Chernobyl 30 anni dopo. Pripyat la città fantasma
La corona di fiori ai piedi di un crocifisso accanto a un cartello che segnala pericolo di radiazioni, un mucchio di maschere antigas risalenti ancora alla seconda guerra mondiale abbandonato sul pavimento di una classe scolastica dopo il disastro, una ruota panoramica allora nuova di zecca ma mai inaugurata.
Il tempo a Pripyat, cittadina sovietica al confine tra Ucraina e Bielorussia, si è fermato a quel 26 aprile di 30 anni fa quando il reattore 4 della centrale di Chernobyl che si trova a tre chilometri di distanza e che si può ammirare in lontananza salendo ai piani alti dei condomini in classico stile sovietico assediati dalla vegetazione, andò in avaria a causa di un improvviso sovraccarico di energia. Fu l'inizio del più grave incidente nucleare della storia.