MONDO
La crisi in America Latina
Venezuela, Mattarella: "Non ci può essere incertezza". Salvini: non stiamo facendo bella figura
"La scelta tra la volonta' popolare e richiesta di autentica democrazia da un lato e dall'altro la violenza della forza", ha detto il presidente della Repubblica intervenendo alla inaugurazione del centro rifugiati Astalli a Roma. Palazzo Chigi dirama una nota: "l'Italia appoggia il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali". Di Battista: il coraggio di essere neutrali

In serata, Palazzo Chigi ha fatto sapere in una nota che "l'Italia appoggia il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali libere e trasparenti, attraverso un percorso pacifico e democratico, nel rispetto del principio di autodeterminazione". E si sottolinea che Roma "parteciperà attivamente ai lavori del gruppo di Contatto internazionale". Nella nota si parla anche dell'urgenza di "intervenire subito per alleviare le sofferenze materiali della popolazione e per consentire l'immediato accesso agli aiuti umanitari". Il governo però resta ancora diviso con la Lega che ha già condannato Maduro e i Cinquestelle che insistono sul "coraggio di restare neutrali". Sul Venezuela "non stiamo facendo una bella figura. Finito il mandato di Maduro, dittatore rosso ,entra in carica il presidente della Camera, Guaidò", ha tagliato corto il vicepremier Matteo Salvini, che oggi ha incontrato la comunità venezuelana in Italia, ricordando i 160 mila connazionali nel Paese sudamericano "che sono alla fame". Mentre per Alessandro Di Battista, l'Europa "dovrebbe smetterla una volta per tutte di obbedire agli ordini degli Stati Uniti". Parole che riecheggiano quelle dello stesso Maduro, che ha invitato l'Italia e l'Europa a "non farsi trascinare dalle pazzie di Donald Trump, dalle politiche estremiste e interventiste che cercano un colpo di Stato in Venezuela". Il governo di Caracas ha reagito annunciando intanto di voler "riesaminare le relazioni bilaterali" con tutti i Paesi Ue che si sono dichiarati in favore di Guaidò fino a quando "non saranno esclusi progetti golpisti". Dal canto suo Guaidò, che su Twitter ha via via ringraziato ogni singolo Paese europeo che lo sostiene, si è invece detto "sicuro" che l'Italia potrà fare lo stesso. Maduro ha invece preso carta e penna per chiedere aiuto a papa Francesco in favore del dialogo, evocando la conferenza convocata dai "neutrali" Messico e Uruguay il 7 febbraio a Montevideo. Una lettera che intende "rilanciare il dialogo", ha confermato il segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin senza fare ulteriori commenti.
La mossa dell'Europa non è piaciuta nemmeno alla Russia che considera "i tentativi di alcuni Paesi di legittimare il cambio di potere in Venezuela come un'interferenza negli affari interni". Mosca ha messo in guardia anche il presidente Usa Donald Trump che non ha escluso l'uso della forza nel Paese venezuelano: una dichiarazione che "mina tutti i principi di base del diritto internazionale", ha tuonato il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, rilanciando a sua volta la conferenza in Uruguay. All'appuntamento di Montevideo parteciperà anche il Gruppo di Contatto dell'Ue di cui fa parte l'Italia. Sarà presente il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, al quale intanto l'opposizione, da Forza Italia al Pd, chiede di riferire subito in Parlamento per chiarire la posizione del governo e porre fine ad "un atteggiamento ambiguo".