ITALIA
L'inchiesta
Caso Ruby, rinviato il funerale di Imane Fadil: i familiari aspettano risultati di una nuova perizia
La famiglia non si ritiene "assolutamente soddisfatta" degli esiti trapelati sinora

L'esito della perizia che non convince i familiari
Imane Fadil, una delle testimoni chiave dei processi sul caso Ruby contro Silvio Berlusconi, è morta per una aplasia midollare della quale, comunque, sono ancora in corso di accertamento le cause esatte. Questo avevano detto in Procura a Milano gli inquirenti che nei giorni scorsi avevano dato il nullaosta alla sepoltura. L'inchiesta, da quanto si è saputo, va verso l'archiviazione perché oltre all'ipotesi di morte per un avvelenamento doloso sono state escluse anche responsabilità mediche.
Fatti "tutti gli accertamenti possibili"
Come è stato spiegato, infatti, nell'inchiesta aperta per omicidio volontario sulla morte di Fadil, deceduta lo scorso 1 marzo all'Humanitas di Rozzano dopo una lunga agonia di oltre un mese, sono stati eseguiti in questi mesi dai medici legali, nominati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Luca Gaglio e Antonia Pavan, "tutti gli accertamenti possibili". Sono stati anche crioconservati i campioni di tessuti e organi raccolti, nel caso siano necessarie ulteriori analisi, e dunque oggi la Procura ha deciso di firmare il nulla osta per restituire la salma della modella marocchina ai familiari per il funerale.
La rabbia del fratello
"Vogliamo una risposta chiara, vogliamo capire bene come è morta, questa non è una risposta, non è possibile che in poco tempo se ne sia andata via così". Con queste parole Tarek, fratello di Imane Fadil, ha commentato gli esiti degli accertamenti dei medici legali. "Col nullaosta alla sepoltura - ha aggiunto - faremo il nostro funerale, devo parlare ancora con la mia famiglia per capire come e dove, se qua in Italia o in Marocco".