misura crescente la domanda. “Sono miglioramenti ma non ancora sufficienti a garantire un ritorno al target del 2% nel medio periodo”, dice Lagarde.

"Penso che non ci sia alcun compromesso da fare tra stabilità dei prezzi e stabilità finanziaria", ha risposto la presidente della Bce a una domanda posta in conferenza stampa. In ogni caso, la Bce non ha inserito nel comunicato sulla decisione odierna del rialzo dei tassi alcun riferimento a ulteriori rialzi futuri.