L'hanno definito un furto “davvero insolito”: e stavolta non è il classico understatement britannico.
I fatti risalgono in realtà all'inizio dell'anno, quando al British Museum, uno dei più ricchi e visitati musei del mondo, si sono accorti della sparizione di una serie di oggetti, inclusi gioielli in oro e pietre semipreziose risalenti perfino al XV secolo avanti Cristo. Ma l'imbarazzante vicenda è venuta alla luce solo ora, quando l'inchiesta interna si è chiusa con il licenziamento di un dipendente e il caso è stato affidato alla polizia.
George Osborne, ex Cancelliere dello Scacchiere - cioè ministro del Tesoro del governo di Sua maestà - e ora presidente del famosissimo museo, ha spiegato che la priorità adesso è "recuperare gli oggetti rubati": "Abbiamo deferito la questione alla polizia, abbiamo imposto misure di emergenza per rafforzare la sicurezza, abbiamo istituito un'inchiesta indipendente per scoprire che cosa sia successo e trarne insegnamenti, abbiamo usato tutti i poteri disciplinari a nostra disposizione nei confronti della persona che riteniamo responsabile". Per poi concludere: “Dobbiamo capire che cosa si poteva fare per impedire il furto e investire in sicurezza per essere sicuri che non accada di nuovo”.
Certo non è esattamente un colpo fortunato, per l'immagine del British Museum. Che nei suoi 264 anni di vita è stato sempre uno dei massimi poli della cultura mondiale e orgoglio della nazione - i musei pubblici britannici sono da sempre gratuiti, in quanto bene comune dei cittadini e dei visitatori. Ma anche al centro di polemiche, per la sua tenace resistenza a restituire oggetti significativi per altre culture e qui confluiti durante i secoli d'oro dell'Impero Britannico grazie proprio all'esercizio non sempre elegante del colonialismo. Tra le controversie più note, quelle sui marmi del Partenone o sui bronzi del Benin, trafugati dall'attuale Nigeria nel 1897: quando i soldati inglesi distrussero il Palazzo reale di Edo, saccheggiandone le inestimabili opere d'arte.
Una nota diffusa ora dal museo tenta di minimizzare il furto: la maggior parte degli oggetti "scomparsi, rubati o danneggiati" sarebbero "piccoli pezzi" conservati nelle riserve, non esposti al pubblico di recente e utilizzati "principalmente per scopi di ricerca". "Si tratta di gioielli d'oro, pietre semipreziose e oggetti in vetro risalenti al periodo compreso tra il XV secolo avanti Cristo e il XIX secolo dopo Cristo", si aggiunge. Esperti esterni stanno aiutando a identificare i pezzi mancanti o danneggiati.
A guidare l'inchiesta indipendente saranno sir Nigel Boardman, ex membro del consiglio di amministrazione del museo, e la comandante della British Transport Police, Lucy D'Orsi. “Questo è un incidente molto insolito”, ha insistito il direttore del museo Hartwig Fischer: "So di parlare a nome di tutti i colleghi quando dico che prendiamo molto sul serio la salvaguardia di tutti gli oggetti in nostra custodia". Cosa su cui nessuno, in realtà, nutriva dubbi.