Media del futuro

Sul canale Kuwait News debutta Fedha, la prima conduttrice realizzata con l'intelligenza artificiale

Non è il primo esperimento, già nel 2018 l'agenzia di stato cinese aveva generato un "lettore di notizie" virtuale, ma era ancora lontano dall'essere così realistico

La testata Kuwait news, affiliata del Kuwait Times, ha creato una presentatrice di notizie virtuale utilizzando l'intelligenza artificiale (AI).  Si chiama "Fedha" e ha fatto il suo debutto sull'account Twitter ufficiale dell'emittente.

Ha i capelli biondi, indossa una giacca nera e una maglietta bianca: "Sono Fedha, la prima presentatrice che lavora con l'intelligenza artificiale a Kuwait News. Che tipo di notizie preferisci? Ascolto le tue opinioni", dice in arabo. Il fenotipo della presentatrice riflette la variegata popolazione del paese di kuwaitiani, fanno sapere. Il Kuwait è abitato per il 60% da stranieri, ma tra questi il 23% proviene da altri paesi arabi, il 35% da paesi asiatici, l'1% da paesi africani e solo lo 0,7% proviene da Paesi occidentali, dunque le fattezze della conduttrice non rappresentano esattamente la tipologia kuwaitiana. 

Abdullah Boftain, vice caporedattore di Kuwait News, ha dichiarato all'agenzia di stampa AFP che questo prova il potenziale dell'IA di offrire "contenuti nuovi e innovativi". Boftain ha precisato che Fedha potrebbe acquisire un accento kuwaitiano e leggere tutti i notiziari online.

"Fedha è un nome kuwaitiano che si riferisce all'argento, il metallo. Immaginiamo sempre che i robot siano metallici, quindi abbiamo scelto questo nome", ha detto.

In passato erano stati già fatti esperimenti di questo tipo. Nel 2018, l'agenzia di stampa statale cinese aveva presentato un lettore di notizie virtuale con un abito elegante e una voce un po' robotica.

La banca d'investimento Goldman Sachs ha affermato il mese scorso in un rapporto che l'intelligenza artificiale potrebbe sostituire l'equivalente di 300 milioni di posti di lavoro. Nel rapporto inoltre si precisa che la tecnologia potrebbe occupare più di un quarto delle attività lavorative negli Stati Uniti e in Europa, ma c'è anche un lato positivo: potrebbe generare posti di lavoro nuovi e diversi da quelli tradizionali e un boom della produttività.