Ciottoli sterilizzati e distanziamento sociale. Hajj ai tempi del coronavirus alla Mecca
Il giorno conclusivo del tradizionale pellegrinaggio alla Mecca
I pellegrini giunti nella Valle di Mina in Arabia Saudita per condurre oggi il rituale della lapidazione simbolica previsto dall'Hajj hanno utilizzato ciottoli sterilizzati consegnati loro in sacchetti chiusi.
Lo riferiscono le autorità saudite, che hanno elaborato uno stretto protocollo sanitario per il pellegrinaggio annuale alla Mecca nel mezzo dell'emergenza causata dal coronavirus.
Solo 10mila i pellegrini ammessi quest'anno, contro i 2,5 milioni dello scorso anno, e obbligo di mascherina per tutti. Porte chiuse a chi proviene dall'estero, gli unici stranieri ammessi sono coloro che risiedono nel Regno.
La televisione di Stato saudita trasmette le immagini del rituale nella valle desertica di Mina, sette chilometri a nord-est della Mecca, dove i pellegrini vestiti con un telo bianco e senza cuciture
mantengono il distanziamento sociale e dicono ''Allah è il più grande'' ogni volta che si colpiscono con un ciottolo.
Terminato il rituale di lapidazione oggi, inizia la Festa del Sacrificio, l'Eid al-Adha, durante il quale viene ucciso un animale sacrificale.