Le conseguenze geopolitiche del protagonismo della Cina. Intervista a Giada Messetti

Quale sarà lo scenario geopolitico dopo la visita del leader cinese in Russia? Ne parliamo con Giada Messetti esperta di politica cinese

Le conseguenze geopolitiche del protagonismo della Cina. Intervista a Giada Messetti
Contributor/Getty Images
Xi Jinping e Putin, Mosca

Giada Messetti, si è conclusa la missione del leader cinese Xi Jinping in Russia. A tuo parere quali saranno le conseguenze nello scenario geopolitico internazionale?

Le conseguenze saranno la prosecuzione di un processo che esiste da diverso tempo e che con la guerra ha avuto un’accelerazione, ovvero la nascita di un nuovo ordine mondiale in cui la Cina non può fare a meno della Russia per non rimanere sola a dire che esiste un modello diverso da quello a guida americana. Nel caso della Cina, ovviamente è la Cina che si propone come una guida alternativa agli Stati Uniti, e quello che sta facendo anche con questo viaggio in cui non parla all’Occidente ma soprattutto ai suoi cittadini e ai Paesi del sud del mondo, è avere il ruolo della potenza responsabile, che in qualche modo dice che nel mondo serve che l’economia cresca, quindi che le sanzioni unilaterali e il protezionismo sono negativi, che attacca quella che definisce la mentalità da guerra fredda che hanno gli Stati Uniti che vogliono dividere il mondo in blocchi, democrazie contro autocrazie. La Cina si propone come un fattore di stabilità perché ad esempio sposa la narrazione russa del fatto che la guerra sia stata causata dall’espansione a est della NATO e dalle provocazioni statunitensi, perché lei stessa si sente in questo momento sotto scacco dall’America che secondo la Cina sta costruendo tutta una rete di alleanze nell’Asia Pacifico per contenere la sua ascesa. Quindi quello che si sta delineando è questo nuovo ordine mondiale che non si sa come sarà, ma Russia e Cina sono concordi nel sostenere che non sarà più un ordine unipolare a guida americana, ma sarà multipolare dove convivranno potenze diverse con sistemi diversi.

Sul fronte della guerra in Ucraina, dopo questa visita, sarà credibile Xi Jinping come un possibile mediatore? Oppure, invece, pensa che sarà difficile proporsi come mediatore?

Molto difficile che sia mediatore. È vero che Xi Jinping è l’unico che può parlare sia a Putin che a Zelensky, ed è l’unico che abbia delle leve su entrambi i Presidenti, però è vero anche che la Cina è una potenza molto egoriferita e soprattutto ha una politica estera che segue il principio di non interferenza per poi poter dire “io non mi immischio nei vostri affari, voi non vi immischiate nei miei quindi non parlate di Taiwan, Hong Kong, Xinjiang”. Ovviamente rinunciare a questo principio per essere mediatore in una trattativa complicatissima che non offre alla Cina la certezza di uscirne vincente, non è vantaggioso per la Cina e quindi difficilmente accadrà. La vera domanda è se adesso Xi Jinping parlerà veramente al telefono con Zelensky. C’è la possibilità di questa telefonata annunciata che non è ancora avvenuta e sarebbe la prima volta che Xi Jinping sente Zelensky dall’inizio della guerra.

Parliamo del cosiddetto "nuovo ordine mondiale" propugnato , in chiave anti occidentale, da Russia e Cina. Cosa tiene insieme questo "nuovo ordine mondiale "?

Entrambi i Paesi sostengono che l’Occidente, soprattutto gli Stati Uniti, vogliano bloccare l’ascesa delle due potenze e vogliono essere gli unici a guidare il mondo, e invece sia la Russia che la Cina sostengono che ormai vogliono anche loro voce in capitolo sulle cose mondiali. Il concetto è: l’Occidente negli ultimi decenni ha scritto le regole del gioco da solo, ma adesso le cose sono cambiate, ci sono degli attori nuovi e diversi che hanno diritto ad avere voce in capitolo. Per quanto riguarda la Cina, la Cina sostiene di essere riuscita a creare un modello alternativo a quello americano e occidentale, un modello vincente, perché è riuscito in soli 40 anni a trasformare la Cina da Paese rurale a maggioranza contadina e analfabeta, a Paese a maggioranza urbana e seconda potenza mondiale, dove esiste una classe media di 600 milioni di persone e dove sono state sollevate dalla soglia di povertà oltre 700 milioni di persone. Dall’alto di questi suoi risultati, la Cina ha un orgoglio molto forte ed è stufa di essere trattata come un junior partner: questo diciamo il collante che tiene insieme Russia e Cina. Ovviamente i Paesi sono completamente diversi: la Cina è una grande potenza nonostante in questo momento stia attraversando un periodo di grande difficoltà anche interna, mentre la Russia ormai sta diventando il vassallo della Cina.

Ma conviene alla Cina la "postura" antioccidentale?

Dipende da che punto di vista la si guarda. Se la si guarda dal punto di vista strettamente commerciale, la Cina in questo momento continua ad avere ottimi rapporti commerciali sia con gli Stati Uniti che con l’Europa. Chiaramente la questione tecnologica creerà dei problemi perché in questo momento gli Stati Uniti stanno cercando di escludere la Cina dalla filiera dei semiconduttori che sono la tecnologia del futuro, ma sul resto dei fronti il rapporto economico è ancora molto solido e molto forte. Se lo guardiamo dal punto di vista della Cina, che appunto non ha violato le sanzioni contro la Russia proprio per non giocarsi i mercati europei e americani che sono i suoi maggiori mercati, in questo momento la Cina si sta proponendo al sud del mondo come una guida. È come se da un certo punto di vista, dal punto di vista della reputazione, abbia rinunciato a convincere l’Occidente, anche se poche settimane fa c’è stato un viaggio del capo della diplomazia cinese Wang Yi in Europa volto a rassicurare gli europei sulla postura cinese. Ormai la Cina è abbastanza consapevole che è difficile recuperare con l’Occidente, sa benissimo che c’è tutta una parte di mondo, anche vasta, che in qualche modo condivide una visione negativa degli Stati Uniti e dell’Occidente, e quindi in questo momento strizza l’occhio soprattutto a quella parte di mondo lì e dice “io ho creato questo modello alternativo, dove modernizzazione non è sinonimo di occidentalizzazione, e io non ve lo impongo, ma voi potete prenderlo a modello”. Quindi è proprio una nuova proposta che la Cina offre ai paesi in via di sviluppo.

Come si svilupperà la "dialettica "con gli USA? Teme il peggio?

Io spero che ricomincino in fretta a parlarsi ad alto livello, nel senso che comunque è un periodo di tensioni molto forte e l’assenza di dialogo può solo creare ulteriore tensione e equivoci. Quindi io mi auguro che a un certo punto il senso della responsabilità da entrambe le parti abbia la meglio.

Come si porrà nei confronti della UE?

Come dicevo prima, la Cina cerca di dire all’Europa che deve mantenere un’autonomia strategica rispetto agli Stati Uniti e il fatto che l’Europa si stia appiattendo molto sulle posizioni americane per la Cina è un problema, perché se c’è una cosa che questa guerra ha incredibilmente rafforzato sono le alleanze: l’alleanza atlantica in primis, e le alleanze tra gli USA e i suoi alleati, anche in Asia Pacifico. Questo per la Cina è un problema e quindi cercherà di continuare a rassicurare l’Europa da questo punto di vista, bisognerà capire quanto ci riuscirà.

Parliamo della sua nuova trasmissione, che prenderà il via a metà aprile su RAI 3. Si chiamerà Cinamerica . Perché?

La mia nuova trasmissione prenderà via il 14 aprile su RAI 3 in seconda serata. La conduco assieme a Francesco Costa, bravissimo giornalista esperto di Stati Uniti e si chiama Cinamerica perché penso sia utile in questo momento capire cosa sta succedendo. Noi, tutti i giorni leggiamo delle notizie e spesso non sappiamo quale è il contesto di queste notizie; quindi, spesso facciamo fatica a capire di cosa stiamo parlando. Cinamerica si propone di dare una base di conoscenza molto divulgativa, ma senza perdere profondità e approfondimento, di un quadro mondiale che in questo momento vede la sfida tra Cina e Stati Uniti come motore di quello che sta succedendo, in modo che chiunque, una volta vista la trasmissione, se leggerà un articolo, guarderà il TG, capirà dove inserire le cose che stanno succedendo. Io credo che sia molto importante cominciare ad avere consapevolezza di quello che accade anche fuori da noi, fuori dall’Italia, fuori dall’Europa. Bisogna cominciare ad allargare lo sguardo e avere una visione più globale possibile perché siamo in un momento storico di grandissimi cambiamenti. Grandissimi cambiamenti che anche se a noi sembrano lontani e astratti, in realtà hanno conseguenze dirette sulla nostra vita e quindi io penso che avere consapevolezza di quello che sta succedendo sia molto molto importante, sia soprattutto strategico per noi. Quindi è fondamentale conoscere, soprattutto la Cina, che da noi è un Paese che non si conosce e su cui vengono reiterate semplificazioni, letture in bianco e nero. È invece ora di andare oltre, di approfondire, perché altrimenti non si possono trovare degli efficaci canali di dialogo.

 

*GIADA MESSETTI (1981) è sinologa, saggista e autrice Tv. Dopo la laurea in cinese all’Università di Venezia, nel 2005 si è trasferita a Pechino dove ha lavorato per le principali testate italiane –Rai, Corriere della Sera, Repubblica, Radio Popolare, Diario– fornendo contenuti informativi e logistici. Rientrata in Italia nel 2011, ha collaborato con alcune fra le più importanti trasmissioni radio e tv, come Crozza, Zeta, Caterpillar, Ovunque6, Caterpillar AM per poi approdare alla scrittura televisiva vera e propria collaborando, fra gli altri, con Daria Bignardi a Le Invasioni Barbariche e con Beppe Severgnini a L’erba dei vicini.

Attualmente è autrice di programmi di approfondimento su Rai3.

Per Strade Blu Mondadori ha pubblicato i due saggi divulgativi sulla Cina “Nella testa del Dragone – Identità e Ambizioni della Nuova Cina” (2020) e “La Cina è già qui –Perché è urgente capire come pensa il Dragone”.

Nel febbraio 2022 ha fatto la telecronaca della Cerimonia di apertura e chiusura delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali Beijing 2022 in diretta su Rai2. 

Parla di Cina sull’account IG di informazione Torcha e ogni venerdì tiene una rubrica di notizie cinesi all’interno del programma FORREST di Radio1-RAI, condotto da Luca Bottura e Marianna Aprile. 

A queste attività affianca quella di mediatrice per eventi e convegni e di opinionista in radio e TV su temi relativi alla Cina.

Giada Messetti Rai
Giada Messetti