POLITICA
Tra le questioni anche il presunto hackeraggio web denunciato da Palazzo Chigi
Il Copasir chiede audizioni: Conte, Di Maio, Casalino. E Renzi su visita Barr
Chiarimenti sul dossier pescatori-Libia. Ma il presidente del Comitato, Volpi, ha annunciato anche l'audizione del "direttore generale del Dis" e "ulteriori audizioni di approfondimento" a proposito di quanto affermato in un editoriale de La Stampa, circa le "notizie di interessamento da parte di componenti del Comparto intelligence, alle attività parlamentari afferenti alla tenuta del governo"

Il Comitato, puntualizza il presidente Raffaele Volpi, "operando nella sua sancita autonomia istituzionale ed in alcun modo sollecitabile da altri attori se non dal Parlamento, ricordando, peraltro, che per il suo ruolo proprio di complessiva garanzia e controllo sul sistema dell'intelligence del Paese e richiedendo, per legge, agli auditi di riferire: 'con lealtà e completezza le informazioni in loro possesso concernenti le materie di interesse del Comitato' ,nella seduta odierna del suo ufficio ha determinato una serie di audizioni da calendarizzare concernenti tematiche emerse nella contingenza".
Riguardo al dossier pescatori-Libia, le audizioni sono state richieste "sia per le attività svolte sia per le modalità operative e di sicurezza adottate". L'Ufficio di presidenza del Copasir ha poi approvato, in relazione al presunto hackeraggio del sito della presidenza del Consiglio, l'audizione ancora di Rocco Casalino. "Nella più complessiva valutazione della gestione della sicurezza informativa operativa della Presidenza del Consiglio - ha aggiunto Volpi - il Copasir intende audire il segretario generale della Presidenza del Consiglio Dott. Chieppa".
Inoltre, "In riferimento alle, per quanto smentite, notizie di interessamento da parte di componenti del Comparto intelligence, alle attività parlamentari afferenti alla tenuta del Governo, il Copasir audirà il direttore generale del Dis prefetto Vecchione riservandosi anche ulteriori audizioni di approfondimento" ha sottolineato il presidente.
Nei giorni scorsi un editoriale della Stampa aveva parlato di un network attivato dal premier per reclutare parlamentari a sostegno della maggioranza di cui farebbero parte anche vertici dei servizi. Palazzo Chigi aveva smentito seccamente parlando di "gravissime insinuazioni".