L'inchiesta sulla strage di migranti in Calabria

Il tragico naufragio di Crotone, il Gip: "Lo sbarco non è frutto di un accordo tra 4 amici al bar"

Il giudice ha disposto la misura cautelare in carcere per i due presunti scafisti che sono accusati di favoreggiamento all'immigrazione clandestina, naufragio colposo e lesioni. Guardia Costiera: “Non c'era situazione di pericolo”

Il tragico naufragio di Crotone, il Gip: "Lo sbarco non è frutto di un accordo tra 4 amici al bar"
LaPresse
Naufragio Steccato di Cutro (Crotone)

Il gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, ha convalidato il fermo dei due scafisti arrestati due giorni fa con l'accusa di avere guidato l'imbarcazione naufragata davanti alla costa di Steccato di Cutro causando la morte di almeno 67 persone. Il gip ha disposto la misura cautelare in carcere per i due che sono accusati di favoreggiamento all'immigrazione clandestina, naufragio colposo e lesioni. 

La premessa del Gip

Lo sbarco sulle coste calabre "non può essere ritenuto frutto di un accordo tra 4 amici al bar che, imbattutisi per caso fortuito in almeno 180 disperati, decidono di affrontare i pericoli del mare per speculare sul desiderio di libertà dei disperati". Lo scrive il gip Michele Ciociola, nell'ordinanza di convalida degli arresti di degli scafisti della strage di Cutro. Un'ordinanza che parte con una premessa ritenuta, però, irrituale e a tratti zeppa di considerazioni che vanno molto al di là del giuridico. 

"In attesa dell'atteso ed osannato turismo crocieristico, l'Italia per alcuni giorni scopre altri esotici viaggi alla volta di Crotone e dintorni". È l'incipit dell'ordinanza emessa poco fa per convalidare i fermi di due dei tre presunti scafisti del naufragio di Crotone: Sami Fuat, 50enne turco e Khalid Arslan, 25enne pakistano. 

"Nel frattempo immarcescibili e sempre più opulente organizzazioni criminali turche (nel caso in specie, tuttavia, emergono appendici strutturali pakistane) brindano all'ultima tragedia umanitaria (il disastroso terremoto che inghiottiva parte della Turchia e della già martoriata Siria) che regalerà ai loro traffici ulteriori miriadi di disperati, disperati disposti a tutto pur di mettersi alle spalle un crudele presente ed un ancor più fosco futuro - prosegue l'ordinanza -. Nel frattempo ha trovato tragica epifania quanto già in tante occasioni sfiorato e preconizzato". 

E ancora: "Lungi dall'ergersi alla Cassandra di turno, chi scrive, gravato dagli orrori dell'ultima mareggiata pitagorica, si accinge a vagliare l'ultimo fermo disposto in materia di immigrazione clandestina". "Diversamente dal consueto, il caso di specie registra decine di vittime, vittime di un destino sordo alle loro speranze e di uno stato di necessità non altrimenti fronteggiabile se non alla mercé di disperati viaggi della speranza". 

Poi il gip inizia a parlare delle "condotte contestate ai singoli indagati".

"Scafisti socialmente pericolosi"
 

"C'è il pericolo di reiterazione del reato" perché gli scafisti arrestati "hanno avuto una condotta di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina", ecco perché i due, Fami Fuat, 50enne turco e Khalid Arslan, 25enne pakistano, devono restare in carcere. Potrebbero ripetere "nuove condotte di favoreggiamento di migranti a favore delle organizzazioni di appartenenza, anche sul territorio nazionale". Il gip considera i due scafisti “socialmente pericolosi” e "l'origine turca di uno dei due, ma anche di un terzo uomo di cui si sono perse le tracce, mal si concilia con la pretesa di confondersi tra i disperati". Gli scafisti, a differenza degli oltre 180 passeggeri, non erano "ammassati nella stiva" ma potevano girare liberamente per la barca.

"Altri schiaccianti elementi a sostegno delle ipotesi accusatorie discendono dalle dichiarazioni dei soggetti escussi", cioè dei superstiti, scrive ancora il gip nell'ordinanza. "Priva di pregio, lo si anticipa al lettore, la eccepita sovrapponibilità delle dichiarazioni". "Tutti gli escussi indicavano nei turchi Sami Fuat e Gun Ufuk i principali nocchieri del mezzo nautico", scrive il giudice.

"Lo sbarco non è frutto di quattro amici al bar"
 

"I colleghi pakistani Ishaq Hassnan e Kalid Arlan, invece avrebbero svolto attività accessorie funzionali alla gestione dei migranti, tanto sul territorio turco quanto sul mare aperto". "Altro elemento valorizzabile è dato individuare nella reazione di alcuni sopravvissuti che nel mentre principiavano i soccorsi, cercavano o dare sfogo alla loro disperazione aggredendo uno dei fermati". "lo sbarco in esame non può essere ritenuto frutto di un epifenomenico accordo tra quattro amici al bar che, imbattutisi per caso fortuito in almeno 180 disperati, decidono di affrontare i perigli del mare per speculare sul desiderio di libertà dei dispersi medesimi". 

“Accadimenti facilmente imputabili a titolo colposo agli indagati”

"L'esistenza di strutture per ospitare i migranti prima della partenza, il servizio di trasporto sino ai natanti, la suddivisione dei ruoli, la presenza di canali di pagamento coinvolgenti l'apporto di terzi soggetti, il servizio di assistenza marittima rappresentano indici sintomatici di un solo dato fattuale: l'imperversare di una organizzazione", scrive ancora il gip nella ordinanza di custodia cautelare. "Ai posteri il gravoso compito di raccogliere, valorizzare e riscontrare gli elementi sintomatici già agli atti", scrive ancora il giudice. "Trattasi di precipitato inevitabile, atteso quanto occorso a diversi migranti", scrive il giudice. "Gli accadimenti possono agevolmente essere imputati a titolo colposo agli indagati, emergendo chiaramente i crismi del supposto coefficiente psicologico".
"Tanto è dato assumere in ragione dell'elevato numero di passeggeri, delle condizioni del mare, della vetustà del natante, dell'ostinato rifiuto a chiamare i soccorsi, nonché della improvvida manovra in cui si spendevano i nocchieri per evitare per scappare dalle autorità italiane".

Crotone, la camera ardente dei migranti morti nel naufragio Ansa
Crotone, la camera ardente dei migranti morti nel naufragio

Domani Mattarella a Crotone

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà domani a Crotone per rendere omaggio alle vittime del naufragio dell'imbarcazione su cui viaggiava un gruppo di migranti. Il naufragio ha provocato la morte accertata, al momento, di 67 persone ed un numero ancora imprecisato di dispersi. Della visita del presidente Mattarella, di cui mancano al momento i particolari, si è appreso da fonti locali. Il Capo dello Stato, secondo quanto si è appreso, si dovrebbe recare al Palasport, dove sono allineate le bare delle vittime del naufragio.

Sale a 69 il numero delle vittime

Avvistato un altro cadavere nel mare di Steccato di Cutro (Crotone), ma il mare agitato e il buio non permettono il recupero del corpo. Sembra che si tratti di un bambino.
Salgono così a 69 le vittime, anche se per l'ufficialità si attende il recupero del corpicino.

Intanto, è stata aperta al Palamilone di Crotone la camera ardente dei migranti morti Domenica sul litorale di Steccato di Cutro. Il silenzio irreale è rotto dalle urla di dolore dei parenti venuti a salutare i congiunti deceduti in mare. In molti sono arrivati dalla Germania.

Proseguono senza sosta le attività di perlustrazione alla ricerca dei corpi che risultano ancora dispersi. 

Tra le vittime c'è anche Shahida Raza, giovane capitana della nazionale femminile di Hockey del Pakistan. Viaggiava sul barcone insieme agli altri profughi. Era madre di una bambina, ma a quanto pare la figlia non era con lei sull'imbarcazione. La morte della giocatrice è stata confermata dalla Pakistan Hockey Federation. Shahida aveva deciso di affrontare i rischi della traversata dalla Turchia pur di scappare via dalle persecuzioni del suo paese. Ha affrontato il viaggio stipata nella stiva assieme ad oltre 150 compagni di viaggio, in condizioni disumane ma con la speranza che il sacrificio fosse ripagato dall'approdo verso una nuova vita.

Domani Schlein a Crotone con una delegazione Pd

"La segretaria del Pd, Elly Schlein, domani sarà a Crotone, insieme a una delegazione di parlamentari dem, per rendere omaggio alle vittime del naufragio avvenuto domenica scorsa, nel quale hanno perso la vita 69 persone. Schlein si recherà al PalaMilone, dove è stata allestita la camera ardente. Non rilascerà dichiarazioni alla stampa". Lo comunica in una nota il Partito Democratico.

Guardia Costiera: “Non c'era situazione di pericolo”

Il naufragio avvenuto in Calabria, è "una tragedia non prevedibile alla luce delle informazioni che pervenivano". Lo ha detto il portavoce della Guardia Costiera, Cosimo Nicastro a “5 minuti” di Bruno Vespa. "Gli elementi di cui eravamo a conoscenza noi e la Guardia di Finanza - ha aggiunto - non facevano presupporre che ci fosse una situazione di pericolo per gli occupanti. Non erano arrivate segnalazioni telefoniche né da bordo né dai familiari. E allo stesso tempo la barca, partita 4 giorni prima dalla Turchia, non aveva riportato alcuna informazione alle altre omologhe organizzazioni di guardia costiera che ha attraversato".

Nicastro ha confermato che la segnalazione di Frontex parlava di "una barca che sta navigando regolarmente a sei nodi, con una persona soltanto visibile a bordo e in buone condizioni di galleggiabilità". Segnalazione che viene trasmessa "all'International coordination center, che è il punto di contatto non per le operazioni di ricerca e soccorso ma per le operazioni di polizia in mare".

Sull'intervento della motovedetta e del pattugliatore della Guardia di Finanza, Nicastro sottolinea che "le condizioni meteo non consentono di proseguire nell'attività" e quindi le motovedette "rientrano, informando le forze di polizia a terra e attivando il dispositivo di ricerca a terra" affinché intercettasse il caicco che "voleva spiaggiare non visto da nessuno, perché non ha chiamato i soccorsi". 

La Guardia Costiera conferma poi che quella notte ci fu una "conversazione" tra i colleghi della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria e quelli della Guardia di Finanza che erano intervenuti. Questi ultimi informano la Guardia Costiera che "le due unità che si trovavano in mare stavano rientrando per le condizioni meteo avverse e che non c'era una posizione nota dell'imbarcazione". Inoltre, "non vengono segnalate situazioni critiche che facciano pensare che l'operazione di polizia si stia trasformando in un'operazione di emergenza". Tuttavia, conclude Nicastro, "la Guardia Costiera incomincia ad attivare tutta la sua catena affinché fosse predisposto il dispositivo Sar".