17 milioni di astenuti, un giovane su due lontano dalle urne: sondaggio Demopolis a un mese dal voto
A 30 giorni dalle Elezioni politiche del 4 marzo, le rilevazioni segnalano dati allarmanti sul fronte dell'astensionismo, con circa 5 milioni di elettori in meno rispetto alle precedenti Politiche del 2013. In particolare si registra la forte disaffezione dei giovanissimi: oggi non voterebbeil 47% degli under 25
La più recente indagine dell’Istituto Demopolis conferma una crescente disaffezione al voto degli italiani. Si recherebbe oggi alle urne per le Politiche il 63% degli elettori, con un calo di 12 punti rispetto al febbraio 2013: ci sarebbero di fatto circa 5 milioni di astenuti in più rispetto alle ultime Politiche. L’astensione, che potrebbe comunque ridursi nelle ultime settimane, colpisce indistintamente tutti gli schieramenti politici, soprattutto nelle regioni centrali e nel Sud del Paese.
Se si votasse oggi, circa 17 milioni di italiani potrebbero non votare alle Politiche: il numero più significativo di essi, 13 milioni, è assolutamente determinato a non recarsi alle urne; oltre 4 milioni di elettori fanno parte invece di quel segmento che lo studio dell’Istituto Demopolis definisce “astensione revocabile. Sono milioni di elettori che potrebbero ancora cambiare idea e recarsi alle urne il 4 marzo”.
“Si tratta – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – di un target molto importante per i partiti e spesso determinante per l’esito della campagna elettorale, costituito da cittadini oggi del tutto indecisi anche sulla scelta di voto”.
Particolarmente significativo, a 30 giorni dal voto, appare il dato sull’astensione tra i più giovani. “I dati che emergono dall’indagine Demopolis – aggiunge Pietro Vento – confermano le preoccupazioni espresse dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Il 47%, quasi 1 giovane su 2, tra quanti hanno meno di 25 anni, appare deciso a non votare alle prossime Elezioni Politiche. La maggioranza assoluta degli intervistati – conclude il direttore dell’Istituto Demopolis – crede che la politica non sia in grado di incidere sulla vita e sul futuro dei giovani nel nostro Paese”.