Quando un terreno è irrorato in modo costante e moderato si comporta come una spugna, assorbe e rilascia l'acqua in modo proporzionale alle dimensioni e alla profondità. Quando l'acqua manca per molto tempo il terreno diventa secco e si riduce la sua capacità di percolazione, ossia la capacità di farsi attraversare dai liquidi.
Se il terreno riceve masse d'acqua improvvise e molto più ampie della sua capacità di percolazione, succede che possa diventare impermeabile. Questo fenomeno si amplifica se la capacità di percolazione era stata già ridotta a causa della siccità. L'acqua scivola sul terreno secco, come fosse liquido su una superfice solida.
Si parla così di alluvioni quando il terreno è in pianura, ma quando il terreno è scosceso si possono verificare frane e smottamenti che trascinano alberi, massi o edifici (come è accaduto recentemente a Ischia).
Quel che è accaduto nelle zone dell'Emilia Romagna interessate dalle alluvioni in queste ore è connesso a diversi fenomeni. Da un lato terreni con ridotta capacità di assorbimento dovuta anche alla siccità dei mesi invernali, dall'altro l'inedita quantità di pioggia caduta a maggio. I venti forti del nord-est hanno incrementato le precipitazioni violente, ingrossato i fiumi e contemporaneamente il vento da mare rende difficile lo scarico dei corsi d'acqua interni.
In un anno la piovosità in quelle zone di è mille millilitri, nelle ultime 36 ore ne è caduta la metà. Tutto questo è connesso al cambiamento climatico e lo stesso ministro della Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, ha parlato di "processo di tropicalizzazione" del nostro Paese.
Al momento di situazione siccitosa si parla ancora nella zona compresa tra Alessandria, Piacenza e Pavia e forti piogge si stanno spostando proprio verso quell'area. I terreni avranno dunque difficoltà ad assorbire anche lì le acque piovane o le eventuali acque di esondazione fluviale.