Governo e Commissione Ue

Controlli sul Pnrr, l'Ue frena e il governo mette la fiducia

L'Unione europea cerca il dialogo abbassando i toni con Roma, ma tiene alta l'attenzione sui controlli del Pnrr. Lunedì prevista la richiesta di fiducia sulla riforma dei poteri della Corte dei Conti. Il caso "è chiuso", dice il ministro Fitto

Controlli sul Pnrr, l'Ue frena e il governo mette la fiducia
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Eric Mamer

Il governo è al lavoro per mettere a punto il testo definitivo della relazione sul Pnrr, presentata a Palazzo Chigi il 31 maggio scorso - e di cui si stanno specificando e integrando alcuni aspetti dopo il confronto in cabina di regia con tutti i ministri con le Regioni, le Province e i Comuni - la relazione dovrebbe essere consegnata in Parlamento tra lunedì e martedì prossimi. E lunedì il governo dovrebbe chiedere a Montecitorio un voto dell'aula ponendo la fiducia sul provvedimento di riforma dei poteri di controllo della Corte dei Conti.

Risuona ancora l'eco della polemica che ha investito il rapporto tra Palazzo Chigi e la Commissione europea, dopo le parole del portavoce della Commissione Eric Mamer, secondo il quale ci sarebbe stato disappunto da parte di Bruxelles per il mancato controllo della Corte dei conti sui fondi del Pnrr. “È sorta una confusione in relazione alla mia risposta a una domanda sul progetto di legge relativo alla Corte dei Conti italiana: ho detto che le autorità italiane hanno creato un'istituzione specifica per controllare l'uso dei fondi di Next Generation EU (il Pnrr, ndr) e che la Commissione continuerà ad occuparsi di questo aspetto, dato che è stato concordato con le autorità italiane” ha precisato Mamer.

Mamer aveva dichiarato: “Noi abbiamo un accordo con l'Italia sulla necessità di avere un sistema di controlli efficace per quanto riguarda la spesa dei fondi del Pnrr ed è responsabilità delle autorità italiane che questi enti siano in grado di lavorare. Le autorità italiane hanno istituito un ente ad hoc responsabile del controllo dei fondi del Pnrr, monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge al riguardo della Corte dei Conti”.

Ad aggiungere ulteriori precisazioni distensive, la Commissione Ue spiega che sul Pnrr “sono in corso scambi costruttivi” con l'Italia e “le autorità italiane forniscono ulteriori informazioni ove necessario”. La risposta ufficiale sullo stato delle trattative con Roma per lo sblocco della terza rata e le modifiche al piano italiano precisa inoltre che “come regola generale, non commentiamo i disegni di atti legislativi” nazionali, ricordando che il regolamento sul Recovery found “richiede un quadro di controllo su misura e proporzionato alla sua natura unica di programma di spesa dell'Ue”. 

Il governo, comunque, tiene il punto sugli emendamenti al decreto Pa dopo aver ampiamente precisato la sua posizione. Palazzo Chigi spiega che non ha altro da aggiungere: il documento in otto punti diffuso in risposta alle valutazioni di Bruxelles chiarisce la linea di Roma sul Pnrr e la questione Corte dei Conti. Il caso per il ministro per gli Affari Ue Raffaele Fitto, è chiuso: "Questa precisazione risolve la questione", commenta, "Il lavoro sta andando avanti in perfetta collaborazione, in Europa i rapporti, a partire da quelli tra la Meloni e la von der Leyen, sono positivi e il lavoro comune", ha aggiunto. Sulle modifiche del Pnrr "il termine è al 31 agosto. Stiamo lavorando molto positivamente in questa direzione" con la Commissione ha ribadito il ministro al Tg1 sottolineando che "al momento solo 5 Paesi su 27 hanno presentato le loro modifiche".

Foti (FdI): “Le critiche della Commissione un'invasione di campo”

Le critiche della Commissione europea sul ruolo della Corte dei Conti sono "un'invasione di campo". A dirlo, in una intervista a La Stampa, il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, che spiega: "Non ci sono le ragioni per fare quelle critiche. Le norme in questione non riducono i poteri che storicamente ha avuto la Corte dei conti. La vicenda dello scudo erariale poi è bizzarra, visto che la stessa norma era stata adottata dal governo Conte, per il Covid, e dal governo Draghi per il Pnrr". Secondo Foti "forse qualcuno si era abituato a una certa acquiescenza dell'Italia e invece ora si trova davanti un governo che difende con fermezza i propri principi. In passato i governi avrebbero detto aboliamo la norma. Stavolta non è successo e questo può generare nervosismo". La cancellazione del cosiddetto 'controllo concomitante' della Corte dei conti, che è stata criticata duramente dai magistrati contabili, non "vuol dire che non ci saranno controlli, ma soltanto che avverranno alla fine. È una cosa perfettamente legittima". 

A una domanda sul possibile collegamento tra le critiche mosse dalla Commissione e le elezioni europee del 2024, Foti risponde: "Fare campagna elettorale sulla pelle dei Paesi membri mi sembrerebbe molto negativo. La Commissione ha il dovere dell'obiettività. Il modello Ursula è una formula politica figlia di una stagione diversa. Oggi chi è avversario nei propri Paesi poi si ritrova a governare insieme a Bruxelles. Questo non può più funzionare". Rispetto al possibile rischio di isolamento che l'Italia potrebbe trovare a Bruxelles Foti ribatte: "Al contrario: Giorgia Meloni è già molto apprezzata sia in seno al Consiglio europeo che nel G7 e nel G20. Per un politico che difende l'interesse nazionale non era scontato raggiungere così in fretta questo obiettivo". La Commissione si aspetta la ratifica del Mes: "Io credo che non sia il momento di ratificare il Mes", aggiunge Foti.

Freni (Mef): in Italia i controlli migliori, no a cogestione della Corte dei conti

"L'Italia vanta un sistema di controlli tra i migliori d'Europa". Del resto, quello di venerdì "non è un incidente con la Commissione europea, ma con un qualsiasi funzionario". E "il controllo concomitante sul Pnrr è un'assoluta anomalia italiana, una sorta di cogestione che per quanto mi riguarda ha poco senso". Lo ha detto il sottosegretario all'Economia Federico Freni in una intervista a Il Sole 24 Ore. “Premesso che la verifica degli obiettivi Pnrr è di competenza esclusiva della Commissione europea, non stiamo azzerando i controlli della Corte dei conti, a cui restano affidate ampie funzioni di vigilanza e controllo. Il controllo concomitante, però, si traduceva in una sorta di cogestione dell'azione amministrativa, tanto più atipica in un contesto, come quello del Pnrr, dove la verifica del raggiungimento dell'obiettivo è affidata a un organo sovranazionale. Insomma, a mio modo di vedere, un inammissibile ircocervo giuridico. Lo dimostra, del resto, la delibera che è stata il casus belli, in cui il collegio ha contestato il 'mancato raggiungimento' di un target del secondo semestre 2022: un accertamento che spetta solo a Bruxelles. È in corso una trattativa per la revisione complessiva degli obiettivi del Piano: buon senso e garbo istituzionale consiglierebbero a tutti il silenzio”.