Strage in Abruzzo

Ex primario di Urologia a Teramo uccide moglie e figli all'Aquila e poi si suicida

L'autore della strage da poco in pensione. Ha ucciso i due figli, di cui uno gravemente malato, e la moglie. L'arma era regolarmente denunciata. L'avvocato di famiglia "La vicenda del figlio lo ha segnato"

Ex primario di Urologia a Teramo uccide moglie e figli all'Aquila e poi si suicida
TgR Abruzzo
Medico uccide moglie e figli a L'Aquila e poi si sucida

Avrebbe utilizzato una pistola regolarmente denunciata, una P38, il medico aquilano Carlo Vicentini che ha sterminato la sua famiglia a Tempera, una contrada dell'Aquila. E' una delle indiscrezioni emersa nella fase dei primissimi rilievi che la Polizia sta effettuando sul posto insieme al magistrato di turno Guido Cocco.

Il professionista ha ucciso il figlio 43enne Massimo, malato di sclerosi multipla e attaccato ad un respiratore, la figlia Alessandra, 36enne, nutrizionista nel reparto di oncologia dell'ospedale di Teramo e la moglie Carla Pasqua, di 63 anni.

L'omicidio-suicido risalirebbe a circa 24 ore prima del ritrovamento dei corpi da parte delle forze di polizia, avvenuta intorno all'ora di pranzo di oggi. Gli inquirenti, che stanno in queste ore ascoltando i vicini, stanno cercando di ricostruire le circostanze in cui la tragedia è avvenuta, per capire se si sia trattato di un gesto premeditato. "Mi aveva detto due giorni fa che con tutta la famiglia sarebbe andata al mare a Tortoreto (nel teramano), ieri ho provato a contattarlo senza ricevere risposta. Ho solo visto che le finestre erano abbassate e ho pensato fossero già partiti", le parole di Giovanni Vicentini, fratello dell'urologo. Solo oggi, con delle chiavi secondarie, sono andati ad aprire rendendosi conto della tragedia.

Risalirebbe a circa le 2 della notte tra mercoledì e giovedì l'ultimo accesso su WhatsApp del telefono della figlia Alessandra. Al vaglio degli inquirenti tutti i telefonini. Nessuno dei vicini potrebbe indicare con certezza l'ora dell'omicidio suicidio. "Viviamo in una zona dove il rumore dei colpi può essere facilmente confuso - spiega un vicino nella villetta di fronte. Non abbiamo sentito nulla di particolare, pur notando che la casa del dottor Vicentini è rimasta chiusa per tutta la giornata di ieri".

"Una vicenda estremamente grave". Queste le parole dell'avvocato di famiglia Emilio Bafile davanti alla villa di Vicentini. "Era un professionista straordinario - ricorda il legale - ha sofferto sicuramente per la situazione clinica del figlio che stava poco bene e questa vicenda lo ha segnato. Ovviamente, la sofferenza è arrivata all'estremo e ha maturato questa idea". "Ci avevo parlato qualche giorno fa - aggiunge - anche in quell'occasione si è confermato una persona di livello, di tanti interessi. Una persona di spicco, ma le condizioni del figlio hanno pesato molto sulla sua esistenza".

Da chiarire la dinamica e i motivi del gesto: l'ipotesi di un'azione premeditata sarebbe accreditata dal fatto che gli investigatori avrebbero trovato un biglietto scritto dall'ex primario prima di togliersi la vita. Quello che è certo è che da poco aveva lasciato la vita lavorativa mentre aveva continuato ad insegnare. Ma il passaggio aveva fatto emergere alcuni tratti depressivi e la sensazione che fosse scoraggiato tanto che più di un amico gli aveva consigliato di farsi aiutare.

Secondo quanto si è appreso da fonti investigative, il contenuto del biglietto sarebbe composto da pensieri farneticanti. Le indagini della polizia coordinate dal pm Cocco, proseguono per stabilire moventi e dinamiche. Stando ad una prima ricostruzione, il noto urologo avrebbe sparato ai suoi familiari mentre erano al letto, utilizzando la sua pistola regolarmente denunciata: il figlio è stato ritrovato sotto le coperte, la figlia, che evidentemente ha tentato di nascondersi, è stata ritrovata sotto al letto e la moglie, invece, nel corridoio nel disperato tentativo dimettersi in salvo. Il medico si sarebbe tolto la vita nella sua stanza.

Carlo Vicentini, primario di urologia all'ospedale di Teramo TgR Abruzzo
Carlo Vicentini, primario di urologia all'ospedale di Teramo

"Siamo devastati. E' una tragedia che non riusciamo a spiegarci: il professor Vicentini era un urologo molto bravo ed apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile". Così il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia ricorda il medico che oggi ha compiuto a Tempera la strage in famiglia.   

"Era andato in pensione circa un mese fa, dopo aver fatto un grandissimo lavoro nella nostra azienda, nel reparto di urologia a gestione universitaria - continua il dg - al momento del pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il grande lavoro impostato da Vicentini che era medico ricercato da fuori Teramo e fuori regione".

"Sono profondamente colpito e addolorato. È un dramma incommensurabile, che strazia il cuore della comunità temperese e aquilana di angoscia, turbamento e interrogativi a cui difficilmente potrà essere data risposta. Le mie preghiere e i miei pensieri sono rivolte alle vittime di questa tragedia e ai familiari che restano a piangerla. L'amministrazione è pronta a garantire tutta l'assistenza e il sostegno possibili". Lo ha detto il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, che si è recato sul luogo della tragedia.

"Un professionista di riferimento anche per il nostro ateneo". Il rettore dell'Università dell'Aquila, Edoardo Alesse ricorda così Carlo Vicentini, che era docente di Urologia nell'area concorsuale di Chirurgia plastica-ricostruttiva, chirurgia pediatrica e urologia.