ITALIA
Boom di ascolti per Napolitano: 10 milioni davanti a tv. Non funziona boicottaggio FI e Lega
Numeri assoluti in crescita del 2,8 per cento per il tradizionale discorso di fine anno del Presidente della Repubblica

Napolitano è stato visto, solo su Rai Uno, da 4 milioni 935 mila ascoltatori, quasi centomila telespettatori in più rispetto allo scorso anno: nel 2012 erano stati 4 milioni e 821 mila gli utenti sintonizzati.
Gli ascolti del messaggio del Capo di Stato, dunque, hanno registrato un aumento, nonostante l’appello rivolto ai cittadini da M5S, Forza Italia e Lega per il boicottaggio del discorso di fine anno. Complessivamente i telespettatori che hanno seguito il discorso di fine anno del Presidente sono cresciuti di 279.000 unità, pari al 2,8 per cento in più rispetto al messaggio del 2012.
M5S, Lega e Forza Italia boicottano il discorso
I grillini si erano scatenati su twitter chiedendo al popolo del web di ascoltare soltanto il contro-messaggio di Beppe Grillo. Un deputato 5 stelle, Angelo Tofalo, aveva twittato: "Mi hanno appena segnalato questo sondaggio! Guarderai il messaggio del presidente della Repubblica?" e citava questi dati: "il 97,5% (1,484 voti) ha detto no, il 2,5% (38 voti) ha detto sì".
"Il 31 dicembre spegni il presidente e manda in onda il tricolore", questo l'invito del deputato di Forza Italia, Giuseppe Moles. A raccogliere l'appello molti altri del suo partito, da Daniele Capezzone a Giancarlo Galan, da Augusto Minzolini a Maurizio Bianconi, fino all'animatore dell'"Esercito di Silvio", Simone Furlan. L'iniziativa, promossa da una pagina Facebook, parlava di "una forma di dissenso spontaneo, libero, democratico e pacifico nei confronti del presidente Napolitano" e proponeva: "La sera del 31 dicembre scegliamo di non ascoltare il messaggio di fine anno del presidente; la sera del 31 dicembre scegliamo di appendere il tricolore alle nostre finestre e ai nostri balconi".
Discorso del Presidente
Oltre 7 milioni di italiani hanno invece deciso di seguire il discorso del Presidente. Un discorso incentrato sulle difficoltà affrontate dal Paese nell'ultimo anno e sulle sfide per il futuro. "L'anno che sta per terminare è stato tra i più pesanti e inquieti che l'Italia ha vissuto da quando è diventata Repubblica" ma "l'anno che sta per iniziare può e deve essere diverso e migliore, per il Paese". Queste le parole di Giorgio Napolitano.
Anche i politici facciano sacrifici
Un intervento che inizia subito con un pensiero ai terremotati campani e che poi prosegue con un'innovazione: la lettura di cinque lettere inviate dagli italiani al Quirinale, cinque storie che raccontano un'Italia in crisi stretta tra disoccupazione e mancanza di opportunità per i giovani. Un imprenditore scrive: "Non può essere che solo noi 'semplici cittadini' siamo chiamati a fare sacrifici. Facciamoli insieme. Che comincino anche i politici". ''Mi sembra - ha risposto il capo dello Stato - un proposito e un appello giusto".
Il coraggio degli italiani
"Ci sono grandi riserve di volontà costruttiva e di coraggio su cui contare", Napolitano è convinto. "Traggo da ogni racconto, denuncia o appello che mi giunge - ha spiegato il capo dello stato - stimoli per prospettare i forti cambiamenti necessari nella politica, nelle istituzioni, nei rapporti sociali". "Coraggio infine - aggiunge il presidente - di intraprendere e innovare: quello che mostrano creando imprese più donne, più giovani più immigrati che nel passato".
Preoccupa il diffondersi di "tendenze distruttive"
Il capo dello Stato sottolinea quindi: "La sola preoccupazione che ho il dovere di esprimere è per il diffondersi di tendenze distruttive nel confronto politico e nel dibattito pubblico – tendenze all’esasperazione, anche con espressioni violente, di ogni polemica e divergenza, fino a innescare un “tutti contro tutti” che lacera il tessuto istituzionale e la coesione sociale". Ecco perché "La nostra democrazia, che ha rischiato e può rischiare una destabilizzazione, va rinnovata e rafforzata attraverso riforme obbligate e urgenti".
L'appello al Parlamento
Napolitano poi chiede "alle forze parlamentari" una soluzione "che anch’io auspico possa essere la più larga – al problema della riforma elettorale, divenuta ancor più indispensabile e urgente dopo la sentenza della Corte Costituzionale".
L'Italia nel mondo e il ruolo in Europa
Non manca poi l'accenno dell'impegno italiano al contributo all'affermazione della pace e Napolitano spende anche due parole per "Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, ai quali confermo la nostra vicinanza". Sempre in funzione "della pace e della solidarietà verso quanti fuggono da guerre, oppressioni e carestie", il capo dello Stato chiede che "non si dimentichi "quello che l’Europa, l’integrazione europea, ci ha dato da decenni", cioè pace e solidarietà. Ecco perché "nessuno degli Stati si tiri indietro e si rinchiuda in un guscio destinato peraltro ad essere travolto in un mondo radicalmente cambiato".
Il settennato e le "ridicole storie di pretese sullo strapotere personale"
Infine Napolitano racconta la sua rielezione, accettata "raccogliendo preoccupazioni e sentimenti diffusi tra gli italiani". Napolitano conosce "i limiti" dei suoi "poteri e possibilità". E ci tiene a precisare: Nessuno può credere alla ridicola storia delle mie pretese di strapotere personale. Sono attento a considerare ogni critica o riserva, obbiettiva e rispettosa, circa il mio operato. Ma in assoluta tranquillità di coscienza dico che non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, da ingiurie e minacce". Il futuro? "Resterò presidente fino a quando “la situazione del paese e delle istituzioni” me lo farà ritenere necessario e possibile, “e fino a quando le forze me lo consentiranno”. Fino ad allora e non un giorno di più ; e dunque di certo solo per un tempo non lungo".
Letta: "Totale sintonia con Napolitano"
"Esprimo totale sintonia con le parole e gli auspici del messaggio del Capo dello Stato. L'Italia che vuole rialzarsi e costruire con opportune e tempestive riforme si riconosce nei toni e nell'orizzonte delineato dal Presidente Napolitano". Così il premier Enrico Letta ha commentato il discorso del capo dello Stato.