Mansura, Egitto

Processo Zaki, il giudice non si presenta: nuovo rinvio al 18 luglio

E' la decima udienza rinviata da quando è stato rimesso in libertà nel dicembre 2021, dopo ventidue mesi di reclusione. Sui social stamane Zaki si augurava un rientro in Italia per la tesi di laurea. Dopo l'udienza: "Non perdo la speranza"

Processo Zaki, il giudice non si presenta: nuovo rinvio al 18 luglio
Ansa
Patrick Zaki a Mansura, Egitto, nei pressi del palazzo di Giustizia in attesa della decima udienza del suo processo del 9 maggio 2023

Nuovo rinvio per Patrick Zaki. Il giudice titolare del processo non si è presentato all'udienza in programma oggi a Mansura, in Egitto, ed è stato tutto rinviato al 18 luglio. Lo ha riferito all'Ansa lo stesso Zaki al termine della brevissima udienza che si è tenuta con un sostituto.

"Il giudice principale ha sempre il diritto di annunciare il verdetto finale", quindi anche "nella prossima udienza". Lo ha ricordato Patrick parlando davanti al Palazzo di Giustizia di Mansura, al termine di un'udienza durata meno di due minuti e in cui ha parlato solo la sua avvocata principale, Hoda Nasrallah, consegnando al magistrato gli atti della difesa.

Voglio ritornare presto a Bologna”, ha continuato lo studente egiziano, "sono felice per i messaggi di sostegno dall'Italia, che mi aspetta, e non perderò la speranza".

Il comento su Twitter di Amnesty Italia: "Processo Zaki: stamattina il giudice non si è neanche presentato. Ora Patrick resta in attesa che qualcuno gli dica cosa succederà. Un'ennesima prova del disprezzo per i diritti umani da parte della magistratura egiziana". 

Questa mattina, prima del rinvio dell'udienza, Patrick Zaki su Facebook aveva scritto di sperare di poter discutere la tesi di laurea a Bologna già nella prossima sessione di metà luglio. "Decima udienza, non perdiamo la speranza", ha sottolineato Patrick nel post auspicando una "fine del continuo stato di attesa. Devo discutere la mia tesi di laurea all'Università di Bologna a metà luglio, e quello è il giorno più importante per ogni studente di master in generale, e per me in particolare".   

"Mi sono ritrovato nelle liste dei divieti di viaggio", ha ricordato lo studente egiziano dell'università di Bologna, aggiungendo che "è difficile per me completare i miei studi; ma con l'aiuto dell'università e della professoressa, sono riuscito a finire la maggior parte degli esami del master". "Spero che quando arriva giugno sarò a Bologna, tra i miei colleghi, a festeggiare la fine della mia tesi magistrale come una persona normale", aveva aggiunto.

"Il fatto che il giudice neanche si sia presentato per la decima udienza del processo a Patrick ci dice proprio quanto sia gradasso questo disprezzo per i diritti umani da parte della magistratura egiziana. Qui siamo difronte ad un rinvio abnorme, di oltre due mesi". E' il commento di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, alla decisione del tribunale egiziano. "Patrick trascorrerà il suo 32esimo compleanno ancora privod ella completa libertà. La sua speranza - prosegue - di poter andare a Bologna per poter finalmente laurearsi a metà luglio svanisce. E' un accanimento assurdo, del quale bisogna però che le istituzioni italiane chiedano conto al governo del Cairo, di quello che sta accadendo. E' una persecuzione crudele, ingiustificata, che costringe Patrick a rimanere intrappolato in una vicenda che lo vede del tutto innocente. Tutti coloro che hanno manifestato ieri a Bologna torneranno in piazza necessariamente per chiedere ancora una volta, alla vigilia del18 luglio, l'assoluzione e il ritorno a Bologna di Patrick Zaki.

Non tardano ad arrivare anche le parole del Rettore dell'Università di Bologna: "Ogni rinvio di questo interminabile processo rinnova l'angoscia e il dolore che da più di tre anni condividiamo con Patrick": così Giovanni Molari ha commentando la notizia del nuovo rinvio. "Ma rinnova - aggiunge Molari - anche la nostra determinazione e il nostro sostegno". Ancora un rinvio, dunque, a tre anni e tre mesi dall'inizio della vicenda giudiziaria: il giudice titolare del procedimento non si è presentato.

Accusato di "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese", Patrick Zaki rischia fino a 5 anni di carcere. Dall'8 dicembre 2021 è tornato in libertà, dopo 22 mesi di custodia cautelare passati in carcere: da allora resta in attesa di giudizio senza la possibilità di viaggiare e quindi di rientrare a Bologna per proseguire i suoi studi. 

"In questi anni Patrick non ha mai smesso di lottare per la difesa dei diritti umani e non ha mai smesso di studiare, tanto che si avvicina il momento della discussione della sua tesi di laurea - spiega Molari -  Questo impegno e questa determinazione sono un esempio per tutti noi: una fonte di ispirazione che ci lega ancora di più al nostro studente e ci spinge a moltiplicare il nostro sostegno. Bologna e la sua Università continueranno a scendere in piazza e a manifestare in ogni occasione possibile tutta la vicinanza e la solidarietà per Patrick, fino al giorno in cui potremo finalmente riaverlo tra noi. Quel giorno arriverà e noi lo aspettiamo a braccia aperte".