Caucaso meridionale

Sette morti per gli scontri a fuoco alla frontiera tra Armenia e Azerbaigian

Ci sono vittime da entrambe le parti; per gli scontri a fuoco i due stati confinanti e rivali si stanno accusando a vicenda. Dura da 35 anni la conflittualità per il controllo della regione del Nagorno-Karabakh

Sette morti per gli scontri a fuoco alla frontiera tra Armenia e Azerbaigian
Vahram Baghdasaryan, PHOTOLURE via AP
Posto di blocco al confine tra Armenia e Azerbaigian. Lo scontro segue mesi di tensioni causate dal blocco dell'unica strada che collega l'Armenia con il Nagorno-Karabakh.

I due storici rivali del Caucaso meridionale, Armenia e Azerbaigian, si stanno accusando a vicenda per uno scontro a fuoco alla frontiera, intorno alla contesa regione del Nagorno-Karabakh. Nello scontro tra le truppe armene e quelle azere sarebbero stati uccisi almeno sette soldati stando a quanto affermano i ministeri della Difesa di Yerevan e Baku, ripresi dall'agenzia Interfax. Secondo il dicastero armeno, sarebbero morti quattro militari armeni e sei sarebbero rimasti feriti. Le forze azere riferiscono invece della morte di tre propri soldati. Armenia e Azerbaigian si accusano a vicenda per le violenze.

I due stati confinanti - entrambi ex appartenenti all'Unione Sovietica - hanno combattuto ripetutamente negli ultimi 35 anni per il controllo del Nagorno-Karabakh, che è riconosciuto a livello internazionale come parte dell'Azerbaigian ma ospita una popolazione prevalentemente di etnia armena. Lo scontro segue mesi di tensioni causate dal blocco dell'unica strada che collega l'Armenia con il Nagorno-Karabakh.

"In seguito a una provocazione della parte opponente, militari azeri sono diventati martiri e sono stati feriti", ha dichiarato il ministero della Difesa azero secondo Interfax. Secondo Baku, "unità delle forze armate armene, utilizzando armi leggere dalle posizioni in direzione dell'insediamento di Digh, nella regione di Gorus, hanno sottoposto a fuoco intenso le posizioni opposte dell'esercito azero posizionate in direzione della regione di Lachin". 

Yerevan punta invece il dito contro le truppe azere. "Verso le 4 del pomeriggio dell'11 aprile - affermano le autorità armene - le unità delle forze armate azere hanno aperto il fuoco contro membri delle forze armate armene che stavano svolgendo lavori di ingegneria in direzione del villaggio di Tegh nella regione armena di Syunik, al confine con l'Azerbaigian".   

Nell'autunno del 2020 ci sono stati sanguinosi combattimenti tra armeni e azeri nel Nagorno-Karabakh, dove si stima che abbiano perso la vita oltre 6.500 persone. Un accordo di cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaigian è stato siglato nel novembre del 2020 con la mediazione di Mosca. In base al documento, l'Azerbaigian ha mantenuto i territori conquistati e l'Armenia gli ha ceduto anche altre zone del conteso Nagorno-Karabakh e dei territori limitrofi. Sempre sulla base dell'accordo, inoltre, la Russia ha inviato circa 2.000 soldati nel Nagorno-Karabakh con l'obiettivo ufficiale di far rispettare la tregua. A metà settembre si sono registrati altri combattimenti alla frontiera, nei quali si stima che siano morte oltre 280 persone, che i due Stati si accusano a vicenda di aver provocato.