L'intervento della premier

Migranti, Meloni in Senato in vista del prossimo Consiglio europeo

Il governo si aspetta passi avanti dall'Ue. Previsti aiuti finanziari oltre i 500 milioni di euro già pattuiti. Asse con Scholz e von der Leyen, ieri la telefonata della premier con il cancelliere tedesco

Migranti, Meloni in Senato in vista del prossimo Consiglio europeo
Ansa
Giorgia Meloni nell'aula del Senato, immagine di repertorio

Prima in Senato, poi a Montecitorio. La premier Giorgia Meloni per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023. Il governo si aspetta dei passi avanti in Europa per una gestione effettivamente comunitaria della questione migratoria. Le speranze della premier sembrano confortate dalla lettera inviata dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ai leader dei 27 in vista dell'appuntamento di giovedì e venerdì. Un messaggio in  cui - sottolineano fonti di governo - è stato dato un ampio spazio alle priorità di Roma per una riforma complessiva sul tema dei migranti che sia più equilibrata, ed è stata recepita una logica più espansiva sugli aiuti finanziari che dovrebbero andare oltre i 500 milioni di euro già pattuiti.   

"Il terribile naufragio a largo della Calabria è stato un vivido richiamo all'urgenza della nostra azione - ha scritto la presidente della Commissione Ue -. Una soluzione equa e duratura è possibile solo attraverso un approccio europeo e bilanciato. Possiamo raggiungere più traguardi se agiamo assieme". Fra gli impegni di Von der Leyen, anche altri 110 milioni che la Commissione mobiliterà nel 2023, "addizionali ai 208 già impegnati per la cooperazione anti-trafficanti". Quella battaglia è diventata la priorità del governo italiano, da coniugare con un controllo rafforzato delle frontiere e una cooperazione sui rimpatri rapidi. Temi citati nella lettera e toccati anche nel faccia a faccia in mattinata con il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, negli uffici di FdI alla Camera, alla vigilia delle comunicazioni della premier al Senato e a Montecitorio. Un confronto cordiale, in cui sono emerse "sintonia e fiducia rinnovata", secondo fonti vicine a Meloni. E nel dossier migranti trova spazio anche la priorità di aiutare la Tunisia, che attende i finanziamenti del Fmi, sull'orlo di una crisi che, è il timore dell'esecutivo, può generare un'ondata di migranti.   

Non è l'unico fronte su cui Meloni cerca la sponda del cancelliere tedesco Olaf Scholz, con cui ieri pomeriggio ha avuto una telefonata di mezz'ora. La Germania è anche uno dei partner da convincere nel negoziato per il nuovo Patto di stabilità, in cui l'Italia chiede flessibilità nell'utilizzo dei fondi europei, per evitare una guerra di sussidi che favorirebbe Paesi con meno debito pubblico. Come, appunto, la Germania. Quello è il negoziato cruciale per Palazzo Chigi, non la ratifica del Mes (solo l'Italia manca all'appello), su cui è forte il pressing delle opposizioni e di Bruxelles. 

Un tema che potrebbe essere toccato nel Consiglio europeo quando verranno affrontati la   crisi di Credit Suisse e gli effetti del fallimento dell'americana Silicon Valley Bank. Per ora, spiegano fonti di governo, non si ravvisano rischi sull'esposizione degli istituti italiani, ma la vicenda della banca svizzera mette in luce rischi e lacune delle regole europee.  Roma e Berlino sono invece allineate sulla crisi ucraina. In reazione alle mosse russe, fra la visita di Vladimir Putin a Mariupol e quella del presidente cinese Xi Jinping a Mosca, una priorità del Consiglio Ue deve essere "dare un ulteriore segnale di sostegno all'Ucraina a 360 gradi", si legge nel resoconto del colloquio telefonico con Scholz. 

Da Bruxelles annunciano in settimana una nuova tranche di aiuti per 2 miliardi per Kiev. "Il tema è consegnare in fretta le munizioni all'Ucraina", ha chiarito il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Su questo, al momento la maggioranza ha accantonato i distinguo dei mesi scorsi. Mentre è nelle opposizioni che si misureranno le distanze, nel confronto sulle risoluzioni in discussione dopo le comunicazioni di Meloni.   

Sotto la nuova guida di Elly Schlein, il Pd ribadirà la sua linea: sostegno all'Ucraina e al suo diritto all'autodifesa, con la richiesta di intensificare l'impegno diplomatico dell'Europa per la pace, l'accusa alla Russia per l'aggressione e la richiesta di continuare a puntare sul suo isolamento, anche alla luce dell'incriminazione di Putin da parte della Corte penale internazionale. Basta armi è invece il senso della posizione del M5s: "Abbiamo già dato, è inutile girarci intorno - taglia corto  Giuseppe Conte -. Chiediamo all'Italia e al governo di assumersi la responsabilità di uno sforzo diplomatico, nel quadro dell'Ue, con gli altri alleati". Il leader terzo polo Carlo Calenda non si sbilancia  e si limita ad annunciare che non voterà la mozione di maggioranza.