Inaugurazione alla fiera di Rho

Meloni al Salone del mobile: "Serve una rivoluzione culturale per difendere il lavoro creativo"

"Il marchio è la cosa più preziosa che abbiamo" aggiunge la premier, che definisce la casa e l'arredo "un pezzo della nostra identità". Poi ricorda le misure in cantiere su sostegno al reddito, tasse, imprese

Meloni al Salone del mobile: "Serve una rivoluzione culturale per difendere il lavoro creativo"
(Consiglio dei Ministri/Youtube)

“Non potevo mancare con la mia mise poco istituzionale, solo Santanché ha il coraggio di arrivare con i tacchi a questo evento, tutti gli altri sanno cosa li aspetta...”: esordisce con una battuta e un riferimento al dress code, la premier Giorgia Meloni, all'inaugurazione del Salone del Mobile di Milano, a proposito della decisione di indossare delle sneakers. Nel suo intervento, tocca più volte il tema della moda italiana, del made in Italy, del marchio, che “è la cosa più preziosa che abbiamo, a patto che siamo in grado di difenderlo e valorizzarlo”. E proprio su questo, la premier annuncia “un collegato alla manovra per valorizzare il marchio, una legge quadro che punti su tre pilastri: lotta senza quartiere a contraffazione e concorrenza sleale; strumenti finanziari per far crescere le Pmi nei settori dell'eccellenza, e formazione e competenza”. Per Meloni “serve una rivoluzione culturale per mettere al centro il lavoro creativo italiano”.

Un appuntamento importante, quello del Salone del Mobile, a cui “non potevo mancare” chiarisce la premier, “sono stata qua a tante edizioni e non potevo mancare alla mia prima edizione da presidente del Consiglio”. E prosegue: “Non è solo una vetrina straordinaria della eccellenza italiana di fronte al mondo ma una fiera che racchiude molte delle questioni strategiche su cui il governo lavora”. Al Salone del mobile “c'è il mondo delle imprese, vere e uniche creatrici, insieme ai loro lavoratori, di ricchezza. E lo Stato deve sostenere e favorire la creazione di quella ricchezza” scandisce la premier. Al primo posto, quindi, c’è “la difesa del sistema imprenditoriale italiano e la difesa del marchio, che noi abbiamo messo al centro delle nostre principali direttive strategiche e che ha la presenza di tante aziende che contano su elevati tassi di manifattura. Siamo in un mondo nel quale non sempre all'aumento della produzione corrisponde un aumento della occupazione. Noi dobbiamo incentivare l'aumento dell'occupazione in rapporto al fatturato”. Per realizzare obiettivi così alti, tuttavia, “serve un ecosistema favorevole, tasse giuste, giustizia e burocrazia al servizio dei cittadini. La prima di queste riforme è già sul tavolo: una delega con cui ci poniamo l'obiettivo di abbassare la pressione fiscale per le imprese e per il mondo del lavoro” promette Meloni, anticipando che “con la delega fiscale, intendiamo tagliare l'Ires, a patto che quel risparmio venga investito o in innovazione o nuovi posti di lavoro. Cerchiamo di creare un rapporto alto fra fatturato e manodopera” chiosa la presidente del Consiglio.

Per questo, le misure di sostegno al reddito che il suo governo intende promuovere vanno oltre il controverso Reddito di cittadinanza: “Mentre noi continuiamo ad accapigliarci sul Rdc, che comunque il Governo conferma di non voler continuare a dare a chi è in condizioni di poter lavorare, scopriamo che le nostre aziende dicono che in 4 casi su 10 hanno difficoltà a trovare manodopera qualificata con posti di lavoro ottimamente retribuiti”. È l’occasione per la premier di ribadire quanto sia importante per lei il concetto di lavoro come ammortizzatore sociale, oltre che base dei valori costituzionali: “L'obiettivo del governo, il famoso ‘Più assumi e meno paghi’, è un modo per favorire il lavoro. Il lavoro è non solamente il fondamento della nostra Repubblica, è quello che consente ai cittadini di partecipare alla comunità, è l'unico vero ammortizzatore sociale”.

L’importanza del settore del mobile viene letto dalla presidente del Consiglio in prospettiva, alla luce delle sfide degli ultimi anni: “Con il Covid, la casa e l'arredo sono diventati un pezzo della nostra identità, molto più che semplicemente il nostro rifugio. È qualcosa che condividiamo con gli altri, definiscono il nostro carattere, la nostra personalità e il benessere e la bellezza sono la base di qualsiasi forma di salute. Ci sono tante cose importanti che vanno incentivate e ci stiamo lavorando”. E, tra le misure che l’esecutivo progetta per sostenere e aiutare ancora di più il settore, c’è quella sul legno: “Stiamo lavorando con i ministeri per disegnare una cornice che renda il settore del legno indipendente, coniugando sostenibilità ambientale ed economica. Vogliamo puntare a una filiera del legno-arredo 100% made in Italy”.