La riapertura delle indagini sulla scomparsa di Emanuela

Caso Orlandi, il Vaticano contro la Commissione bicamerale d'inchiesta: "Intromissione perniciosa"

"Un eccesso di interesse dell'opinione pubblica può costituire un inquinamento della genuinità del lavoro che stiamo svolgendo con la Procura di Roma" afferma il promotore di Giustizia Vaticano Diddi durante un'audizione informale in Senato

Caso Orlandi, il Vaticano contro la Commissione bicamerale d'inchiesta: "Intromissione perniciosa"
Cecilia Fabiano /LaPresse
Pietro Orlandi al sit-in per chiedere la verità sulla sparizione della sorella avvenuta 40 anni fa

Da quando la giustizia vaticana ha deciso di riaprire l'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, nel giugno del 1983, seguita dalla magistratura italiana, più che la collaborazione nella ricerca della verità a fare notizia sono le polemiche e gli scontri mediatici intercorsi finora tra la Procura di Roma e il Vaticano.

Le dichiarazioni del promotore di Giustizia Vaticano

A sollevare l'ultimo polverone le dichiarazioni del promotore di Giustizia Vaticano Alessandro Diddi nel corso dell'audizione al Senato in vista del voto definitivo sull'istituzione della Commissione bicamerale d'inchiesta sul caso Orlandi e Gregori.

"Ritengo che in questo momento aprire una terza indagine che segue logiche e forme diverse dall'autorità giudiziaria, sarebbe un'intromissione anche perniciosa per la genuinità delle indagini in corso", ha dichiarato Diddi. "Purtroppo - ha aggiunto - un eccesso di interesse dell'opinione pubblica può costituire un inquinamento della genuinità del lavoro che stiamo svolgendo in collaborazione con la procura di Roma".

I manifesti che furono affissi in tutta Roma dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori (Ansa)
I manifesti che furono affissi in tutta Roma dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori

Il procuratore capo di Roma

Scettico sull'opportunità di una Commissione parlamentare anche il procuratore di Roma Francesco Lo Voi, ascoltato durante le audizioni informali svolte in Senato. Per Lo Voi "non può che essere una scelta del Parlamento" tuttavia ha lanciato un "appello sincero affinché si possa ottenere il massimo della garanzia consentito per evitare di offrire palcoscenici".

Rispetto all'istituzione della Commissione, Lo Voi ha espresso una possibile preoccupazione e "imbarazzo" che potrebbe nascere dalla "possibilità di offrire palcoscenici a qualcuno che probabilmente già in passato ne ha fatto uso". Per questo ha detto di confidare "davvero sulla cautela".

Pietro Orlandi e l'avvocato Laura Sgrò ansa
Pietro Orlandi e l'avvocato Laura Sgrò

Pietro Orlandi: “Commissione parlamentare è importante”

"Le parole che ho sentito non mi sono piaciute", la reazione di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. "Mi è sembrato come dire 'fatevi gli affari vostri'", ha continuato Orlandi notando, rispetto a qualche tempo fa, un atteggiamento "diverso". "Il lavoro del parlamento è separato, deve occuparsi anche di altri aspetti di cui non si occuperanno le inchieste della procura o del Vaticano, come ad esempio la questione dei Servizi Segreti", ha continuato Orlandi secondo il quale "è importante l'istituzione di una Commissione parlamentare".

"Secondo me - ha aggiunto- il lavoro del parlamento è una cosa separata", “io quando ho parlato con il sottosegretario Alfredo Mantovano che non c'entra con la commissione, lui mi era sembrato entusiasta dell'apertura di una commissione d'inchiesta, soprattutto quando ho parlato della questione dei servizi segreti. Secondo me una cosa non esclude l'altra", ha detto in riferimento alle inchieste della magistratura, quella vaticana e quella della procura di Roma.

Le parole dell'avvocato della famiglia Orlandi

"La scomparsa di Emanuela Orlandi non può e non deve essere circoscritta alle polemiche di queste ultime settimane. Perché sarebbe ingiusto, non solo nei confronti della famiglia, ma anche di questo Paese. Il sequestro di Emanuela ha accompagnato quaranta anni di storia d'Italia e il suo nome è comparso nelle indagini dell'attentato a Santo Giovanni Paolo II, all'omicidio Calvi, al crack del Banco Ambrosiano, alla Banda della Magliana. Pezzi di storia di questo Paese che sono ancora non del tutto chiariti. Capire cosa sia capitato a Emanuela, potrebbe aiutare a chiarire altri fatti importanti della storia d'Italia. La verità abbisogna a tutti, non solo ai familiari di Emanuela", dice l'avvocato della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, nella memoria depositata oggi alla Prima Commissione Affari istituzionali al Senato.

"Verità sulla scomparsa di questa cittadina vaticana la si deve anche a quegli italiani, tantissimi - aggiunge Sgrò- che dicono che Emanuela è anche la loro sorella. Che fermano per strada i familiari, che scrivono loro, che fanno sentire il loro affetto agli Orlandi, che si muovono da ogni parte del mondo per partecipare ai sit-in organizzati per Emanuela. Verità la si deve alle istituzioni, a quei magistrati e alle forze dell'ordine che tanto si sono prodigati, e, nonostante ciò, nessuno, in quaranta anni, è mai finito sul banco degli imputati. La verità la si deve anche ai cattolici, che amano senza remore il Papa Santo, ma chiedono anche verità per Emanuela, che pregano perché torni a casa. Perché amare l'uno non significa in alcun modo rinunciare alla verità per l'altra. Al contrario, amare vuol dire comprendere e accogliere.

Per questo occorre una commissione di inchiesta subito. Una commissione che tiri le fila, che svolga con onestà e con la dovuta sensibilità il suo lavoro; che metta fine alle tante speculazioni che dilaniano le ferite mai cicatrizzate degli Orlandi, che fermi il circo dei depistatori e dei profittatori".

"Sua Santità Papa Francesco - continua - ha detto di volere fare chiarezza sulla scomparsa di Emanuela, lo ha ripetuto il Segretario di Stato, Sua Eminenza Pietro Parolin. Esistono le condizioni per scrivere una pagina di storia importante, che vede lo stato italiano e quello vaticano collaborare finalmente insieme, in piena attuazione del Concordato. Perché il tempo che passa è nemico della verità".