Lione

La Francia nega l'estradizione di Vincenzo Vecchi, l'ultimo condannato per il G8 2001

In Italia sconterebbe 11 anni e 6 mesi di reclusione. La decisione può essere impugnata entro tre giorni, il comitato di sostegno: "Si ponga fine a questa vicenda delirante"

La Francia nega l'estradizione di Vincenzo Vecchi, l'ultimo condannato per il G8 2001
Josselin Clair/IPA
Vincenzo Vecchi durante un'udienza ad Angers nell'ottobre 2020

La Corte d'appello di Lione, in Francia, ha respinto la richiesta italiana di estradare Vincenzo Vecchi, condannato nel 2012 in via definitiva a 11 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di devastazione e saccheggio (inesistente oltralpe) in relazione alle proteste del luglio 2001 contro il G8 di Genova. "Nonostante abbia vissuto per un periodo con falsa identità, per 13 anni ha costruito relazioni, famiglia, ha lavorato e partecipato alle attività della comunità - spiegano i giudici  - e questi diritti devono considerarsi da tutelare rispetto a una condanna per fatti accaduti nel lontano 2001 che pare a tutti gli effetti sproporzionata". Maxime Tessier, legale dell'uomo insieme a Catherine Glon, esprime su Twitter “grande sollievo e gioia”.

L'ufficio del procuratore generale ha tre giorni di tempo per impugnare la decisione. "A Lione ha prevalso il buon senso democratico e lo spirito delle leggi. Siamo felici e orgogliosi di questo", scrive il Comitato di sostegno a Vecchi in una nota, in cui si chiede inoltre “solennemente alla Procura della Repubblica di non ricorrere alla Corte di Cassazione, ponendo così fine, in modo elegante e dignitoso, a questa vicenda delirante".

“Restiamo cauti, ci siamo già stati scottati. Ma è comunque un sollievo per tutti. Non siamo mai stati così vicini all'obiettivo", ha detto Jean-Pierre Guenanten, uno dei membri dei componenti del comitato. Una conferenza stampa con i legali che seguono la vicenda è stata annunciata per domani.

Il mandato di arresto europeo era stato spiccato nel 2016 e la Francia vi aveva dato seguito nel 2019. Quell'anno e il successivo si erano già pronunciate, negando l'estradizione, le corti d'appello di Rennes e di Angers. La vicenda, in questi anni, è stata seguita con attenzione da diversi media francesi, più di quanto lo sia stata in Italia, sottolineando spesso come il reato di devastazione e saccheggio risalga al codice Rocco varato durante il ventennio fascista.

Tutti gli altri manifestanti condannati per i fatti di Genova hanno scontato le pene inflitte e sono ora in libertà.